I mercati oggi sono concentrati su 3 temi chiave: Cina, Federal Reserve, inflazione. Gli investitori osservano dati e previsioni su crescita cinese, mosse Fed, prezzi europei. C’è ancora incertezza.
Mercati oggi concentrati su 3 temi chiave, che stanno monopolizzando l’interesse degli investitori: la crescita della Cina, le prossime mosse Fed (e Bce), l’andamento dell’inflazione.
Le borse asiatiche sono in rialzo, poiché i deboli dati sull’attività industriale cinese hanno alimentato le aspettative di nuovi stimoli, anche se i forti numeri economici statunitensi hanno rafforzato l’opinione che la Federal Reserve manterrà la linea aggressiva sui tassi più a lungo.
Un indicatore delle azioni globali è sceso leggermente, smorzando un rally del primo semestre che ha sfidato l’aumento dei tassi di interesse e il rischio di recessioni nelle principali economie.
Oggi sono attesi dati importanti sull’inflazione. L’attenzione degli investitori è tutta sulla lettura dell’indice della spesa per i consumi personali (PCE) degli Stati Uniti, l’indicatore di inflazione preferito dalla Fed.
E prima c’è l’indice dei prezzi al consumo della zona euro di giugno, a fornire spunti per un quadro più ampio nella regione, dopo che i dati di giovedì hanno mostrato che l’inflazione tedesca è aumentata più del previsto.
I 3 temi caldi per i mercati oggi
La Cina è osservata speciale. L’attività industriale cinese a giugno si è contratta per il terzo mese, mentre l’attività non manifatturiera ha raggiunto il livello più debole da quando Pechino ha abbandonato la sua rigorosa politica “zero Covid” alla fine dello scorso anno.
Gli ultimi dati indicano una ripresa irregolare nella seconda economia più grande del mondo, mentre lo slancio di crescita svanisce. Intanto, lo yuan offshore è rimasto sotto i riflettori dopo il recente scivolamento al livello più basso in sette mesi. Si è apprezzato oggi, per la prima volta in tre giorni, dopo che la People’s Bank of China ha nuovamente fissato il tasso di riferimento giornaliero per la valuta a un livello superiore alla stima media in un sondaggio Bloomberg.
La valuta è scesa di quasi il 5% rispetto al dollaro quest’anno. Anche lo yen è scivolato pesantemente. Il deprezzamento a 145 per la prima volta da novembre è stato seguito da un rapido ritracciamento a circa 144,70, dopo che il ministro delle finanze Shunichi Suzuki ha detto ai giornalisti che il governo avrebbe risposto in modo appropriato a qualsiasi movimento eccessivo nel mercato valutario.
Il rischio di intervento aumenterà se la Fed alzerà i tassi a luglio e lo yen si avvicinerà a 150 sul dollaro, secondo Shoki Omori, chief desk strategist presso Mizuho Securities a Tokyo. “Vedo che USD/JPY accelererà rapidamente da 145 a 150”.
Negli Usa, i dati della settimana hanno dipinto un quadro di un’economia resiliente che ha alleviato alcune delle preoccupazioni di una recessione imminente, ma ha anche alimentato le aspettative che la Fed rimarrà falco.
Il numero di americani che hanno presentato nuove richieste di indennità di disoccupazione è diminuito inaspettatamente la scorsa settimana, indicando la continua forza del mercato del lavoro, mentre il Pil del primo trimestre è stato nettamente rivisto al rialzo.
I mercati sono infine molto attenti alle vicende europee e, nello specifico, all’andamento poco chiaro dell’inflazione. L’indice dei prezzi della zona euro che verrà svelato oggi potrebbe scendere al 5,6% a giugno dal 6,1% di maggio.
Mentre i prezzi al consumo tedeschi, armonizzati rispetto agli altri paesi dell’Unione Europea, sono aumentati di un 6,8% superiore alle attese rispetto all’anno precedente a giugno, l’inflazione è scesa bruscamente in Spagna e in Italia.
“C’è una crescente divergenza nel percorso dell’inflazione in tutta la regione, che sta portando a un certo disaccordo sul percorso giusto per la politica”, ha affermato Rob Carnell, responsabile regionale della ricerca di ING, Asia-Pacifico.
La Bce potrebbe davvero essere incerta su come proseguire, soprattutto a settembre.
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