Aumento stipendi, bonus e pensioni nel 2023: più soldi per tutti, ecco quanti

Simone Micocci

16 Agosto 2022 - 11:03

Dal prossimo anno aumentano pensioni, trattamenti assistenziali e stipendi: in arrivo le tutele contro il caro prezzi.

Aumento stipendi, bonus e pensioni nel 2023: più soldi per tutti, ecco quanti

Nel 2023 ci saranno più soldi per tutti: è in programma, infatti, un aumento delle pensioni, così come dei bonus e delle misure assistenziali erogati in favore delle famiglie e delle persone in difficoltà, come ad esempio l’assegno unico per figli a carico. Inoltre, un tema che sembra accomunare i vari partiti in questa campagna elettorale è la necessità di tagliare il cuneo fiscale, così da incrementare anche gli stipendi degli italiani in linea con quanto già fatto dal governo Draghi.

Bisognerà pazientare qualche mese, quindi, e poi finalmente arriveranno più soldi, utili per far fronte al caro prezzi; d’altronde è proprio l’inflazione a essere la ragione principale degli aumenti, in quanto per pensioni e bonus è previsto un meccanismo che ogni anno ne adegua l’importo in base ai prezzi registrati negli ultimi dodici mesi.

E dal momento che il tasso d’inflazione che, secondo previsioni, verrà rilevato per il 2022 dovrebbe essere pari all’8%, ne risulterà un aumento senza precedenti. A beneficiarne saranno le famiglie, specialmente quelle con reddito non elevato, per le quali ad esempio è in programma un aumento dell’assegno unico di circa 15 euro al mese per figlio.

Vediamo nel dettaglio quali misure beneficeranno degli incrementi previsti nel 2023 e di quanti soldi si parla.

Assegno unico: aumento base di 15 euro per figlio

Come anticipato, una delle misure che beneficeranno di più dell’inflazione è l’assegno unico per figli a carico, il cui importo verrà adeguato tenendo conto dell’inflazione.

Oggi l’importo base è pari a 175 euro, ma grazie all’inflazione dell’8% (se confermata) si salirà a 190 euro al mese per figlio. A confermare l’aumento dell’assegno unico è la relazione tecnica allegata al decreto Aiuti bis, con il quale per il 2022 sono state tagliate le risorse destinate all’assegno unico visto che a farne richiesta sono state meno persone rispetto a quanto previsto. Tuttavia, per il 2023 le risorse vengono lasciate invariate, proprio perché è atteso un aumento degli importi vista la “significativa maggiore indicizzazione ai prezzi degli importi individuali e delle soglie di accesso rispetto al contesto macroeconomico sottostante le valutazioni a base del decreto legislativo 230/2021”.

E ad aumentare non è solamente l’importo dell’assegno unico, ma anche i limiti di reddito entro cui beneficiarne. In particolare, oggi per avere diritto all’importo massimo bisogna avere un Isee inferiore a 15 mila euro: ebbene, dal prossimo anno l’asticella si alzerà leggermente, arrivando a poco più di 16 mila euro.

Trattamenti assistenziali e bonus: cosa aumenta nel 2023

Un aumento ci sarà anche per altre misure assistenziali, come ad esempio per l’assegno sociale e per le pensioni d’invalidità civile. Anche questi trattamenti, infatti, sono oggetto di rivalutazione e quindi dall’1 gennaio prossimo potrebbero beneficiare di un incremento di circa l’8%.

Ad esempio, l’assegno sociale potrebbe passare dagli attuali 468,11 euro a poco più di 505 euro mensili, mentre la pensione d’invalidità civile, come pure l’indennità di frequenza per i minori, salirà da 291,98 a 315,33 euro.

Aumento di 42 euro, invece, per l’indennità di accompagnamento, che passerà da 528,94 euro a circa 570 euro.

A beneficiare della rivalutazione saranno anche altre misure, come ad esempio la Naspi, per la quale aumenterà l’importo massimo.

Aumento delle pensioni nel 2023

Nel 2023 ci sarà un aumento anche per i trattamenti previdenziali. Tuttavia, come già abbiamo avuto modo di spiegare, con il decreto Aiuti bis per le pensioni è stato disposto un anticipo della rivalutazione attesa per gennaio 2023: nel dettaglio, da ottobre verrà riconosciuto un primo incremento parziale del 2%.

Ciò significa che questa percentuale verrà decurtata dal tasso di rivalutazione che verrà accertato per il prossimo anno: quindi, se dovesse davvero essere dell’8%, per le pensioni ci sarà un aumento del 6%.

Ricordiamo però che l’incremento è del 100% della rivalutazione solamente per le pensioni che non superano di 4 volte il trattamento minimo, mentre sopra questa soglia, ma comunque entro le 5 volte il trattamento minimo, è del 90% del tasso. Sopra le 5 volte, invece, la pensione viene rivalutata al 75%.

Quindi, nel 2023 le pensioni dovrebbero aumentare del:

  • 6% sotto un importo di circa 2.100 euro;
  • 5,4% sopra i 2.100 ma sotto i 2.600 euro;
  • 4,5% sopra i 2.600 euro.

Una pensione di 1.000 euro gioverebbe così di un incremento di 60 euro al mese, 120 euro mensili per gli assegni di 2.000 euro. Una pensione di 2.500 euro, invece, beneficia di un aumento di 135 euro, così come per chi ha una pensione mensile di 3.000 euro.

Con una rivalutazione dell’8%, invece, il trattamento minimo di pensione, passerebbe da 524,35 a 566,29 euro.

Aumento degli stipendi nel 2023: tutto dipende dalle elezioni

Il governo Draghi in questi ultimi mesi è intervenuto in più occasioni per sostenere il potere d’acquisto dei salari, prima introducendo un bonus una tantum del valore di 200 euro e poi tagliando il cuneo fiscale prevedendo uno sgravio contributivo che - sommato a quello già introdotto dalla legge di Bilancio 2022 - riduce del 2% la quota di contributi dovuta dal dipendente.

Tuttavia, il cosiddetto bonus contributivo, che si applica per le retribuzioni inferiori a 35 mila euro l’anno, è in vigore solamente nel 2022. Paradossalmente, quindi, se non dovesse esserci un ulteriore intervento del legislatore gli importi degli stipendi nel 2023 potrebbero essere persino più bassi.

Molto dipenderà dal nuovo governo e da cosa deciderà di fare con la legge di Bilancio 2023. Va detto che nei loro programmi i partiti hanno lasciato ampio spazio al taglio delle tasse sugli stipendi, quindi sembrano esserci buone possibilità affinché anche le retribuzioni possano aumentare dal prossimo anno.

Senza dimenticare poi che ci sono diversi rinnovi di contratto in procinto di essere firmati, i quali garantiranno un aumento ai lavoratori dei settori interessati.

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