BCE e tagli tassi, la Francia suona la sveglia a Lagarde. E occhio a stime inflazione e PIL euro per 2025, 2026, 2027

Laura Naka Antonelli

31 Gennaio 2025 - 12:15

Le previsioni sul trend dell’inflazione, del PIL e della disoccupazione dell’area euro del 2025, 2026, 2027 e anche oltre, dopo quinto taglio tassi BCE.

BCE e tagli tassi, la Francia suona la sveglia a Lagarde. E occhio a stime inflazione e PIL euro per 2025, 2026, 2027

All’indomani della prima riunione del 2025, che si è conclusa con il quinto taglio dei tassi di interesse dell’area euro, la BCE di Christine Lagarde ha pubblicato i risultati del sondaggio con cui è solita interpellare gli economisti e gli analisti delle banche e delle società finanziare per raccogliere le loro stime sulla direzione dell’inflazione, del PIL e della disoccupazione del blocco.

Obiettivo, ovviamente: raccogliere maggiori informazioni e punti di vista sulle condizioni di salute dell’economia dell’Eurozona, per impostare in modo più puntuale la propria politica monetaria.

Nuova sveglia a Lagarde da inflazione Francia, mentre si teme che la Cina esporti deflazione in Europa

Una nuova sveglia è stata suonata intanto a Christine Lagarde, nella giornata di oggi, con la pubblicazione di un dato arrivato dal fronte macro dell’area euro: quello dell’inflazione francese che, su base mensile, ha riportato a gennaio un trend negativo, scendendo dello 0,1%.

Su base annua, l’indice dei prezzi al consumo armonizzato della Francia è salito inoltre dell’1,8%, al di sotto del 2%, target su cui punta la Banca centrale europea, in un momento in cui gli economisti più pessimisti non escludono che la BCE finisca con il ricadere nella trappola, più che dell’inflazione, di una deflazione.

Colpisce tra l’altro il fatto che, a lanciare l’alert deflazione, sia stato di recente uno stesso esponente del Consiglio direttivo della Banca centrale europea: per la precisione, l’olandese Klaas Knot, che ha avvertito che, nel caso in cui Trump dovesse imporre dazi contro i prodotti che gli USA importano dalla Cina - una prospettiva praticamente certa - Pechino potrebbe reagire inondando l’Europa di prodotti a prezzi stracciati.

Knot ha detto che questo fenomeno si sta già verificando nel mercato dell’acciaio, avvertendo che la Cina potrebbe esportare la deflazione in Europa. Tutto questo, in un contesto in cui sembra di essere tornati al passato, visto che c’è già una banca centrale che non ha escluso il ritorno ai tassi di interesse negativi.

Inflazione euro, gli economisti rivedono al rialzo le attese per il 2025

Tornando a quanto emerso dal sondaggio ECB Survey of Professional Forecasters, il cui esito è stato annunciato nella giornata di oggi, gli esperti interpellati dalla BCE hanno detto di prevedere per l’inflazione headline dell’Eurozona, misurata dall’indice armonizzato dei prezzi al consumo, una crescita pari al 2,1% per il 2025, all’1,9% per il 2026 e al 2% per il 2027.

Le stime sull’inflazione headline del 2025 sono state riviste al rialzo di 0,2 punti percentuali (pp) rispetto al precedente sondaggio, a cui gli economisti avevano partecipato nel quarto trimestre del 2024.

Le previsioni per l’inflazione headline del 2026 sono rimaste invece invariate.

Per quanto riguarda la componente core dell’inflazione, misura dalla componente core dell’indice armonizzato dei prezzi al consumo (che esclude le componenti dei prezzi dei beni energetici e alimentari), le attese per il 2025 e il 2026 non sono state cambiate.

Le stime puntano tuttora a una inflazione core in crescita al ritmo del 2,2% nel 2025 e del 2% nel 2026 e nel 2027.

Per il più lungo termine, gli economisti hanno confermato l’outlook di un tasso di inflazione headline pari al 2%, tagliando invece lievemente le previsioni sul trend dell’inflazione HICP core all’1,9%.

Vale la pena sottolineare che, per più lungo termine, la BCE si riferisce al periodo che va fino al 2029.

L'esito del sondaggio con cui la BCE ha interpellato gli economisti sul trend del PIL, dell'inflazione e della disoccupazione dell'area euro L’esito del sondaggio con cui la BCE ha interpellato gli economisti sul trend del PIL, dell’inflazione e della disoccupazione dell’area euro Dal sondaggio ECB Survey of Professional Forecasters, è emerso quanto che gli esperti interpellati dall'Eurotower hanno dettodi prevedere per l'inflazione headline, misurata dall'indice armonizzato dei prezzi al consumo, una crescita pari al 2,1% per il 2025, all'1,9% per il 2026 e al 2% per il 2027. Occhio alle stime sul PIL e sulla disoccupazione.

Previsioni PIL e disoccupazione area euro per il 2025-2026-2027

Sul PIL dell’area euro, gli economisti interpellati dalla BCE hanno riferito di stimare una crescita del prodotto interno lordo su base reale dell’1% nel 2025 e dell’1,3% sia per il 2026 che per il 2027.

Rispetto alle stime precedenti, le previsioni sono state abbassate di 0,2 punti percentuali per il PIL del 2025 e di 0,1 punto percentuale per il 2026.

A motivare le revisioni al ribasso, hanno spiegato gli economisti intervistati dall’Eurotower, il fattore dell’incertezza, legato molto probabilmente all’effetto che sull’economia dell’area euro avranno i nuovi dazi della seconda amministrazione di Donald Trump. Le stime sul PIL di più lungo termine sono state lasciate invariate all’1,3%.

Ferme in generale le previsioni elaborate dagli economisti sul trend della disoccupazione dell’Eurozona. Gli intervistati dalla BCE hanno comunicato di continuare a stimare per il 2025 un tasso di disoccupazione, in media, pari al 6,5%, in discesa poi al 6,4% nel 2026, fino al 6,3% nel 2027.

Il tasso di disoccupazione dovrebbe rimanere poi attorno a questo livello anche nel più lungo termine.

Dalla BCE finora tagli pari a -125 punti base. L’appello pro-crescita euro

Ieri, giornata clou per l’Eurozona, con il primo BCE Day del 2025 e primo BCE Day anche della nuova era dell’amministrazione Trump 2.0.

La prima riunione dell’anno del Consiglio direttivo della BCE si è conclusa con l’annuncio del quinto taglio dei tassi di interesse dal 6 giugno 2024, quando l’Eurotower guidata dalla presidente Christine Lagarde ha iniziato a tagliare i tassi, allentando quella restrizione monetaria che aveva lanciato ripetutamente dal luglio del 2022 fino al settembre del 2023.

Dopo il primo taglio del 6 giugno scorso, la Banca centrale europea ha sborbiciato i tassi dell’Eurozona per la seconda volta il 12 settembre, poi una terza volta il 17 ottobre.

L’ultimo atto del 2024 è stato annunciato dall’Eurotower lo scorso 12 dicembre.

In tutti e cinque i casi, le riduzioni sono state pari a 25 punti base, per un totale di -125 punti base.

L’ultima mossa di ieri, giovedì 30 gennaio 2025, ha portato i tassi sui depositi, i tassi sulle operazioni di rifinanziamento principali e i tassi sulle operazioni di rifinanziamento marginale dell’Eurozona a scendere rispettivamente al 2,75%, al 2,90% e al 3,15%.

In generale, in una Eurozona che si appresta a essere colpita dallo schiaffo dei dazi di Trump - che ha già colpito ufficialmente nelle ultime ore il Canada e il Messico e che, secondo le stesse parole pronunciate dal presidente degli Stati Uniti, potrebbero arrivare al 100% contro i Paesi BRICS - i mercati e gli economisti sono allineati nel ritenere che la BCE procederà ad altri tagli dei tassi nel corso di questo anno.

Occhio al commento di Nicolas Forest, CIO di Candriam, che ha spiegato che, “con il costo del credito ancora elevato e le deboli prospettive per l’economia europea, prevediamo ancora tre tagli dei tassi da parte della BCE quest’anno, con un tasso finale del 2%, in linea con i prezzi di mercato”.

Forest ha lanciato un appello alla BCE sottolineando che, secondo Candriam, “la BCE debba continuare a concentrarsi sulla crescita piuttosto che sul rischio residuo di inflazione, al contrario della Fed”. Fed che questa settimana, come da attese, ha deciso di non muoversi, proprio in vista di quelle pressioni inflazionistiche che potrebbero tornare a puntare verso l’alto con la nuova amministrazione di Donald Trump.

Iscriviti a Money.it

Trading online
in
Demo

Fai Trading Online senza rischi con un conto demo gratuito: puoi operare su Forex, Borsa, Indici, Materie prime e Criptovalute.