Se l’eredità ha debiti è preferibile rinunciare oppure accettare con beneficio d’inventario. Ecco qual è la strada più conveniente a seconda dei casi.
In presenza di un’eredità contenente dei debiti le soluzioni per mettersi al riparo dalle ripercussioni sono la rinuncia dell’eredità e l’accettazione con beneficio d’inventario. Questa due procedure operano effetti completamente diversi l’una dall’altra, dunque non sono perfettamente sostituibili. Per capire quando conviene una soluzione piuttosto che l’altra è quindi necessario valutare la situazione del patrimonio ereditario, tenendo conto delle differenze (anche di costi) fra rinuncia e accettazione con beneficio d’inventario.
La differenza fra l’accettazione con beneficio d’inventario e la rinuncia dell’eredità
L’accettazione con beneficio d’inventario permette di mantenere la distinzione fra il patrimonio personale dell’erede e quello ereditario, evitando che i creditori del defunto possano attaccare anche i beni dell’erede oltre a quelli facenti parti dell’eredità. Il mezzo per consentire questa separazione è proprio l’inventario dei beni ereditari, il quale permettere di definire in modo ufficiale cosa fa parte dell’eredità e cosa invece no.
In sintesi, accettando l’eredità con beneficio d’inventario l’erede entra in possesso dei beni ereditari - che sono determinati con certezza – in proporzione della propria quota. È sempre la quota, poi, a definire la misura in cui l’erede deve rispondere dei debiti ereditari, ma in ogni caso le azioni di credito possono rivalersi soltanto sui beni del defunto.
Con la rinuncia all’eredità, invece, si perdono completamente (salvo la possibilità di revoca) i diritti e i doveri che riguardano il patrimonio ereditario. In altre parole, il chiamato all’eredità non riceve alcun bene del defunto e parimenti non deve rispondere dei suoi debiti. La differenza sostanziale rispetto all’accettazione con beneficio d’inventario è che quest’ultima consente comunque di ricevere l’eredità, anche perché non è possibile l’accettazione parziale, e dunque conservare alcuni diritti.
In ogni caso, entrambe le procedure sono particolarmente utili per le eredità con debiti, perché permettono al chiamato/erede di liberarsi dalle possibili conseguenze nei debiti ereditari. Sotto questo punto di vista, dunque, queste procedure sembrano equivalersi, ma non è affatto così. Sapere che ci sono dei debiti nel patrimonio ereditario è solo la condizione di partenza per capire che è necessario evitare l’accettazione pura e semplice in favore di una di queste procedure, ma la scelta fra quale si basa sui dettagli più specifici.
Conviene accettare con beneficio d’inventario o rinunciare all’eredità?
La rinuncia all’eredità presuppone che il chiamato non abbia alcun interesse nel ricevere i beni del patrimonio ereditario. Evidentemente, questa situazione si verifica quando:
- Il valore dei debiti supera quello dei beni e dei crediti nell’eredità;
- il valore dei debiti eguaglia quello di beni e crediti ereditari;
- il valore dei debiti è inferiore rispetto ai crediti e ai beni ereditari, ma questi ultimi non risultano convenienti per il chiamato all’eredità.
La situazione più immediata è quella in cui è proprio il valore dei debiti a indirizzare verso la rinuncia, in quanto con l’accettazione con beneficio d’inventario si rischierebbe comunque di perdere tutto ciò che si è ottenuto a titolo di eredità. Non si tratta, tuttavia, di una regola fissa, ma la valutazione è a completa discrezione dell’erede.
Si pensi ad esempio, a un’eredità con debiti il cui valore è di poco inferiore a quello di un terreno che fa parte del patrimonio ereditario. L’erede potrebbe in tal caso accettare con beneficio d’inventario, ma rischiando di non guadagnarci quasi nulla se si arriva alla vendita giudiziaria. Il valore dei debiti potrebbe anche essere nettamente inferiore a quello dei beni, ma questi ultimi necessitanti di gestione o manutenzione a cui il chiamato all’eredità non ha interesse. Un ulteriore esempio, può essere quello in cui i crediti ereditari sono superiore ai debiti, ma probabilmente di difficile riscossione.
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Di conseguenza, è consigliabile l’accettazione con beneficio d’inventario soltanto quando:
- I debiti ereditari sono inferiori a crediti e beni;
- l’eredità con debiti comprende per lo più beni impignorabili (tenendo conto anche dell’identità dei creditori).
L’accettazione con beneficio d’inventario è di norma consigliabile anche quando si è incerti riguardo al patrimonio ereditario e ai suoi debiti, perché consente di non privarsi del possibile beneficio ma senza rischiare. In situazioni del genere, la convenienza dell’accettazione con beneficio d’inventario si palesa soltanto se si svolge la pratica direttamente in tribunale.
Per l’accettazione con beneficio d’inventario è infatti richiesto il pagamento di un contributo unificato di circa un centinaio di euro, contro il doppio richiesto per la rinuncia. Allo stesso tempo, bisogna considerare anche l’eventuale onorario del notaio, laddove è necessario rivolgersi al professionista per lo svolgimento delle pratiche, che può variare a seconda della complessità del patrimonio.
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