Niente bonus 200 euro in busta paga, cosa può fare il dipendente? Ecco come difendersi dai datori di lavoro poco corretti.
Entro luglio il bonus una tantum del valore di 200 euro dovrà essere pagato a tutti i lavoratori dipendenti che ne soddisfano i requisiti. In base alle tempistiche di pagamento degli stipendi, i 200 euro potranno essere caricati sullo stipendio di giugno o di luglio, l’importante è che entro la fine del mese corrente tutti gli aventi diritto lo abbiano percepito in busta paga.
Tuttavia, ci sono dipendenti che temono di non ricevere i soldi. Questo a causa del metodo di pagamento individuato dal legislatore che, nel solo caso dei lavoratori dipendenti, ha individuato nel datore di lavoro la figura che deve farsi carico di anticipare i 200 euro al lavoratore, con la possibilità poi di recuperarne l’intero importo in sede di liquidazione delle imposte.
Un po’ lo stesso meccanismo adoperato per il conguaglio del 730, del quale è sempre il datore di lavoro a farsi carico di eventuali somme a credito.
La domanda che molti lavoratori - specialmente quelli alle dipendenze di datori di lavoro poco seri - si fanno riguarda il cosa succede nel caso in cui l’azienda decida di non anticipare il bonus 200 euro, ossia se ci sono delle tutele per il dipendente.
Ebbene, trattandosi di un diritto del lavoratore ci sono diversi modi per farlo valere, al pari di quanto già succede in caso di stipendio non pagato. Una cosa è certa: non c’è possibilità di ricevere il bonus direttamente dall’Inps, neppure quando il datore di lavoro si oppone al pagamento.
Bonus 200 euro: cosa deve fare il dipendente
Il lavoratore dipendente che intende ricevere il bonus 200 euro deve fare solamente una cosa: sottoscrivere un’apposita autocertificazione in cui dichiara di soddisfare i requisiti previsti dalla normativa e di non percepire il suddetto bonus per altro titolo (ad esempio in qualità di pensionato).
Solitamente è l’azienda a mettere a disposizione il modulo da firmare, ma qualora non riceviate alcuna informazione a riguardo potete utilizzare il Fac-simile che trovate qui.
Ricordiamo che per avere diritto al bonus 200 euro in busta paga bisogna aver percepito almeno uno stipendio nei primi quattro mesi dell’anno, e su almeno uno di questi deve esserci stata l’applicazione del cosiddetto bonus contributi. Ciò significa che almeno uno stipendio deve risultare inferiore a 2.692 euro, cifra da intendere al lordo.
Bonus 200 euro: è il datore di lavoro ad anticiparlo
Una volta ricevuta l’autocertificazione, il datore di lavoro non potrà esimersi dall’anticipare il bonus 200 euro nella busta paga del dipendente. Busta paga di giugno nel caso lo stipendio venga solitamente pagato nel mese successivo a quello di riferimento, altrimenti - ossia nel caso di stipendio pagato nel mese a cui riferisce - i soldi saranno caricati nella busta paga di luglio.
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Per il dipendente poco cambia: entro questo mese dovranno ricevere i soldi dal datore di lavoro, il quale poi avrà la possibilità di recuperare l’intera somma anticipata scalandola dalle imposte dovute.
Non ci sono alternative: non vi è la possibilità per il datore di lavoro di slegarsi dal ruolo di intermediario che gli è stato affidato dal legislatore, in quanto il pagamento diretto da parte dell’Inps è previsto solamente per le altre categorie di beneficiari diversi dai lavoratori subordinati.
Ad esempio, è l’Inps a pagare il bonus per i lavoratori domestici, come pure agli stagionali e ai disoccupati.
Per i lavoratori subordinati, come descritti dall’articolo 31 del decreto legge n. 50 del 17 maggio 2022, invece no, in quanto la busta paga è l’unico mezzo riconosciuto per l’accredito dei 200 euro.
Cosa fare se il datore di lavoro non paga i 200 euro
Se alla fine di luglio non avete ancora ricevuto i 200 euro allora è il caso di parlarne con il datore di lavoro. Attenzione ai toni, non serve attaccare: potrebbe anche essere che l’azienda sia in buona fede e che non abbia ben capito quali sono i suoi obblighi in merito.
Allorché, spiegate al datore di lavoro che è suo dovere farsi carico del pagamento dei 200 euro, ma che in ogni caso questi gli verranno subito restituiti dall’Inps in quanto saranno scalati dalle tasse dovute.
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Se da parte sua non dovesse esserci collaborazione, ossia qualora dovesse ulteriormente rifiutarsi di pagare i 200 euro, allora la vostra unica possibilità sarà quella di ricorrere alle maniere forti.
Ad esempio, il primo passaggio, previsto anche nel caso di stipendio non pagato, è quello di rivolgersi ai sindacati oppure all’ispettorato territoriale del lavoro. C’è anche la possibilità di fare causa al datore di lavoro facendosi assistere da un avvocato, ma prima di procedere è sempre consigliato valutare i pro e i contro di tale operazione chiedendo il consulto di un esperto.
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