Banco BPM, dopo no BCE doccia fredda EBA. OPA Anima senza Danish Compromise, capitale e dividendi blindati?

Laura Naka Antonelli

28/03/2025

Gli annunci di Banco BPM al termine della riunione del CDA. Castagna incassa il doppio no e va avanti con l’OPA. E che farà UniCredit?

Banco BPM, dopo no BCE doccia fredda EBA. OPA Anima senza Danish Compromise, capitale e dividendi blindati?

Al termine della riunione del CDA che si è tenuta nella giornata di ieri, 27 marzo 2025, indetta per decidere il da farsi dopo il no della BCE, gli organi sociali di Banco BPM e Banco BPM Vita hanno deliberato la rinuncia all’applicazione del Danish Compromise nell’OPA lanciata su Anima Holding.

L’annuncio è arrivato con una nota, con cui la banca italiana ha ribadito in ogni caso tutta l’intenzione di andare avanti con l’Offerta pubblica di acquisto lanciata agli inizi di novembre 2024 sulla società del risparmio gestito che già controlla. OPA che, di fatto, sta andando avanti, dopo essere partita a seguito della decisione di BAMI di alzare il prezzo.

Banco BPM getta la spugna su Danish Compromise dopo no BCE e rifiuto EBA a quel quesito

Banco BPM ha deciso di gettare la spugna sul Danish Compromise, si legge nel comunicato, anche per quell’altro no che è stata costretta a incassare dalla stessa EBA, Autorità bancaria europea e autorità a cui spettava l’ultima parola sulla capacità di Piazza Meda di attingere allo sconto danese nell’OPA promossa su Anima:

“In data odierna, l’EBA ha rigettato il quesito posto dalla Banca il 19 febbraio scorso in merito all’applicabilità all’acquisto di Anima della Q&A EBA FAQ 2021_6211 relativa ad acquisizioni realizzate da compagnie assicurative controllate da banche (“Calculation of goodwill included in significant investments in insurance undertakings”), in quanto, ad avviso dell’Autorità, il tema sollevato esula e non può essere risolto dal processo delle Q&A della stessa, richiedendo un approfondimento più ampio non compatibile con tale strumento”.

L’OPA su Anima comunque andrà avanti, ha assicurato il CDA di Banco BPM, ribadendo il “ruolo che Anima avrà come tassello fondamentale del Piano Strategico 2024-2027 del Gruppo Banco BPM, contribuendo a rafforzare ulteriormente il modello di business” di Banco BPM, che “sarà trasformato in una fabbrica prodotto integrata Assicurazione Vita e Risparmio Gestito”.

Banco BPM, tutti i numeri su utili, RoTE, dividendi insieme ad Anima anche senza lo sconto danese

L’operazione consentirà alla banca di beneficiare di “un elevato ritorno finanziario”, con un ROI pari ad almeno il 13% e un’accretion dell’EPS (earning per share, utile per azione) di oltre il 10%.

Grazie ad Anima, la banca guidata dall’AD Giuseppe Castagna riuscirà a centrare i target precedentemente illustrati, anche senza l’applicazione del Danish Compromise. Nello specifico, l’istituto prevede, una volta inglobata la SGR:

  • Il rafforzamento del modello di business, con il completamento dell’assetto integrato che permetterà di massimizzare le sinergie tra la distribuzione e le fabbriche prodotto, fattore che consentirà a Piazza Meda di generare una maggiore stabilità dei ricavi – che nel 2027 saranno rappresentati per il 50% da componenti non legate al margine di interesse – e di assicurare anche migliore diversificazione dell’utile, che vedrà incrementarsi sino al 45/50% l’apporto dei business a maggior valore aggiunto, come il wealth management e protezione e le banche/partnership finanziarie specializzate.
  • Un aumento degli utili da dagli 1,5 miliardi nel 2026 previsto dal Piano Industriale precedente a 2,15 miliardi nel 2027, con il corrispondente aumento del target di RoTE da 13,5% nel 2026 a oltre il 24% nel 2027, corrispondente a un ROE superiore al 18%;
  • Per quanto riguarda i dividendi, Banco BPM prevede, uan volta inglobata Anima, una crescita del 50% della remunerazione agli azionisti. A tal proposito BAMI ha ricordato che il payout ratio è stato portato all’80% già a partire dal 2024, e che il totale delle risorse da distribuire agli azionisti tra il 2024 e il 2027 si attesta a oltre euro 6 miliardi, pari a circa 1 euro per azione su base annua (il piano precedente prevedeva 4 miliardi di euro nel 2023/26).
  • Il mantenimento di una solida posizione di capitale: il CET1 ratio, che nel piano precedente era previsto raggiungere il 14% al 2026, traguarda adesso un obiettivo minimo pari al 13%, senza risentire, se non in misura contenuta, della decisione di aumentare di euro 2 miliardi complessivi la remunerazione agli azionisti. Al riguardo, Banco BPM ha già attivato le prime misure di ottimizzazione finalizzate a raggiungere, già dal
    mese di giugno 2025, il livello minimo del 13% senza applicazione del Danish Compromise.

Banco BPM, Castagna e Tononi: forte valenza strategica OPA Anima a prescindere da Danish Compromise

Massimo Tononi e Giuseppe Castagna, rispettivamente amministratore delegato di Banco BPM, hanno commentato gli ultimi sviluppi, informando che il CDA della banca ha espresso “oggi (ieri per chi legge), all’unanimità, il proprio motivato convincimento sulla forte valenza strategica e finanziaria dell’operazione Anima e ciò a prescindere dal trattamento prudenziale legato al Danish Compromise ”.

L’integrazione di Anima, leader italiano nell’asset management, all’interno del Gruppo Banco BPM ci consentirà di completare l’articolazione delle nostre fabbriche prodotto, aggiungendo al credito al consumo, alla monetica e alla bancassicurazione il tassello fondamentale del risparmio gestito”.

Ancora, hanno aggiunto Tononi e Castagna, il successo dell’OPA su Anima “ amplierà in misura rilevante il contributo dei ricavi commissionali, aumentando le possibilità del nostro Gruppo di generare stabilmente valore a favore dei nostri azionisti e di tutti gli stakeholder della Banca grazie alla nostra vocazione di Banca vicina al territorio, alle famiglie e alle PMI”.

Grazie ad Anima, Banco BPM è dunque ben posizionata, hanno fatto notare i due manager, “per raggiungere il target di utile al 2027 di 2.150 milioni di euro, con un patrimonio che, su tutto l’arco piano, permette di mantenere margini ampiamente superiori ai requisiti patrimoniali minimi e in linea con gli obiettivi dei peers, e con una remunerazione agli azionisti superiore a 6 miliardi nel periodo 2024/27, un livello che ci pone ai vertici di settore in Europa”.

Ieri, al termine della giornata di contrattazioni di Piazza Affari, il titolo Banco BPM ha chiuso in ribasso dello 0,22%, a quota 9,788 euro.

La rivincita di UniCredit su Banco BPM, azionisti blindano Orcel su maxi stipendio e OPS

In evidenza non solo il CDA della banca, ma anche il D-Day per l’OPS che UniCredit ha lanciato sul Banco: si è riunita infatti in unica convocazione nella giornata di ieri, giovedì 27 marzo 2025, anche l’assemblea ordinaria e straordinaria di Piazza Gae Aulenti, che si è conclusa con il via libera dei soci a tutti i punti all’ordine del giorno, inclusi quello inerente al maxi stipendio proposto per il CEO Andrea Orcel e all’aumento di capitale a servizio dell’offerta pubblica di scambio annunciata lo scorso 25 novembre 2024 su Piazza Meda.

Orcel ha l’occasione per ribadire quanto tutti i suoi dubbi sull’ottenimento dell’ok della BCE a utilizzare il Danish Compromise nell’OPA su Anima da parte di Banco BPM fossero stati fondati. E come, di fatto, il prezzo offerto da UniCredit fosse alla fine non solo giusto, ma anche a premio.

Dopo il no della BCE, ora l’OPS di UCG su Banco BPM sarebbe anche a rischio, come ha ricordato lo stesso Ronaldo dei banchieri.

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