Gli asset sotto i riflettori di questa settimana. Dai metalli preziosi al forex. Dalle soft commodities ai titoli europei ed americani.
I mercati azionari mostrano reazioni diverse alla crisi sanitaria da Covid19 e alle tensioni politiche interne. Si evidenzia l’importanza del ruolo dello stock picking all’interno dei portafogli degli operatori e la scelta settoriale. Ancora incerto sembra invece il peso dei metalli preziosi e del dollaro americano nelle composizioni degli asset.
Europa vs Stati Uniti
I listini dell’eurozona cedono terreno durante la settimana con l’Eurostoxx50 che perde lo 0,84%, l’indice italiano FTSEMib in calo dell’ 1,05%, il Dax30 in flessione dell’1,09% e il Cac40 dello 0,22%. Infine settimana molto pesante per il listino spagnolo, l’Ibex35, che perde l’1,46%.
Cinque sedute non facili per il Vecchio Continente stretto nella morsa della seconda ondata di Covid19 con un aumento importante dei contagi nei principali Paesi. Ad oggi non sembrano particolarmente importanti i dati economici o il livello della ripresa. Gli operatori restano in attesa di un’evoluzione sul fronte della crisi sanitaria e sulle tempistiche per un possibile vaccino, che dovrebbe vedere la luce a fine anno e la distribuzione entro l’estate del 2021.
L’altro fronte che gli investitori sembrano monitorare con attenzione è quello politico. Le schermaglie nella UE legate al Bilancio comunitario e al Recovery Fund mettono nuovamente in discussione la solidità dell’Unione a discapito dei mercati.
Di altro avviso invece il Nuovo Continente dove gli indici americani segnano una performance positiva nella settimana appena trascorsa. Il Nasdaq Composite cresce del +1,55%, l’S&P500 prende il +0,76% mentre il Dow Jones registra una salita del +0,56%.
Nonostante la crisi sanitaria da Covid19 non sia sotto controllo, il periodo pre-elezioni sia a dire poco turbolento, con il Presidente Donald Trump pronto a mettere in discussione l’esito delle votazioni in caso di sconfitta, i continui scontri commerciali con la Cina e le tensioni politiche tra democratici e repubblicani siano sempre vivi, i mercati non sembrano risentire di alcun contraccolpo dopo il breve ritracciamento della prima metà di settembre e appaiono indirizzati verso il test dei massimi del 2 settembre 2020.
La politica espansiva della Fed e i bassi rendimenti del mercato obbligazionario continuano a spingere a rialzo i listini a stelle strisce. Lo stesso non si può dire per l’Europa, che non sembra più trarre benefici dalla politica monetaria della Bce e dai piani di acquisto messi in campo a sostegno della ripresa.
Ad oggi anche la rotazione dei portafogli sembra più settoriale che geografica con un ritorno verso i comparti americani del tecnologico oltre alle utility, alimentari e alla filiera dell’automotive rimasta indietro durante la ripresa.
Metalli preziosi e Petrolio in fase laterale
L’oro recupera il livello di 1.900 e poi si prende una pausa di riflessione. Il movimento si ferma e la volatilità scende notevolmente facendo registrare delle barre a range ristretto durante le ultime due sessioni di mercato. L’andamento non sembra definito. La ripresa di area 1.900 è stata fondamentale, ma resta importante il consolidamento del livello per non cedere nuovamente punti di rilievo. La violazione a ribasso del supporto potrebbe portare il metallo prezioso verso il primo target ribassista a quota 1.800.
Lo stesso studio è valido anche per l’argento, che presenta attualmente un movimento correlato positivamente all’oro, anche se nelle ultime cinque sessioni ha mostrato una forza relativa inferiore rispetto al parente più nobile ed evidenziato dal Gold/Silver ratio.
Nei prossimi giorni sarà fondamentale l’andamento del biglietto verde. Un indebolimento dell’euro potrebbe impedire la tenuta del supporto per entrambi i metalli preziosi che si vedrebbero costretti ad indietreggiare.
Anche il Petrolio, Wti e Brent, restano in fase laterale, ed in particolare nella parte alta della banda di oscillazione. Il barile sembra attendere gli sviluppi legati alla pandemia e non mostra segnali direzionali. La fase di consolidamento del prezzo nel quale si trova attualmente l’oro nero sembra rispecchiare correttamente il valore che il mercato gli attribuisce nel breve termine.
Eur/Usd sotto tensione. Cambi esotici in evidenza
La major non sembra tenere l’area a 1,1750. Le ultime due sedute hanno dimostrato che l’euro non riesce a riconquistare terreno nei confronti del dollaro americano che sembra dirigersi verso quota 1,16. La giornata di venerdì, con il riassorbimento del massimo durante la giornata, è stato un segnale negativo per la moneta del Vecchio Continente che non sembra trovare le energie per riprendere la corsa dopo il deprezzamento di fine settembre. Una breve reazione si è avuta a inizio ottobre, ma ad oggi appare già esaurita. Solo il recupero di quota 1,1750 potrebbe riportare l’EUR/USD all’interno della fase laterale con un possibile cambio di view a breve termine.
La seconda ondata epidemica di Covid19 sembra avere influito in modo importante sull’andamento della major nelle ultime giornate. L’aumento dei casi di contagio in Europa e la mancanza a breve di un vaccino ha favorito il biglietto verde che sembra beneficiare dell’incertezza sanitaria e politica che domina la UE.
Tra i cambi contro dollaro in evidenza troviamo gli esotici ed in particolare lo USD/TRY con l’inarrestabile debolezza della lira turca, lo USD/ZAR con il timido rimbalzo sul livello fondamentale in area 16,40 e lo USD/MXN.
Gli asset sotto i riflettori della settimana
Questa settimana da tenere monitorati sui listini americani alcuni titoli del settore tecnologico ed in particolare: BeiGene, Copart, Costco in forte trend e Broadcom alla rottura del massimo storico.
Da aggiungere anche Charter Communications in crescita del +70% circa dal 20 marzo 2020, Equinix e Zoom Video Communication in rally di breve termine oltre a MercadoLibre al test del massimo storico.
Nel comparto non tech invece da segnalare Danaher Corporation, Lowe’s e Mc Donald’s oltre a Caterpillar, Dollar General, FedEx, Target, Thermo Fisher Scientific, Deere, Thomson Reuters, Square e Service Now. Tutti in allungo nell’ultimo periodo e in tendenza rialzista di breve termine.
Sul mercato tedesco del Dax30 da tenere sotto la lente il movimento di Deutsche Post, HelloFresh Seinh e Zalando. Sul listino italiano meritano attenzione Amplifon e Campari.
Tra le Soft Commodities da tenere sotto i riflettori l’andamento del Cotton (Future N.2 Full1220).
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