Il femminicidio di Giulia Cecchettin ha riacceso il dibattito sul patriarcato: cosa significa questo termine e perché di recente se ne sta discutendo così tanto.
Che cos’è il patriarcato? Una domanda questa di strettissima attualità viste le accese discussioni - e le polemiche - innescate dalla lettera aperta pubblicata dal Corriere della Sera e scritta da Elena Cecchettin, la sorella di Giulia la giovane studentessa uccisa dal suo ex fidanzato.
Una drammatica vicenda che ha riacceso i riflettori sul delicato tema dei femminicidi: in Italia in questo 2023 finora sono state 106 le donne uccise quasi tutte in ambito familiare o affettivo, con i numeri nel resto dell’Europa e del mondo che sono tristemente simili se non peggiori.
Dopo la morte della sorella, Elena Cecchettin nonostante il grande dolore - un anno fa è venuta a mancare anche la madre a causa di una malattia - ha deciso di prendere carta e penna e di lanciare il suo grido di allarme.
“Nessun uomo è buono se non fa nulla per smantellare la società che li privilegia tanto - si legge nella lettera pubblicata dal Corsera -. È responsabilità degli uomini in questa società patriarcale dato il loro privilegio e il loro potere, educare e richiamare amici e colleghi non appena sentano il minimo accenno di violenza sessista. Ditelo a quell’amico che controlla la propria ragazza, ditelo a quel collega che fa catcalling alle passanti, rendetevi ostili a comportamenti del genere accettati dalla società, che non sono altro che il preludio del femminicidio”.
Poi un duro attacco anche alle Istituzioni: “Il femminicidio è un omicidio di Stato, perché lo Stato non ci tutela, perché non ci protegge. Il femminicidio non è un delitto passionale, è un delitto di potere. Serve un’educazione sessuale e affettiva capillare, serve insegnare che l’ amore non è possesso. Bisogna finanziare i centri antiviolenza e bisogna dare la possibilità di chiedere aiuto a chi ne ha bisogno. Per Giulia non fate un minuto di silenzio, per Giulia bruciate tutto”.
Parole queste che hanno generato duri attacchi alla ragazza. Il consigliere regionale veneto Stefano Valdegamberi - eletto con la Lista Zaia - così ha scritto sui social: “Non condivido affatto la dichiarazione che ha fatto. Mi sembra un messaggio ideologico, costruito ad hoc, pronto per la recita”.
Parole simili a quelle del consigliere regionale della Lega in Emilia-Romagna Matteo Montevecchi: “Le parole di Elena Cecchettin sono inaccettabili e da respingere con fermezza, perché non è l’inesistente patriarcato a produrre queste violenze”.
Ma cos’è allora questo patriarcato? Cerchiamo di fare un po’ di chiarezza per capire al meglio su cosa si basa questa discussione così accesa.
Che cos’è il patriarcato
Per capire al meglio cosa si intende quando si parla di patriarcato possiamo fare riferimento alla definizione che la Treccani attribuisce a questo termine.
In antropologia, tipo di sistema sociale in cui vige il ’diritto paterno’, ossia il controllo esclusivo dell’autorità domestica, pubblica e politica da parte dei maschi più anziani del gruppo. La famiglia estesa dominata dal patriarca sarebbe stata, secondo alcuni antropologi evoluzionistici dell’Ottocento (H.J.S. Maine, N.-D. Fustel de Coulanges), l’istituzione centrale della società primitiva basata sulla parentela. Essa avrebbe formato un gruppo corporato che reclutava i propri membri per agnazione (discendenza per linea maschile). Questa tesi fu ripresa da S. Freud, secondo il quale la società umana ebbe origine dall’orda patriarcale dominata dal padre o dal maschio più anziano.
In sociologia invece il patriarcato si riferisce all’ambito familiare dove il padre esercita la propria autorità sulla donna e i figli, con questa sorta di organizzazione sociale che è riscontrabile anche in culture e religioni differenti.
Un modello familiare e di società che affonda le sue radici già nell’antichità, tanto che Karl Marx riteneva che il patriarcato fosse nato a causa di una primitiva divisione del lavoro: le donne si prendevano cura della casa e gli uomini si occupavano del procurare il cibo.
In merito ai femminicidi, secondo diversi sociologi il potere e il controllo completo all’interno della famiglia del padre verso la moglie e i figli può sfociare in una cultura dello stupro dove la violenza verso le donne diventa quasi una “norma” sociale.
In Italia spesso si è parlato di un patriarcato come ancora fortemente intrinseco all’interno delle famiglie e della società, con Elena Cecchettin che nella sua lettera ha esortato gli uomini a smantellare questi retaggi combattendo e denunciando ogni atteggiamento sessista.
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