La riforma fiscale decorre da gennaio 2022, tuttavia per gli effetti in busta paga bisognerà aspettare. Ma ci sarà un conguaglio con il riconoscimento degli arretrati.
Nella busta paga di marzo potrebbe esserci un conguaglio, con il pagamento degli arretrati spettanti, per effetto della riforma fiscale in vigore dal 1° gennaio 2022.
Abbiamo già parlato della difficoltà di applicare la riforma fiscale già a partire dallo stipendio di gennaio, visto che nel frattempo c’è bisogno di aggiornare i vari gestionali e tale operazione potrebbe richiedere qualche settimana di tempo.
Ecco perché gli effetti del taglio dell’IRPEF - e non solo - potrebbero esserci solamente a partire dallo stipendio di marzo, quando però bisognerà anche effettuare un conguaglio tenendo conto della differente tassazione applicata a gennaio e febbraio.
Un’operazione che dovrebbe garantire il pagamento degli arretrati, o meglio una restituzione di quanto pagato di più nei mesi precedenti. Il risultato del conguaglio ovviamente varia a seconda delle singole situazioni, ma guardando alle novità della riforma fiscale sarà possibile farsi un’idea a riguardo.
Arretrati bonus contributi
Il primo cambiamento riguarda l’introduzione di un bonus contributi che taglia la quota dei contributi previdenziali a carico del lavoratore, portandola dal 9,19% all’8,39%.
Prendiamo come esempio uno stipendio di 2.000,00€ lordi: se nel 2021 l’aliquota contributiva del 9,19% avrebbe comportato il versamento di 183,80€, con la nuova percentuale questa quota scende a 178,00€. Un vantaggio, dunque, di circa 5 euro, che tuttavia - per il motivo precedentemente indicato - dovrebbe scattare solamente con la busta paga di marzo. Parimenti, però, dovrebbe essere riconosciuto il maggior risparmio non applicato sullo stipendio di gennaio e febbraio, per un totale dunque di circa 10 euro.
Bisogna ricordare, però, che tale bonus si applica solamente per coloro che hanno una paga mensile lorda fino a 2.692,00€.
Arretrati IRPEF
Il secondo cambiamento, invece, riguarda l’IRPEF: la riforma fiscale ne modifica aliquote e scaglioni, come pure la misura delle detrazioni spettanti. Nel dettaglio, per le aliquote IRPEF siamo passati dalla seguente situazione:
- fino a 15mila euro: il 23%
- oltre 15mila euro e fino a 28mila euro: il 27%
- oltre 28mila euro e fino a 55mila euro: il 38%
- oltre 55mila euro e fino a 75mila euro: il 41%
- oltre 75mila euro: il 43%
A questa:
- fino a 15mila euro: il 23%
- oltre 15mila euro e fino a 28mila euro: il 25%
- oltre 28mila euro e fino a 50mila euro: il 35%
- oltre 50mila euro: il 43%
Nessuna differenza, quindi, per i redditi sotto la soglia di 15 mila euro visto che l’aliquota IRPEF resta la stessa. Diversamente, su un reddito di 20.000,00€ ad esempio, se prima sulla parte sopra i 15.000,00€ - dunque 5.000,00€ - era dovuta un IRPEF annua pari a 1.350,00€ (27%), dal 2022 si scende a 1.250,00€ (25%).
Allo stesso tempo, però, bisogna considerare anche una variazione delle detrazioni sui redditi da lavoro dipendente.
Nel complesso, secondo le stime effettuate in queste settimane tenendo conto del nuovo sistema di tassazione degli stipendi, i vantaggi “fiscali” possono essere così riassunti:
- reddito annuo da lavoro di 15.000,00€: risparmio annuo di circa 290 euro, quindi circa 22 euro al mese;
- reddito annuo da lavoro di 20.000,00€: risparmio annuo di circa 143 euro, quindi circa 11 euro al mese;
- reddito annuo da lavoro di 35.000,00€: risparmio annuo di circa 152 euro, quindi circa 12 euro al mese;
- reddito annuo da lavoro di 40.000,00€: risparmio annuo di 944 euro circa, ossia circa 72 al mese (qui si hanno i maggiori benefici della riforma IRPEF);
- reddito annuo da lavoro di 50.000,00€: risparmio annuo di circa 738 euro, quindi circa 56 euro al mese.
Per quanto riguarda i redditi tra 28 e 30 mila, invece, la riforma fiscale comporterà persino una maggiore tassazione IRPEF, tuttavia calmierata dall’introduzione del bonus contributivo che porterà comunque a un risparmio complessivo annuo che va dai 196 ai 233 euro circa.
Complessivamente, quindi, ci sarà un maggior risparmio per tutti, almeno per il 2022. Risparmio che decorre da gennaio ma che dovrebbe essere applicato solamente a marzo, con il riconoscimento appunto degli arretrati per le mensilità di gennaio e febbraio.
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