In attesa della Bce, 5 punti chiave per i mercati oggi

Violetta Silvestri

15/06/2023

Nel giorno della riunione Bce, i mercati osservano con attenzione almeno 5 eventi cruciali che coinvolgono Usa, Cina, Eurozona, Regno Unito e un’analisi del petrolio. Cosa può muovere le Borse oggi?

In attesa della Bce, 5 punti chiave per i mercati oggi

I mercati oggi attendono la decisione della Bce, che dovrebbe confermare un altro aumento dei tassi di interesse di 25 punti base.

Intanto, ieri la Fed ha lasciato la sua finestra dei tassi sui fondi di riferimento al 5-5,25% e il presidente Jerome Powell ha affermato che la banca centrale degli Stati Uniti ha bisogno di raccogliere maggiori informazioni sull’economia per determinare cosa fare dopo.

Il “dot plot” ha previsto altri due rialzi di 25 punti base quest’anno, inducendo i mercati a spingere più in alto i rendimenti statunitensi a breve termine e a chiudere le scommesse su eventuali tagli nel 2023.

In Asia, il mercato azionario giapponese ha toccato ancora nuovi massimi da 33 anni, mentre l’economia cinese ha continuato a deludere. I dati sulla produzione industriale e sulle vendite al dettaglio sono stati inferiori alle previsioni di mercato, negli ultimi segnali che la ripresa economica arranca e non si sta mostrando all’altezza delle aspettative. Per questo, la banca centrale cinese ha abbassato i suoi principali tassi di prestito a medio termine, in una mossa molto attesa per dare slancio alla ripresa.

In questo contesto dominato soprattutto dalle banche centrali, i mercati oggi osservano almeno 5 temi chiave.

1. Fed: rialzi tassi in pausa, ma non sono finiti

I funzionari della Federal Reserve si sono fermati dopo 15 mesi di aumenti dei tassi di interesse, ma hanno segnalato che probabilmente riprenderanno a inasprire a un certo punto per raffreddare l’inflazione.

Il presidente Jerome Powell ha affermato che quasi tutti i funzionari della Fed si aspettano che sarà opportuno aumentare i tassi di interesse “un po’ di più” nel 2023 per ridurre l’inflazione. Ha rifiutato di dire se un altro aumento potrebbe arrivare già a luglio, ma ha sottolineato che sarebbe stata una decisione presa dal vivo.

“La Fed ha scioccato i mercati, non nella pausa sui tassi (perché li hanno mantenuti costanti come previsto), ma perché hanno indicato un atteggiamento molto più aggressivo del previsto nel loro linguaggio e nelle loro proiezioni economiche future” ha dichiarato Chris Zaccarelli, chief investment officer di Independent Alleanza Consulente. Ha aggiunto che lo shock iniziale del mercato è stato rapidamente superato, con le medie maggiori che hanno ridotto le perdite iniziali.

2. Riflettori accesi sulla Bce

La Banca centrale europea è pronta a fornire quello che potrebbe essere il penultimo aumento nella sua campagna senza precedenti di aumenti dei tassi di interesse.

Gli economisti e i mercati si aspettano con certezza un rialzo di 25 punti base, con la massima attenzione sull’indicazione di quanto i funzionari prevedono di aumentare ulteriormente i costi di prestito con l’inflazione ancora tre volte l’obiettivo del 2%.

Il presidente della Bce Christine Lagarde probabilmente ribadirà che i passi futuri dipendono dalle prospettive dei prezzi, dall’inflazione sottostante e da come l’economia digerisce l’azione di inasprimento finora portata avanti.

Secondo diverse valutazioni, i tassi potrebbero salire di nuovo a luglio e settembre, anteponendo la battaglia contro l’inflazione al rallentamento della crescita nell’Eurozona.

Anche le previsioni macro sono rilasciate oggi, ma è improbabile che queste cambino la determinazione e l’opinione di Lagarde secondo cui “non ci sono prove chiare che l’inflazione sottostante abbia raggiunto il picco”.

3. Revisione BoE

La Banca d’Inghilterra ha acconsentito a una revisione esterna del suo processo di previsione dopo aver fallito nell’anticipare l’entità dell’attuale shock inflazionistico.

David Roberts, presidente del tribunale di amministrazione della banca centrale, ha dichiarato in uno scambio di lettere con i legislatori in Parlamento che i funzionari hanno deciso di “commissionare un’ampia revisione delle previsioni della banca e dei relativi processi durante i periodi di significativa incertezza”.

I funzionari della BoE hanno affermato pubblicamente che i modelli in possesso finora sono retrospettivi e funzionano male quando le condizioni sono particolarmente insolite. Questo fa emergere la complessità della situazione economica e finanziaria del Regno Unito e non solo, dinanzi alla quale anche le banche centrali vacillano.

4. Taglio dei tassi in Cina

La banca centrale cinese ha intensificato il suo stimolo monetario per contribuire a sostenere l’economia tra i segnali di un indebolimento del mercato immobiliare, un crollo degli investimenti delle imprese e la disoccupazione record tra i giovani.

La People’s Bank of China ha abbassato il tasso sui suoi prestiti a un anno - o strumento di prestito a medio termine - di 10 punti base al 2,65%, la prima riduzione da agosto. Questo probabilmente spingerà le banche ad abbassare i loro tassi sui prestiti la prossima settimana. La banca centrale è passata a una modalità di allentamento dopo che l’economia ha perso slancio dall’impennata post-pandemia del primo trimestre.

5. Volatilità e incertezza: focus sul Brent

I segnali positivi delle misure di stimolo della Cina e il piano degli Stati Uniti per ricostituire le riserve hanno iniettato un po’ di ottimismo nel mercato. Ma le incertezze su una potenziale recessione degli Stati Uniti, il rallentamento dell’economia cinese e le dinamiche dell’offerta continuano a gettare ombre. Ne è convinto l’analista di Bloomber Nour Ali.

La volatilità implicita per le opzioni sul greggio Brent è in aumento, ha osservato. Ciò suggerisce potenziali turbolenze e guadagni di prezzo limitati in vista.

Lo spostamento verso il basso della curva dei prezzi a termine del Brent rispetto a sei mesi fa segnala anche un crescente orientamento ribassista per quanto riguarda la dinamica domanda-offerta di petrolio a medio termine.

Il Brent è sceso di circa il 15% da metà aprile, guidato principalmente dalle preoccupazioni per le prospettive della domanda e dalla resilienza delle esportazioni di petrolio dalla Russia, nonostante i tagli alla produzione promessi dall’Arabia Saudita. Ma ha anche tenuto sopra i 70 dollari al barile durante la turbolenza, indicando che si tratta di un livello di supporto chiave.

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