Forex e azionario: il punto sui mercati a fine febbraio

David Pascucci

28 Febbraio 2023 - 13:04

Sono passati due mesi dall’inizio delle contrattazioni del nuovo anno, facciamo il punto tecnico sui vari mercati.

Forex e azionario: il punto sui mercati a fine febbraio

Dopo due mesi di negoziazioni, facciamo il punto tecnico sui mercati più importanti al momento: Forex, azionario e obbligazionario. La situazione è abbastanza delicata visto che dal punto di vista di macroeconomico abbiamo una situazione tendenzialmente negativa, pertanto abbiamo un sentiment di mercato contrastato con dei mercati che premiano il rischio, evidente dalla forte salita dei corsi azionari dalla fine del 2022.

In effetti da inizio 2022 abbiamo visto forti movimenti sul Forex che hanno portato alcuni cambi, come EurUsd e UsdJpy che hanno avuto movimenti che potremmo definire estremi, come ad esempio la forte accelerazione di EurUsd verso 1,10, oppure il ritorno sotto 130 di UsdJpy, che hanno portato i mercati ad avere dei movimenti di reazione come quelli che stiamo vedendo ancora in questo momento, soprattutto sul cambio UsdJpy, osservato speciale per via del cambio di governatore della BoJ che avverrà a breve e per la situazione delicata in merito alla politica di controllo della curva dei rendimenti, strettamente legata al debito pubblico che si trova oltre il 260%. Facciamo il punto macroeconomico e il punto tecnico su questi mercati.

La situazione macroeconomica a oggi

Partiamo dai livelli di inflazione su scala globale. Negli Usa l’inflazione è in calo da giugno del 2022 dove abbiamo visto i massimi vicini al 10%, ora ci troviamo a ridosso del 6%, un calo del 4% in poco più di 6 mesi, un buon ritmo che potrebbe proseguire nel corso del 2023 e che potrebbe portare l’inflazione nei target entro fine anno. In Europa abbiamo un buon ritmo di discesa visto che partivamo dal 10,6% e stiamo ora all’8,6%, un calo secco del 2% da ottobre, quindi in 4 mesi abbiamo visto un calo simile a quello americano in termini di calo mensile.

Numeri buoni considerando il lag temporale tra Usa ed Europa, un lag temporale di 4 mesi dovuto a un ritardo nelle manovre di politica monetaria da parte della Bce. Le situazioni peggiori le troviamo in Uk e in Giappone. In Uk l’inflazione è ancora al 10,1% e la discesa della stessa è partita a ottobre da 11,1%, un calo misero se confrontato con Europa e Usa.

In Giappone abbiamo una situazione opposta con un’inflazione che sale e si porta su nuovi massimi, la situazione più pericolosa in assoluto. A livello di tassi di interesse abbiamo dei tassi molto alti in Usa al 4,5%, mentre in Europa siamo ancora al 3%. In pratica, paradossalmente, l’Europa è quella che vede dei numeri migliori in termini di risultati sulle politiche monetarie. In Uk, la situazione è pessima considerando il fatto che l’inflazione è scesa solamente dell’1% e i tassi di interesse sono al 4%.

In Giappone, anche qui, situazione inversa con tassi di interesse fermi allo 0% e un’inflazione, come detto prima, ancora sui massimi. Per quanto riguarda il tema, “tasso di disoccupazione”, abbiamo un mercato del lavoro ancora tonico, forse ancora per poco visto che i numeri di inflazione e tassi di interesse stanno spingendo per un rallentamento economico che dovrà incidere in modo importante proprio sul mercato del lavoro, con un forte pericolo circa la possibilità di vedere una recessione.

In merito a ciò ricordiamo che esiste una correlazione negativa tra andamento del tasso di disoccupazione e andamento dei mercati azionari, specie quelli americani, dove un aumento del tasso di disoccupazione in un ambiente di tassi di interesse elevati, porta a un calo delle quotazioni. In sostanza, bisogna tenere sott’occhio il Giappone, pecora nera del gruppo delle economie avanzate e in merito alla situazione macro la situazione degli Uk. Per quanto riguarda i possibili market mover, il tasso di disoccupazione potrebbe essere fondamentale in quanto è l’unico parametro legato ai primi due che ancora non ha avuto una vera e propria reazione negativa.

La situazione tecnica

Su tutti i mercati vediamo su base mensile delle candele di inversione. Su EurUsd possiamo tranquillamente affermare che ci sarà una chiusura del mese negativa, così come per GbpUsd. Stessa cosa dicasi anche per le altre majors con il dollaro in valuta base, quindi UsdCad, UsdChf, UsdJpy che vedono anch’esse delle candele di inversione, ossia candele positive che si contrappongono ai trend ribassisti visti nei mesi scorsi. Per quanto riguarda l’azionario vediamo delle situazioni particolari con Nasdaq sul filo del rasoio, ossia oggi è una giornata decisiva per vedere una chiusura o positiva o negativa del mese in quanto ci troviamo a ridosso dei livelli di apertura dello stesso.

Su S&P500 la situazione è simile anche se tendenzialmente negativa mentre per i mercati azionari europei come Dax e Ftse Mib vediamo invece una situazione di positività. Questa debolezza nella fine del mese da parte dei mercati azionari che sono scesi dai massimi, potrebbe darci un’indicazione circa l’evoluzione della valutazione dei parametri macroeconomici di cui abbiamo parlato prima, pertanto potremmo aspettarci nel corso dei prossimi due mesi, dei movimenti preparatori a una possibile accelerazione al ribasso.

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