Il vaccino obbligatorio per tutti è una possibilità, ma non in Italia. Mentre l’Europa ne discute, il Governo Draghi ha già detto di “no”. Ecco perché.
È quasi un anno che si discute dell’obbligo vaccinale, se è incostituzionale o controproducente. Oggi in Italia il vaccino è obbligatorio solo per alcune categorie di lavoratori e non si discute al momento la possibilità di estenderlo a tutti. Perché?
Perché, come ha spiegato il Ministro per la pubblica amministrazione Renato Brunetta facendo da portavoce al Governo: “Non ce n’è bisogno”. La situazione italiana è, facendo un confronto con i vicini europei, una delle più rosee.
La stessa Angela Merkel, preoccupata per la Germania, ha lasciato intendere che se il suo Paese fosse nella situazione italiana non ci sarebbe da temere per una quarta ondata. Proprio per contrastare questa in Europa si è tornati a parlare di obbligo vaccinale a partire dal 2022, in particolare da febbraio.
Ci sarà un vaccino obbligatorio per tutti i lavoratori?
Periodicamente si torna a discutere il tema dell’obbligo vaccinale, del valore legale e via dicendo. Per molti cittadini europei è motivo di timore, per altri invece è la tanto agoniata soluzione definitiva alla pandemia.
L’apertura di Ursula von der Leyen, Presidente della Commissione europea, è un passo significativo verso questa direzione, concretizzata già da alcuni Paesi come l’Austria e la Grecia, dove entrerà in vigore a partire da 16 febbraio.
Se ne è discusso anche in Italia, in particolar modo nei confronti di tutti i lavoratori. Al momento però, dal 15 dicembre, sarà esteso l’obbligo di vaccinazione solo a tutto il personale sanitario, delle Forze dell’Ordine e del personale scolastico.
Vaccino obbligatorio: la decisione dell’Italia
A fare da portavoce per la scelta del Governo Draghi è stato Renato Brunetta che, intervistato sul Corriere della Sera, ha confermato il “no” dell’Italia all’obbligo di vaccinazione per tutti i lavoratori.
Secondo il Ministro non ci sarebbe bisogno dell’obbligo vaccinale, ma di convincere quante più persone possibili a vaccinarsi. Cosa che, dai dati post annuncio del cosiddetto “super green pass”, sembra stia effettivamente accadendo. Per esempio per le terze dosi c’è stato un vero e proprio boom delle prenotazioni (400 mila), dovute all’apertura per tutte le fasce d’età a partire dal primo dicembre.
Anche alcuni no-vax si sono convinti a vaccinarsi, almeno con la prima dose, in vista delle restrizioni introdotte da domani, 6 dicembre e dell’ormai vicino periodo delle feste natalizie.
Le motivazioni dell’Italia contro l’obbligo vaccinale per tutti i lavoratori
L’obbligo di vaccinazione in Italia esiste già e come sappiamo a partire dal 15 dicembre verrà estesa questa misura, prevista per il personale sanitario, anche a personale scolastico e Forze dell’Ordine.
“Al momento l’obbligo vaccinale è sullo sfondo, non siamo in difficoltà come la Germania”, ha riferito Brunetta, ricordando le parole dell’ex cancelliera Angela Merkel sulla situazione rosea italiana.
Non estendere il vaccino obbligatorio a tutti è stata una decisione dettata dall’attuale situazione italiana, nella quale grazie all’introduzione del green pass rafforzato si potrà godere di un Natale normale, almeno per i vaccinati.
In conclusione il Ministro Brunetta ha voluto ribadire come “l’obbligo vaccinale non avrebbe migliorato la performance” e avrebbe solo prodotto multe che probabilmente non sarebbero state pagate. Senza contare che avrebbe potuto finire per rendere ancora più scontenti tutti coloro che scendono nelle piazze a manifestare contro il green pass, in un periodo nel quale gli assembramenti sono fortemente sconsigliati. In definitiva bolla il vaccino obbligatorio come inutile.
© RIPRODUZIONE RISERVATA