Coronavirus e non solo: diverse pandemie hanno messo in ginocchio il genere umano, anche in tempi recenti. Ecco quali sono state le peggiori della storia e come sono state affrontate.
L’arrivo del coronavirus ha stravolto la quotidianità di tutto il mondo rendendo necessarie delle rigide restrizioni al fine di contenere il dilagarsi del virus. Tedros Ashanom Ghebreyesus, il direttore generale dell’OMS, ha dichiarato lo stato di pandemia.
A differenza di un’epidemia, che si verifica quando una malattia si diffonde all’interno di uno specifico territorio, si parla di pandemia (dal greco pân “tutto” e dêmos “popolo”) quando la diffusione coinvolge tutto il mondo. Nel corso della storia diverse pandemie hanno colpito il genere umano, mettendo alle strette la popolazione. Quali sono state le pandemie più gravi della storia, e quali sono i loro numeri? Ecco 6 pandemie che prima del virus Covid-19 hanno allertato il mondo.
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1. Peste nera
La pandemia di peste nera nacque molto probabilmente nel 1346 in Cina. Dall’Oriente si spostò dapprima in Siria, poi in Turchia ed infine giunse in Europa. La peste nera è stata probabilmente la prima pandemia della storia e i suoi effetti sono ritrovabili in numerosi reperti storici ed artistici. Il batterio che causa questa malattia fu isolato solo nel 1894 e si scoprì che la trasmissione all’uomo avveniva tramite il contatto con le pulci infette dei topi.
Il tasso di mortalità di questa malattia varia in base alla tipologia di peste (bubbonica, setticemica o polmonare) e oscilla tra il 30 e il 100% dei casi se non viene trattata. La peste è presente ancora oggi, ma con un totale di 1000-3000 casi all’anno, concentrati principalmente in Asia e in Africa. La malattia può essere facilmente trattata con la somministrazione di antibiotici quali la streptomicina e tetraciclina, ma ancora non è disponibile un vaccino.
2. Colera
Durante il 1800 il colera causò ben 6 pandemie in tutto il mondo. La sua rapida diffusione era dovuta principalmente al periodo storico in cui si si è propagata. Il XIX secolo fu il periodo dell’industrializzazione e dell’invenzione della macchina a vapore che rese maggiore la densità della popolazione nelle città e permise di compiere viaggi più lunghi in tempi abbastanza ridotti. Il colera venne introdotto in Europa dagli inglesi che commerciavano con l’India. L’incubazione del colera varia dalle 12 ore a 5 giorni, se non trattato ha una mortalità del 50%. Ancora oggi si registrano più di un milione di casi, e tra i 21 e i 143 mila morti. La sua diffusione è concentrata principalmente in Asia, Africa e America. Il vaccino è disponibile.
3. Spagnola
L’influenza spagnola fu una pandemia causata dal virus N1H1 durante il 1918-1919 che infettò circa un terzo della popolazione mondiale. Il virus è molto simile a quello dell’aviaria, ma non è mai stata scoperta la sua origine. La spagnola colpiva principalmente i giovani e gli anziani con un tassi di mortalità maggiore del 2,5%. In totale si stima che furono circa 50 milioni i decessi. Oggi la spagnola non è più presente ma esistono dei ceppi molto simili a quello originale. Il vaccino è disponibile unicamente per le influenze generiche di tipo A e di tipo B, ma non per le altre mutazioni.
4. Asiatica
L’influenza asiatica fu isolata per la prima volta in Cina nel 1954 e nello stesso anno fu elaborato anche il vaccino che riuscì poi a contenere la malattia. La patologia era causata dal virus H2N2, in seguito mutato nel virus A/H3N3, e causò in soli 3 anni un numero di vittime comprese tra 1 e 4 milioni in tutto il mondo. Dopo 11 anni dalla pandemia il virus scomparve completamente. Solo nel 2005 ci fu una diffusione del virus negli Stati Uniti a seguito dell’invio di una provetta in alcuni laboratori che fortunatamente non causò nessun contagio.
5. Hong Kong
Nel 1968 si diffuse la pandemia di Hong Kong, nota anche come influenza spaziale. Il virus era un’evoluzione della precedente pandemia di Asiatica, e si diffuse in tutto il mondo. Questo virus ha un periodo di incubazione compresa tra 1 e 4 giorni e non aveva un tasso di letalità molto alto (inferiore allo 0,4%). In Italia si stima che uccise 20.000 persone.
6. Suina
L’ultima volta che l’OMS ha usato il termine pandemia è stato nel 2009 con lo scoppio dell’influenza A H1N1, anche detta influenza suina. Per la prima volta in 400 anni è emerso un nuovo virus influenzale in grado di scatenare un’epidemia su larga scala in tutto il mondo.
L’influenza suina, che ha un tasso di mortalità molto basso (circa lo 0,45%), colpì principalmente il continente americano e in totale causò diverse centinaia di morti e migliaia di contagi.
7. Covid-19
Il nuovo coronavirus (COVID-19) ha avuto origine a fine 2019 a Wuhan, in Cina. I sintomi di questa patologia sono riconducibili a quelli tipici dell’influenza e nei casi più gravi può far insorgere polmoniti, sindromi respiratorie acute gravi, insufficienza renale e morte. Il virus si contagia da persona a persona.
L’11 gennaio del 2020 è stata registrata la prima vittima in Cina ed in seguito la malattia ha iniziato a diffondersi in tutto il mondo. Il 30 gennaio dello stesso anno viene dichiarato lo stato di emergenza globale dall’OMS e in seguito lo stato di pandemia. Attualmente non è ancora disponibile un vaccino e per contenere la diffusione del virus alcuni stati, tra cui l’Italia, hanno adottato la quarantena per l’intera popolazione.
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