Buste paga dicembre e gennaio: perché i prossimi stipendi saranno più alti

Simone Micocci

17 Dicembre 2022 - 07:00

Buone notizie per i lavoratori dipendenti: tra dicembre e gennaio previsti dei piccoli aumenti di stipendio. Ecco quali saranno le conseguenze sulle buste paga.

Buste paga dicembre e gennaio: perché i prossimi stipendi saranno più alti

I prossimi due stipendi saranno più ricchi: diverse le ragioni, a partire dal fatto che tanto per Natale quanto per Capodanno, trattandosi di due festività non godute, verrà riconosciuta una giornata di lavoro in più in busta paga. A ciò vanno ad aggiungersi le ultime novità in merito al taglio al cuneo fiscale, con lo sgravio contributivo che dal 1° gennaio 2023 sarà più vantaggioso per una piccola platea di lavoratori dipendenti.

Buone notizie quindi per i lavoratori dipendenti, anche se va detto che nel frattempo l’inflazione non accenna a fermarsi e quindi il potere d’acquisto delle retribuzioni continua a scendere, tant’è che quest’anno buona parte della tredicesima verrà consumata dal caro prezzi.

Quindi, partiamo dal principio e facciamo chiarezza su quali sono le ragioni per cui le prossime busta paga potrebbero godere di piccoli incrementi.

Cosa sono il bonus Natale e Capodanno

In questi giorni si sta parlando molto dei cosiddetti bonus Natale e Capodanno, ossia due piccoli incrementi stipendiali che si andranno ad aggiungere sia alla busta paga di dicembre che a quella di gennaio.

Va detto però che non si tratta di una novità, quanto di un beneficio già previsto dalla normativa. Se ne parla solamente quest’anno, però, perché le suddette festività, quindi il 25 dicembre e il 1° gennaio, cadono di domenica. Per la prima volta dopo tanti anni, quindi, tanto Natale quanto Capodanno sono due festività non godute, in quanto trattandosi di un giorno non lavorativo non si potrà godere del giorno di riposo retribuito riconosciuto per le festività nazionali.

A tal proposito, quando le festività non godute coincidono con la domenica, spetta al dipendente un aumento di stipendio. Nel dettaglio, alla retribuzione globale indicata in busta paga si aggiungerà un’ulteriore giornata retribuita: una per Natale nello stipendio di dicembre, l’altra per Capodanno nello stipendio di gennaio.

Nessuna retribuzione extra, invece, per la Vigilia di Natale e Capodanno: ricordiamo, infatti, che il 24 e il 31 dicembre non sono due giorni festivi, quindi vengono trattati in busta paga al pari di tutte le altre giornate feriali.

Sgravio contributivo sulla tredicesima

Senza dimenticare poi che dicembre è il mese della tredicesima, in arrivo nei prossimi giorni alla generalità dei lavoratori dipendenti, con la sola eccezione di coloro che la ricevono mensilmente in busta paga.

Quest’anno per la tredicesima si applica una novità molto importante, ma solo laddove l’importo lordo risulti inferiore a 2.692 euro: uno sgravio contributivo del 2%, che contribuisce ad aumentarne l’importo netto (a parità di lordo).

Il suddetto sgravio è stato portato dallo 0,8% al 2% dal decreto Aiuti bis: a tal proposito, l’Inps ha specificato che nonostante si applichi a partire dallo stipendio di luglio 2022, tutti i ratei di tredicesima, compresi quelli maturati tra gennaio e giugno, beneficeranno dell’agevolazione.

Ne risulta, quindi, che sulla tredicesima il lavoratore dipendente verserà il 2% di contributi in meno rispetto agli anni scorsi: non più il 9,19%, bensì il 7,19%. Ad esempio, per chi prende 1.000 di tredicesima ne risulta un vantaggio netto di circa 20 euro, 30 euro qualora fosse di 1.500 euro e 40 euro per chi ne prende 2.000 euro.

Nuovi aumenti sulla busta paga di gennaio 2023

Lo stesso sgravio del 2% viene confermato anche per il 2023. Allo stesso tempo viene aumentato dell’1% per chi ha una retribuzione il cui imponibile lordo non supera i 1.584 euro.

Quindi, chi prende uno stipendio inferiore alla suddetta soglia a partire dalla busta paga di gennaio 2023 godrà di un ulteriore incremento dell’1%: lo sgravio contributivo sale così al 3%, mentre l’aliquota contributiva scende al 6,19%.

Di conseguenza, per chi prende 1.000 euro di stipendio è atteso un risparmio, che si riverserà sulla retribuzione netta, di ulteriori 10 euro rispetto al 2022, mentre l’incremento massimo, per chi appunto ha uno stipendio di 1.584 euro, è di 15,84 euro.

Novità anche per i dipendenti pubblici, per i quali da gennaio 2023 si applicherà un incremento provvisorio dell’1,5%, in attesa del rinnovo di contratto. Previsto dalla legge di Bilancio 2023, garantirà un incremento dell’1,5% della retribuzione tabellare: tuttavia, a differenza del suddetto sgravio contributivo, in questo caso l’aumento è da considerare al lordo. Quindi, su uno stipendio di 1.500 euro spetta sì uno incremento mensile di 22,50 euro, ma su questo andranno poi sottratte tasse e contributi.

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