La “maggioranza Ursula”, che arriverebbe al minimo dei voti necessari al Parlamento europeo per convalidare la Presidenza e sostenere la Commissione, sarà accerchiata tanto da sinistra che da destra.
In Europa, la crescita elettorale dei partiti cosiddetti sovranisti è proseguita, apparentemente inarrestabile, anche se apparentemente non metterà in crisi la “maggioranza Ursula” che già nella scorsa legislatura ha visto costituirsi il blocco tra Partito Popolare e Sinistra e Democrazia, cui si aggiungono strumentalmente altri voti: Fratelli d’Italia e Rassemblement National sono stati i partiti più votati nei rispettivi Paesi, mentre AfD in Germania è arrivato secondo scavalcando il partito socialdemocratico del Cancelliere Scholz che ha perso malamente rispetto all’opposizione della Cdu-Csu.
E’ colpa dell’architettura istituzionale europea, che prevede l’iniziativa legislativa esclusiva a favore della Commissione, rendendo il Parlamento un organo che può solo emendare i testi che gli arrivano, ma che comunque rimangono soggetti all’accettazione della Commissione. Anche il ruolo decisionale attribuito al Consiglio dei Ministri dell’Unione non vale a ristabilire un confronto soddisfacente, visto che rimangono escluse le forze di opposizione.
Insomma, le istituzioni dell’Unione Europea sono caratterizzate da un deficit democratico rilevante, che suscita una reazione politica sempre più decisa: i partiti cosiddetti sovranisti cercano di fermare quella che appare una deriva inarrestabile di accentramento di potere presso la Commissione, che non rende conto a nessuno se non alle lobby che hanno accesso ai Palazzi di Bruxelles.
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