Venerdì è arrivata la notizia inaspettata sui tassi di interesse che restano invariati in Russia. La critica di Putin e degli oligarchi è stata accolta.
Non è un momento facile per la Russia nemmeno da un punto di vista economico. Da quando ha invaso l’Ucraina, migliaia di cittadini sono al fronte a combattere e per questo c’è una carenza di forza lavoro incredibile che ha finito per far salire i salari. Ciò ha provocato un aumento dei prezzi. Per mantenere a bada l’inflazione la banca centrale russa ha aumentato il tasso di interesse al 21%, il livello più alto degli ultimi 20 anni. Poiché in Russia l’inflazione continua a salire a causa della debolezza del rublo, molti osservatori si aspettavano che la banca centrale prendesse la decisione di aumentare ulteriormente il tasso portandolo al 23% o anche più. In questo modo, con un costo del denaro così elevato, si spera in una riduzione dei prestiti e un conseguente calo dell’inflazione.
Invece venerdì la decisione a sorpresa della banca centrale russa di lasciare invariati i tassi al 21%. Una decisione totalmente inaspettata che non rispecchia la situazione economica. Dietro questa scelta c’è la pressione attuata sia dal presidente Vladimir Putin che dagli oligarchi.
Tassi di interesse invariati in Russia
Il mese scorso la banca centrale russa è stata inondata di critiche da parte di banchieri e oligarchi. I tassi d’interesse alle stelle rendono molto costoso prendere in prestito denaro in Russia, causando il collasso del mercato immobiliare, la battuta d’arresto degli investimenti e l’incapacità di sempre più grandi aziende di pagare i rimborsi dei vecchi debiti. Il mondo economico e gran parte del Parlamento quindi hanno chiesto a gran voce di non aumentare più i tassi di interesse e vorrebbero addirittura dei tagli nel corso del 2025. D’accordo con questa scelta è anche Putin che ha fatto una sorprendente inversione di tendenza nelle ultime settimane. Pur ribadendo l’indipendenza della banca centrale russa, il presidente ha invitato il governatore della banca a lavorare a stretto contatto con il Parlamento e il Governo. E questo lavoro è sfociato nella decisione a sorpresa di non aumentare ulteriormente i tassi di interesse lasciandoli invariati. Un blocco della crescita che è apripista ad una nuova fase che porterà ad un graduale calo, probabilmente già nel corso del 2025.
Questo nonostante lo stesso Putin al question time con la stampa ha ammesso che l’inflazione in Russia al 9% è preoccupante. Ha però ammesso che «l’economia russa è stabile» e continua a progredire «contro ogni previsione», nonostante le «minacce esterne».
Nel giustificare la decisione di restare invariato il tasso di interesse, la banca centrale russa ha collegato la decisione alla riduzione dei prestiti che è un primo cauto segnale che l’economia russa si sta raffreddando. Ma gli analisti russi lo mettono in dubbio: «Finora lo vediamo solo sulla base di dati preliminari e alcuni dei nostri calcoli sul settore finanziario», ha detto su Telegram Sofia Donets, capo economista di Russian T-Investments.
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