Mercati ottimisti sull’inflazione Usa, anche se la Fed si è mostrata ancora molto titubante sul taglio dei tassi. Cosa si aspettano gli investitori?
La Fed ha mantenuto i tassi di interesse invariati come ampiamente previsto e ha aggiornato il dot plot stimando un solo taglio al costo del denaro nel 2024.
La politica monetaria della banca centrale Usa, la più influente e seguita a livello globale, resta dunque in un territorio piuttosto aggressivo. Eppure, i mercati non hanno reagito con un crollo e hanno mostrato maggiore fiducia nel calo dell’inflazione.
All’inizio della sessione asiatica, per esempio, le azioni hanno registrato un rally, mentre i rendimenti obbligazionari sono scesi, poiché gli investitori hanno valutato il raffreddamento dei prezzi al consumo Usa rispetto a un atteggiamento ancora da “falco” da parte della Federal Reserve.
Wall Street ha archiviato una sessione forte per l’indice S&P 500 e Nasdaq Composite, con ogni benchmark che raggiunge i massimi storici e chiude a livelli record. L’indice di mercato più ampio ha registrato un progresso dello 0,85%, mentre il Nasdaq, ad alto contenuto tecnologico, ha registrato un rally dell’1,53%. Il Dow a 30 titoli è stato il valore anomalo, chiudendo leggermente in ribasso dello 0,09%.
In Europa, i futures sulle azioni dei principali indici viaggiano in rosso. Il vecchio continente è piombato in un’atmosfera cupa e incerta dopo il voto europeo, soprattutto a causa degli sconvolgimenti in Francia che possono avere ripercussioni rilevanti.
Mercati ottimisti sull’inflazione, non c’è l’effetto Fed
Gli investitori si sono mostrati ottimisti dopo che la banca centrale ha riconosciuto che erano stati compiuti “modesti ulteriori progressi” verso il suo obiettivo di inflazione del 2%, anche se ha mantenuto i tassi invariati.
Mercoledì, al termine della riunione politica, la Fed ha indicato che nel 2024 sarà previsto un solo taglio dei tassi, in calo rispetto ai tre precedentemente previsti a marzo. Tuttavia, i dati più freddi sull’indice dei prezzi al consumo di maggio hanno alimentato le speranze che l’inflazione si stesse effettivamente attenuando. I rendimenti dei titoli del Tesoro sono crollati in seguito al rapporto, con la banconota a 10 anni scesa al livello più basso dal 1° aprile.
“Non sorprende che la Fed abbia lasciato la politica invariata, ma continua a mantenere la porta aperta ai tagli dei tassi quest’anno”, ha scritto James McCann, vice capo economista di Abrdn. “La sorpresa al ribasso di oggi nell’inflazione CPI è stata più incoraggiante, e con la maggior parte dei membri divisa tra uno o due tagli non saremmo sorpresi di vedere i prezzi di mercato continuare a flirtare con molteplici tagli dei tassi quest’anno”.
Secondo l’analisi degli esperti di Reuters, con la dipendenza dai dati ancora il principio guida, le letture dei prezzi alla produzione statunitensi previste più tardi oggi attireranno molta attenzione, mettendo in ombra le pubblicazioni europee come i dati sull’inflazione spagnola e la produzione industriale della zona euro.
© RIPRODUZIONE RISERVATA