Germania da locomotiva a ultima ruota del carro dell’UE? Ancora angoscia per il PIL

Laura Naka Antonelli

15/11/2024

Le nuove previsioni UE sul PIL della Germania indicano recessione. E il Paese farà peggio della media ancora per molto tempo ancora.

Germania da locomotiva a ultima ruota del carro dell’UE? Ancora angoscia per il PIL

Germania in recessione: dopo essersi inceppato, il motore numero uno dell’Europa si è drammaticamente fermato e la cosa peggiore, per il Paese e per tutto il Continente, è che ci vorranno almeno due anni perché riparta in linea con il resto del blocco. È il verdetto arrivato oggi dalla Commissione europea che, nel presentare le sue previsioni economiche d’autunno, ha illustrato anche i risultati dei check up fatti su ogni singola economia dell’area euro e dell’UE.

Penosa la cartella clinica della Germania che, non per niente, è ormai definita da diversi analisti il Sick Man of Europe, ovvero come malata dell’Europa.

Germania prende il posto dell’Italia? Trend PIL da ultima ruota del carro

La Germania sembra aver preso il posto dell’Italia che, ai tempi della crisi dei debiti sovrani, era stata bollata l’anello debole del Continente, per non dire l’ultima ruota del carro dell’Europa, in termini più brutali.

Attanagliato da una erosione continua dei suoi fondamentali economici, il Paese è scivolato, e probabilmente era inevitabile che accadesse, anche in una crisi politica, culminata nella disfatta della maggioranza di governo e nella decisione di indire le elezioni anticipate: i tedeschi torneranno alle urne, molto probabilmente, il prossimo 23 febbraio 2025.

È questa la data proposta dai gruppi parlamentari SPD e CDU-CSU, stando a un accordo che, secondo Der Spiegel, sarebbe stato raggiunto dai due partiti, dopo la grande crisi che ha colpito il governo.

Le previsioni che sono arrivate oggi dalla Commissione europea non promettono nulla di buono, e non solo per l’anno 2024, per cui il bollettino medico targato UE, così come pronosticato tra l’altro settimane fa anche dal governo Scholz, prevede una recessione.

L’economia tedesca, ha sentenziato infatti Bruxelles, continuerà a fare peggio del resto dell’area euro fino al 2026. “Per il 2024 l’attività economica della Germania è attesa contrarsi dello 0,1%”.

Segno meno, dunque, ovvero recessione conclamata, tra l’altro per il secondo anno consecutivo. “L’elevata incertezza continua a pesare sui consumi e sugli investimenti e l’outlook sul commercio è peggiorato, con la domanda globale dei beni industriali che si è indebolita. Andando avanti, la domanda interna si riprenderà, sostenuta dagli aumenti dei salari reali ”, fattore che dovrebbe contribuire a sostenere la ripresa della crescita del PIL al +0,7% nel 2025 e al +1,3% nel 2026.

Allo stesso tempo, ha annunciato di prevedere Bruxelles, il “deficit federale è atteso scendere e il debito-PIL stabilizzarsi attorno al 63%”.

Detto questo, con una contrazione dello 0,1% prevista per il 2024, il PIL reale della Germania è destinato a concludere l’anno in una condizione di recessione per il secondo anno consecutivo, dopo la flessione del 2023, pari a -0,3%: un vero e proprio schiaffo all’orgoglio di un Paese noto per avere impartito diverse lezioni in particolare all’Italia, insieme alla Francia, ormai ex economia virtuosa, ora alle prese come Roma con l’ansia del debito e, ancora di più rispetto all’Italia, con l’angoscia del deficit.

La Germania farà decisamente peggio rispetto all’intera Eurozona se si considera che, dalle Previsioni economiche d’autunno della Commissione UE, è emerso che il PIL del blocco salirà quest’anno dello 0,8%.
Tra l’altro Bruxelles ha peggiorato l’outlook sul PIL tedesco del 2024, rispetto alla crescita stimata lo scorso maggio, pari a +0,1%.

La ripresa nel 2025 ci sarà, ma sarà piuttosto incerta, rimanendo anche in questo caso inferiore rispetto al trend del blocco: per l’anno prossimo, le stime sul PIL tedesco sono infatti, per l’appunto, di un recupero pari a +0,7%, inferiore al +1% precedentemente previsto a maggio.

Una ulteriore accelerazione del PIL è attesa per il 2026, con una espansione prevista al ritmo annuo dell’1,3%, ma anche in questo caso inferiore alla media dell’Eurozona, pari per quell’anno a +1,6%.

Ed è da almeno il 2021 che il PIL tedesco rimane indietro rispetto alla crescita media di tutta l’Unione europea.

Non solo: la Germania si prepara a essere la peggiore economia, quest’anno, tra tutte quelle del G7.

Recessione Germania: duro colpo alla reputazione di locomotiva dell’Europa

L’annuncio delle nuove previsioni UE non sarà stato uno shock per i cittadini tedeschi, forse ormai anche avvezzi alle notizie negative che stanno piombando ogni giorno nel Paese.

Proprio ieri, ad affondare il dito nella piaga della crisi teutonica, è stato il Consiglio tedesco degli esperti economici, organo noto per consigliare il governo sulle scelte di politica economica, che ha comunicato di avere più che dimezzato le stime di crescita del PIL per il 2025 dal +0,9% previsto in primavera al +0,4%.

Gli economisti, anticipando l’annuncio di oggi della Commissione europea, hanno anche sforbiciato l’outlook sulla crescita del PIL nel 2024, abbassandolo dal +0,2% atteso in precedenza a una flessione pari a -0,1%.

Il Consiglio ha ricordato che, in termini reali, il PIL della Germania è cresciuto soltanto dello 0,1% negli ultimi cinque anni, facendo peggio delle altre economie internazionali.

La debolezza dell’industria e la durata della fase di debolezza suggeriscono che l’economia tedesca continua a essere frenata da problemi strutturali e ciclici ”, ha commentato la presidente del Consiglio tedesco degli esperti economici, Monika Schnitzer.

Tra i punti dolenti, sono stati rimarcati la debolezza della domanda estera, la carenza di forza lavoro qualificata e la competizione sempre più agguerrita della Cina, a fronte tuttavia di una situazione, a livello globale, che sferra un altro duro colpo alla reputazione, ormai affossata, di locomotiva dell’Europa e in un contesto in cui l’economia globale e la produzione industriale stanno riportando, in linea di massima, tassi di crescita positivi. Il risultato è che ogni eventuale confronto tra Berlino e il resto del mondo appare ancora più impietoso.

Tutto questo, mentre bisogna ancora calcolare quello che sarà il danno che sarà inferto al PIL tedesco dai dazi della prossima amministrazione di Donald Trump.

Cosa farà l’inflazione in Germania

Nota positiva (ma non del tutto), che avalla anche la prosecuzione dei tagli dei tassi in Eurozona da parte della BCE, è il trend dell’inflazione nel Paese.

La Commissione UE ha ricordato che, in Germania, “l’indice armonizzato dei prezzi al consumo è sceso, attestandosi al 2,4% nel mese di ottobre, in decisa ritirata rispetto all’11,6% dell’ottobre del 2022, soprattutto a causa del calo dei prezzi energetici” aggiungendo che, per il 2024, l’inflazione (tedesca) “è attesa in media al 2,4%”.

I prezzi energetici dovrebbero scendere ancora nel 2025 rispetto ai livelli elevati del 2024, portando l’inflazione complessiva a segnare un ulteriore calo.

Detto questo, nel 2026, con “la stabilizzazione dei prezzi dell’energia all’ingrosso e gli aggiustamenti dei prezzi in base al carbonio (CO2), i prezzi dell’energia non trascineranno più al ribasso l’inflazione”, a fronte di “ una inflazione dei servizi , il principale contributo all’inflazione, che dovrebbe indebolirsi solo in modo modesto nell’orizzonte di previsione, a causa della crescita sostenuta dei salari. Nel complesso, l’inflazione è attesa al 2,1% nel 2025 e all’1,9% nel 2026”, comunque sotto controllo, se si considera che il target di inflazione deciso dalla BCE è pari al 2%.

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