Debitore nullatenente, ecco cosa è possibile fare per recuperare il credito a seconda dei casi.
La procedura stragiudiziale per il recupero crediti può essere seguita, se insufficiente, dalla causa in tribunale. Quest’ultima è necessaria prima a intimare il pagamento, per poi arrivare al pignoramento dei beni e trovare quindi il modo di soddisfare il creditore. Soluzione quasi inutile se il debitore è nullatenente, ecco come tutelarsi in questi casi.
Debitore nullatenente e beni impignorabili
Comunemente si definisce nullatenente la persona che non ha reddito da lavoro né beni di alcun tipo. Sebbene non si tratti di una categoria giuridica, la condizione del nullatenente è in tutto e per tutto assimilabile a quella di chi possiede beni o redditi che non sono pignorabili. Si tratta in particolare di:
- Immobili inseriti nel fondo patrimoniale.
- Prima e unica casa, ma soltanto se il creditore è l’Agenzia delle entrate – riscossione.
- Pensione o stipendio oltre un quinto, detratto il minimo vitale.
- Conto corrente oltre alla cifra determinata dalla legge.
- Beni in comproprietà, ma soltanto per la parte altrui.
- Beni indispensabili per lo svolgimento di una professione o dell’impresa oltre al quinto.
- Fede nuziale, indumenti e altri oggetti essenziali.
Il debitore che non possiede redditi o beni oltre questi indicati non può effettivamente essere sottoposto al pignoramento, che è l’unica procedura in grado di soddisfare il creditore attraverso un adempimento coattivo. Bisogna però capire se il debitore è sempre stato nullatenente o se ha variato o celato il suo patrimonio per impedire il pignoramento.
Prescrizione del credito
Quando il debitore è effettivamente nullatenente il creditore non può recuperare il suo credito nell’immediato. Ciò non vuol dire che il debitore possa essere al riparo perenne dall’adempimento. Secondo l’ordinamento italiano, infatti, si risponde dei debiti con il patrimonio presente e futuro. Questo significa che se il debitore è nullatenente, il creditore potrà rivalersi su di lui in seguito, non appena le sue condizioni si saranno risollevate.
Per fare questo è però necessario che nel frattempo non sia intervenuta la prescrizione, di norma pari a 10 anni. Oltre il termine, infatti, il creditore non può più pretendere l’adempimento da parte del debitore, a meno che la prescrizione sia stata interrotta. Il creditore può quindi attendere il miglioramento delle condizioni del debitore inviando periodicamente delle diffide di pagamento, al fine di interrompere la prescrizione.
Le indagini per il recupero crediti
Il debitore nullatenente potrebbe apparire come tale, nonostante la presenza di beni e redditi celati o trasferiti per renderli inattaccabili. Allo stesso tempo, la nullatenenza del debitore al momento di nascita del debito potrebbe determinare la sua mala fede.
Il creditore può quindi avvalersi delle società investigative per rintracciare eventuali redditi e beni, così da stabilire il da farsi. Nel caso in cui risultino beni e redditi è, infatti, possibile richiedere il pignoramento (considerando che le spese sono a carico del debitore). Nelle altre situazioni, invece, sono disponibili diversi rimedi.
L’azione revocatoria contro donazioni e vendite
Le indagini e le visure sono fondamentali per individuare eventuali donazioni e vendite effettuate dal debitore per evitare di essere obbligato all’adempimento. Nel dettaglio, entro un anno dall’atto il creditore può rivalersi direttamente sui beni in oggetto, anche se di proprietà di terzi.
Entro 5 anni dall’atto di donazione o vendita è poi possibile esercitare l’azione revocatoria (sempre una causa civile) , che per l’appunto revoca il provvedimento del debitore rendendo i beni in oggetto attaccabili dal recupero crediti, purché si possa provare il fine fraudolento dell’atto contestato.
Debitore nullatenente sposato, erede o minorenne
Quando il debitore è sposato con il regime di comunione dei beni il creditore può pretendere il 50% del pagamento dall’altro coniuge e, similmente, se il debitore nullatenente è minorenne l’adempimento deve essere preteso dai genitori.
Nella situazione più fortunata, poi, il debitore cessa di essere nullatenente perché riceve un’eredità. In questo caso bisogna sapere che il creditore può rivalersi sui beni in oggetto e anche impugnare un’eventuale rinuncia entro 5 anni. Nel dettaglio, i creditori possono impugnare la rinuncia che arreca loro un pregiudizio, quindi anche se la rinuncia è avvenuta con buona fede del debitore.
Recupero crediti dagli eredi se il debitore è deceduto
Se il debitore nullatenente muore i suoi debiti passano agli eredi che accettano l’eredità, in proporzione della quota di ognuno. Tutti coloro che hanno accettato possono quindi essere citati in giudizio dal creditore per ottenere l’adempimento. Ciò non è ovviamente possibile quando i chiamati all’eredità rinunciano, mentre in caso di accettazione con beneficio d’inventario i beni personali degli eredi non sono attaccabili.
Denunciare il debitore nullatenente
È anche possibile denunciare il debitore nullatenente che ha contratto il debito pur sapendo che non avrebbe potuto o voluto pagare. Si parla in questi casi di insolvenza fraudolenta, punibile con la reclusione fino a 2 anni e l’ammenda fino a 516 euro, a meno che non si adempia. Può rappresentare quindi un incentivo al pagamento.
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