Un giornale a controllo statale definisce «veleno spirituale» i videogiochi e chiede una regolazione più stringente. Proprio mentre negli Usa nasce il fondo per shortare Ark e gli squeezes incombono
Ritorno al passato. In grande stile. Quello dell’avvelenamento delle menti, infatti, è un grande classico della propaganda comunista. Tutto ciò che esula dal Sistema, dalle direttive del Partito, dallo stile di vita imposto dalla nomenklatura, di fatto si configura come veleno che intacca la moralità, l’ortodossia salvifica e il rigore necessario al mantenimento di quella che Bertolt Brecht definiva la linea di condotta.
Ma i tempi cambiano. Ed ecco che un retaggio del passato, destinato a dissuadere la popolazione dal cedere alle sirene del capitalismo occidentale con le sue tentazioni consumistiche, può ora divenire arma strategica di una guerra decisamente 2.0: quella finanziaria. Anzi, addirittura fin-tech. E’ infatti bastato che l’Economic Information Daily, giornale a controllo statale, definisse l’eccessiva frequentazioni di siti di giochi on-line nientemeno che oppio per la mente, mettendo in guardia dagli effetti nefasti che questi avrebbero su bambini e adolescenti e sottolineando la richiesta di una più stringente regolamentazione del settore da parte di molti esperti per sortire questo effetto sui titoli del comparto, in primis Tencent Holdings.
Fonte: Bloomberg
Un bel -6,23% per il colosso del settore che ha mandato in tilt l’intera Asia, ripiombata nel timore di un ampliamento della campagna di controllo e restrizione da parte delle autorità politiche.
Dopo le Ipo estere dei settori strategici e il tutoring on-line, ora persino i videogiochi. Il tutto dopo che le stesse autorità di Pechino avevano mobilitato il cosiddetto National Team, un consorzio informale di banche a controllo statale, per bloccare la drastica correzione dei corsi del settore tech, capace di perdere oltre 1 trilione di market cap dai massimi di fine febbraio. E non solo, perché questi due grafici
Fonte: Bloomberg
Fonte: Bloomberg
mettono in prospettiva la magnitudo dell’intervento politico deciso dai vertici del Dragone: in primis, un’iniezione di prestiti a breve termine che ha immediatamente scongiurato il rischio di ipotermia del settore interbancario ma, soprattutto, un vero e proprio bagno di sangue per chi aveva scommesso short sul comparto tecnologico, sicuro che la repressione di Stato sarebbe proseguita.
Ora, il nuovo stop and go. Perché? Il motivo è tanto semplice, quanto inquietante. E sta tutto in questo grafico:
Fonte: Deutsche Bank
proprio la rout da drastica correzione (-43% in 5 mesi) cui le autorità cinesi hanno posto termine la scorsa settimana, infatti, si è sostanziata in un qualcosa di decisamente sistemico: la Cina, a differenza degli Usa, ha fatto scoppiare la propria bolla tech. Apparentemente, evitando conseguenze nefaste. Anzi, vivendo anche due giorni di sostenuto rimbalzo degli indici. Prima del nuovo tonfo odierno. Nemmeno a dirlo, auto-generato con quell’articolo pubblicato ad hoc su un giornale a controllo statale.
E le ragioni sono due, entrambe rivelatrici di una strategia a specchio della Cina che dovrebbe cominciare a spaventare non poco Washington (e Wall Street). Primo, come mostra questo grafico,
Fonte: Bloomberg
l’ETF principe del comparto tech statunitense, Ark Innovation di Cathie Wood, sta patendo non poco, dopo un 2020 da incorniciare. E proprio sul finire della scorsa settimana, in contemporanea con la riunione del Politburo del 30 luglio, Matt Tuttle presentava al mercato la sua creatura, il fondo SARK, acronimo di Short Ark. Ovvero, un ETF che a sua volta traccia la performance inversa della creatura della Wood, terminata ancora una volta nel mirino della critica per la scorpacciata di titoli Robinhood acquisti in sede di Ipo.
Di fatto, un mezzo per giocare al ribasso sulle performance del comparto tech Usa utilizzando il proxy del suo fondo privilegiato. E garantendo a tutti la possibilità di scommettere short, sia a non istituzionali che a chi riscontra comunque difficoltà nell’ottenere titoli in prestito. Timing perfetto, insomma. Secondo, colpire in maniera così eclatante e pubblica il settore del gaming on-line, di fatto, mette nel mirino un tallone d’Achille dell’azionario statunitense: ovvero, GameStop. E l’esercito di squeezers legati a Reddit e altre piattaforme, divenuti nei mesi il vero incubo degli hedge funds. Di fatto, la mossa su Tencent rischia di riverberarsi anche Oltreoceano, ottenendo l’effetto di una granata in uno stagno.
Anzi, una bomba a orologeria nascosta in un palazzo di venti piani. Praticamente, una caccia al tesoro disperata nel tentativo di disinnescarla. Prima che una fuga di massa di chi fino a ieri acquistava quei titolo per guadagnare con gli short squeezes, scappi davvero. Scatenando il più classico effetto della palla di neve che diventa valanga, rotolando a valle, anche alla luce di questo ultimo grafico,
Fonte: Financial Times
dal quale si evince come gli analisti Usa siano oggi totalmente bullish nei loro giudizi sull’azionario come non accadeva da venti anni. Insomma, Pechino ha una strategia. Wall Street, per ora, vive alla giornata con gli assegni della Fed. Rischioso.
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