Cina in deflazione, banche nervose: azioni in rosso. Mercati verso il crollo?

Violetta Silvestri

09/08/2023

Deflazione in Cina e tensioni bancarie mandano in rosso i mercati oggi. Cosa succede e perché c’è il rischio crollo con notizie poco rassicuranti per l’economia e la finanza globali.

Cina in deflazione, banche nervose: azioni in rosso. Mercati verso il crollo?

Mercati in tensione e in rosso oggi: la spinta al ribasso viene innanzitutto dalla Cina, dopo che i dati hanno mostrato la deflazione a luglio nel dragone, un segnale negativo per le prospettive di crescita economica mondiale, anche se potrebbe contribuire a smorzare le forze inflazionistiche a livello globale.

La seduta asiatica si sta chiudendo in negativo, con lo Shanghai e lo Shenzhen cinesi in perdita rispettivamente dello 0,55% e dello 0,48% e con l’indice di Hong Kong in perdita dello 0,13%. Anche il Nikkei giapponese è scivolato in rosso, con un -0,40%. Nel dettaglio, i promotori immobiliari cinesi quotati a Hong Kong sono scesi dello 0,6% dopo il calo del 4,8% del giorno precedente, mentre persistono le preoccupazioni per il settore, un importante pilastro della crescita economica.

Durante la notte, Wall Street ha chiuso al ribasso con un’ampia svendita dopo il declassamento di diversi istituti di credito a causa dei timori riaccesi di Moody’s sulla salute delle banche e dell’economia statunitensi.

Inoltre, sempre il settore bancario italiano è stato scioccato dalla tassa sugli extraprofitti che il Governo Meloni ha introdotto per gli istituti di credito nazionali, crollando in Borsa.

In questo contesto di rinnovate tensioni finanziarie, i mercati oggi appaiono agitati: ci sarà un crollo?

Cina: è deflazione, crisi sempre più grave. E i mercati crollano

Dopo il tonfo dell’import/export rivelato ieri, dalla Cina sono giunti altri segnali negativi per la sua economia e per l’andamento globale.

L’economia cinese è caduta in deflazione dopo che i prezzi al consumo sono diminuiti per la prima volta dall’inizio del 2021, in uno degli indicatori più importanti delle sfide che i politici devono affrontare mentre lottano per rilanciare i consumi.

L’indice dei prezzi al consumo è sceso dello 0,3% su base annua a luglio, secondo le statistiche ufficiali pubblicate mercoledì, dopo non aver registrato variazioni un mese prima. L’indice dei prezzi alla produzione, un indicatore dei prezzi delle merci all’uscita dalle fabbriche, è sceso del 4,4% a luglio.

I prezzi al consumo, scivolati in territorio negativo nel febbraio 2021, sono stati sull’orlo della deflazione per mesi poiché un previsto rimbalzo della spesa dei consumatori non si è concretizzato dopo che le autorità hanno revocato le restrizioni pandemiche all’inizio dell’anno.

Il passaggio alla deflazione è destinato ad alimentare la richiesta di maggiori stimoli da parte del Governo in un momento in cui a preoccupare ci sono anche il rallentamento del settore immobiliare e una debolezza del commercio, che hanno tutti annullato lo slancio economico.

Dan Wang, un economista con sede a Shanghai presso la Hang Seng Bank, ha affermato che i numeri dell’inflazione e del commercio erano “un riflesso del potere d’acquisto inferiore e della debole fiducia dei consumatori”.

I politici cinesi hanno tentato di proiettare la fiducia nell’economia sin dalla riapertura dal Covid, tagliando alcuni tassi di interesse e offrendo incentivi fiscali alle imprese, ma si sono fermati prima di uno stimolo più importante. Il Politburo del partito comunista ha ammesso alla fine del mese scorso che la ripresa stava compiendo “progressi tortuosi” e ha affermato che avrebbe “espanso attivamente la domanda interna”.

Tumulto bancario

Le banche italiane sono state protagoniste indiscusse dei mercati europei e mondiali nella seduta di ieri, 8 agosto. Il crollo proseguirà oggi?

In realtà, il Governo ha emesso un chiarimento sulla sua nuova tassa sui profitti straordinari delle banche, affermando che l’impatto potrebbe essere limitato per alcune banche e che il prelievo non supererà lo 0,1% delle attività di un’impresa.

Le banche che hanno già aumentato i tassi di interesse che offrono ai depositanti “non avranno un impatto significativo come conseguenza della norma approvata ieri”, ha dichiarato martedì sera il ministero delle Finanze in una nota. Il chiarimento è arrivato circa 24 ore dopo che l’esecutivo Meloni ha scioccato i mercati con l’inattesa tassa, annunciata a braccio dal vicepremier Matteo Salvini al termine di una conferenza stampa sulle altre misure approvate dal gabinetto italiano.

Piazza Affari è stata la peggiore in Europa e le azioni bancarie hanno perso circa 9,5 miliardi di capitalizzazione.

Banche in tensione anche negli Usa. Nella notte, tutti e tre i principali indici statunitensi hanno registrato una svendita dopo che Moody’s ha declassato il rating creditizio di diverse banche regionali, citando il rischio di deposito, una potenziale recessione e portafogli di immobili commerciali in difficoltà.

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