Il quadro tecnico delle 4 banche italiane oggetto di stress test

Ufficio Studi Money.it

02/11/2018

Oggi è il giorno degli istituti di credito europei, con l’EBA che a mercati chiusi renderà noti i risultati degli stress test condotti sui bilanci bancari del 2017. Alcune indiscrezioni sono già trapelate e gli istituti italiani cavalcano l’onda a Piazza Affari

Il quadro tecnico delle 4 banche italiane oggetto di stress test

Dopo un ottobre particolarmente difficile, oggi è il grande giorno degli istituti di credito: a mercati chiusi verranno infatti pubblicati gli esiti ufficiali degli stress test condotti dall’European Banking Authority (EBA) (per approfondire). Le grandi banche italiane coinvolte sono Unicredit, Ubi, Intesa Sanpaolo e Banco BPM.

Le aperture odierne in gap up e l’abbassamento dello spread tra BTP e Bund al di sotto dei 300 punti base denotano un grande ottimismo sulle risposte ai test.

Le strutture tecniche dei quattro istituti sono molto simili, con le forti vendite partite lo scorso maggio che hanno piegato le quotazioni.

Le aree supportive raggiunte potrebbero però fornire la base per costruire un rimbalzo nel breve periodo: sono infatti molti gli ostacoli che i bancari devono superare prima di invertire il sentiment ribassista in cui sono inseriti i corsi.

A tal proposito, l’Ufficio Studi di Money.it fornisce uno sguardo alle strutture tecniche delle banche che oggi riceveranno i risultati degli esami.

Il punto tecnico su Unicredit, Intesa Sanpaolo, UBI Banca e Banco BPM

Unicredit, grafico giornaliero. Fonte: Bloomberg

Unicredit sembra voler proseguire il rimbalzo iniziato nelle scorse sedute. I prezzi, inseriti in una forte tendenza ribassista intermedia dallo scorso maggio, potrebbero quindi aver trovato nella zona degli 11 euro un supporto di breve periodo. I risultati dello stress test dell’EBA, se positivi, potrebbero dare all’istituto di Piazza Gae Aulenti il carburante necessario per proseguire il recupero. Il primo ostacolo per l’avanzata delle quotazioni si trova in area 12,1072 euro che, nel caso in cui dovesse respingere i prezzi, potrebbe creare valide opportunità per l’operatività ribassista.

Intesa Sanpaolo, grafico giornaliero. Fonte: Bloomberg

Su Intesa Sanpaolo, i prezzi risultano schiacciati tra il supporto posto a 1,983 euro, lasciato in eredità dai massimi del 15 luglio 2016 e la resistenza di breve periodo ottenuta collegando i massimi del 5 a quelli del 10 ottobre. Appare quindi probabile un forte breakout delle attuali aree, la cui rilevanza supportiva è avvalorata dall’importante intorno psicologico dei 2 euro ad azione. Le quotazioni potrebbero quindi recuperare parte delle perdite che hanno preso di mira il titolo dallo scorso maggio. A corroborare l’ipotesi di un rimbalzo si inserisce anche la divergenza di inversione rialzista che si osserva sul RSI settato a 14 periodi. In ogni caso, a livello prettamente grafico, gli stress test per l’istituto guidato da Carlo Messina si trovano a 2,1115 e a 2,50 euro.

UBI Banca, grafico giornaliero. Fonte: Bloomberg

Su UBI Banca l’intorno supportivo posto a 2,50 euro ha scatenato una reazione dei compratori, che hanno spinto il titolo ad apprezzarsi più del 10% in sei sedute. Ad aiutare il rimbalzo potrebbe contribuire la fuoriuscita dalla fase di eccesso del RSI settato a 14 periodi, che è rimasto in ipervenduto per ben sedici sedute. Gli ottimisti dovrebbero però porre particolare attenzione a due elementi: il primo dato dalla tendenza ribassista intermedia, il secondo invece fornito dalle resistenze a 2,93 euro, lasciate in eredità dalla linea di tendenza che collega i minimi del 30 settembre a quelli del 28 novembre 2016.

Banco BPM, grafico giornaliero. Fonte: Bloomberg

Dopo aver segnato nuovi minimi storici a 1,52 euro, i corsi di Banco BPM hanno iniziato a rimbalzare, apprezzandosi di oltre il 17% in poco più di sei sedute. Tra i quattro istituti oggetto di analisi, Banco BPM è decisamente quello con la struttura tecnica peggiore, con i prezzi che, da giugno 2016 sono inseriti in una fase laterale. Il downtrend di lungo periodo che guida le quotazioni ha ottime possibilità di continuare e gli operatori potrebbero attendere il raggiungimento della resistenza posta a 1,90 euro per tornare a vendere l’istituto milanese.

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