I forti ribassi di quest’ultima settimana mettono paura a molti operatori. Che sia iniziato un grande crollo?
Il panic sell si è scatenato dopo i dati dell’inflazione Usa, usciti di poco sopra le aspettative degli operatori, e dopo la mancata reazione dei mercati all’uscita dei dati sull’inflazione europea. Il mercato non è riuscito a recuperare il forte ribasso di quest’ultima settimana nei giorni successivi, anzi abbiamo visto ulteriori discese.
Una cosa è importante da sottolineare: il mercato sta testando dei livelli di lungo periodo molto importanti, da monitorare costantemente al fine di identificare una valida reazione che porti i mercati verso le aree di prezzo adocchiate nelle settimane scorse. Aspettiamo quindi che il mercato rispetti questa ipotetica dinamica di recupero nei prossimi giorni.
Mercati, siamo ancora su livelli di supporto
Per quanto possa sembrare strano, i mercati si trovano ancora su livelli di supporto di lungo periodo ancora validi, che hanno un’origine temporale relativamente lontana se osserviamo le dinamiche settimanali.
Riassumendo le dinamiche di mercato degli ultimi mesi, abbiamo visto un buon recupero del mercato azionario tra giugno e agosto, che tecnicamente aveva accumulato sui minimi per poi confermare una dinamica di rialzo. Questa affermazione è confermata dalle chiusure mensili di luglio, positive per i mercati azionari sia europei che americani e che hanno fatto ben sperare la maggior parte degli operatori per quanto riguardava un recupero sostanzioso anche per il mese di settembre.
A oggi, settembre si configura come un mese assolutamente negativo, soprattutto considerando la dinamica di prezzo che abbiamo visto nelle ultime settimane, dove un forte recupero è stato immediatamente negato da un panic sell a ridosso dell’uscita del dato dell’inflazione Usa, fondamentale nel lungo periodo e che potrebbe portare a decisioni importanti nelle dinamiche di gestione di portafoglio di molti fondi di investimento.
Molto importante è però la situazione tecnica che per il momento invalida questa “paura” circa la possibilità di ulteriori crolli e che potrebbe sembrare bizzarra se consideriamo il “sentiment” attuale di mercato.
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La dinamica del Dax
Essendo ora il mercato sui minimi, risulta doveroso rivedere questa situazione, già analizzata nell’ultima puntata della rubrica Trading Time (in onda su Youtube ogni giovedì alle 18:30).
L’indice tedesco sembra ancora reggere dei minimi importantissimi segnati a marzo, il tutto con una dinamica che nel lungo periodo ha tradito poche volte, ossia una forte shadow rialzista (l’ombra della candela mensile) che ha un forte significato nei grafici di lungo periodo.
Potremmo interpretare questa dinamica mensile come un mercato che ha toccato minimi per poi ricomprarli con una forza talmente importante che non ha trovato venditori se non nei mesi successivi. Questa vendita, perpetrata da marzo a oggi, ha incontrato non poche difficoltà, una discesa lenta ma comunque in perfetta sincronia con lo scenario macroeconomico in atto, un ribasso giustificato da una politica restrittiva da parte delle banche centrali di tutto il mondo che si traduce in una riduzione di liquidità molto importante per i mercati finanziari.
Perché si potrebbe rimbalzare?
L’ipotesi del rimbalzo viene inquadrata all’interno di uno scenario che prevede i mercati in crollo totale nel 2023, un ipotetico crollo che farebbe sembrare l’attuale ribasso del 2022 come un ritracciamento di mercato nel lungo periodo.
L’attuale situazione macro non è di certo propensa per una ripresa di lungo periodo, perciò l’ipotesi di rimbalzo è valida in quanto i mercati hanno bisogno di un periodo di pausa con un rimbalzo, una ripresa dei corsi che darebbe respiro al trend ribassista.
Lo scenario attuale quindi prevede un rimbalzo dei prezzi dai minimi per ritornare su livelli già identificabili sul grafico, ad esempio area 14000 per il Dax. Per il resto bisognerà quindi aspettare i prossimi giorni che saranno cruciali per quanto riguarda la conferma di questa dinamica, negata al momento dal mercato.
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