Il comparto creditizio italiano si dimostra il migliore a livello di performance rispetto a quello di Francia, Germania e Spagna. Vediamo cosa dice l’analisi dei multipli dopo la pubblicazione dei risultati dell’ultimo trimestre del 2018.
Con febbraio tutte le principali banche europee hanno alzato il velo sui conti del quarto trimestre e dell’intero esercizio 2018.
Le evidenze hanno messo in luce risultati contrastati. Se per gli istituti italiani il confronto con i risultati 2018 non è stato così disastroso come da molti temuto (clicca qui per approfondire), le aziende di credito degli altri Paesi hanno invece rivelato maggiori fragilità, soprattutto sotto il profilo della redditività e delle guidance sul 2019. Vediamo i dettagli.
Banche Eurozona: promossi e bocciati dopo i conti 2018
Trascorsa oltre una settimana dalla pubblicazione dell’ultima trimestrale, i tempi sono maturi per un primo bilancio. I termini comparativi utilizzati sono: performance del titolo in Borsa dopo i conti, ritorno sul dividendo proposto dal Cda a valere sull’esercizio 2018 (dividend yield) e rapporto fra prezzo e utili stimati (P/E) nel 2019 e 2020.
Elaborazione Ufficio Studi di Money.it
Osservando i dati, salta subito all’occhio come tra gli istituti extra-Italia considerati nell’analisi, solamente Commerzbank e Credit Agricole segnano una variazione percentuale positiva dalla data di pubblicazione dei conti ad oggi.
Per quanto riguarda le altre, si va dallo zero percentuale dell’olandese AMRO al -19,85% di SocGen, che lo scorso 17 gennaio ha lanciato un profit warning sugli utili.
Dividend Yield: Germania e Spagna sotto la media dell’Eurostoxx Banks
Dal punto di vista dei dividend yield, le banche più generose oltre a Intesa Sanpaolo sono quelle d’Oltralpe. SocGen offre infatti un ritorno sui dividendi pari al 9,25%, mentre quello di BNP Paribas è pari al 7,42%.
Ciò è possibile grazie alle elevate cedole nominali pagate dai colossi francesi, rispettivamente pari a 2,2 e 3,03 euro, le più alte tra le banche prese in considerazione in questa elaborazione. Poco distante Credit Agricole, che offre ai suoi detentori di azioni un corposo dividend yield del 6,89%.
Anche le banche olandesi presentano dividend yield interessanti: si va dal 6,30% di ING al 7,17% di AMRO. Quest’ultimo istituto è al quarto posto tra quelli europei (Italia compresa) per rendimento da dividendo più alto.
Sotto il profilo della remunerazione degli azionisti, gli istituti di credito tedeschi sono sicuramente i più “avari”, anche se Commerzbank è ritornata alla distribuzione degli utili dopo due anni di astinenza. Il dividend yield resta però relativamente basso al 3,14%.
Deutsche Bank è invece l’istituto con cedola e ritorno sui dividendi in assoluto più bassi tra quelli considerati.
Sotto questo profilo, la Spagna si colloca nel mezzo, con Santander, BBVA e Bankia che offrono rispettivamente un rapporto tra dividendi e prezzo del 5,52, 4,92 e 4,43 per cento. Meno elevato quello di Caixabank, che dispensa ai suoi azionisti un ratio tra cedole e prezzo pari al 2,39%, il secondo più basso d’Europa.
In generale, ad eccezione degli istituti francesi e alcuni di quelli italiani e olandesi, i dividend yield del settore creditizio di Germania e Spagna sono inferiori al 6,41% stimato da Bloomberg per l’indice Eurostoxx Banks.
Analisi fondamentale: P/E ratios, quali i più interessanti?
In termini di multipli il mercato sembra sovraprezzare ancora le banche tedesche, che nonostante i forti scossoni degli anni passati mostrano ancora dei P/E ratio molto alti.
Con un ratio di 12,14 Deutsche Bank è la banca più cara dell’Eurozona, ben al di sopra della media dell’Eurostoxx Banks che si attesta a 8,06. Il rapporto fra prezzo e utili stimati è più favorevole alle banche francesi, sia sul 2019 che sul 2020.
A conti fatti gli istituti di credito italiani risultano i più interessanti dal confronto combinato tra P/E e dividend yield, presentando profili che al momento appaiono più equilibrati in termini di sconto relativo rispetto ai peer e di ritorno sui dividendi.
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