La paura di tassi sempre più alti affonda i mercati

Violetta Silvestri

30/05/2024

Inflazione e tassi più alti del previsto impauriscono i mercati oggi, che subiscono un tonfo a Wall Street e in Asia. Perché il sentiment è così pessimista tra gli investitori?

La paura di tassi sempre più alti affonda i mercati

Mercati in profondo rosso oggi, spinti al ribasso da un sentiment generale negativo sull’atteso calo dei taassi di interesse.

Il Giappone e la Corea del Sud hanno sostenuto il peso maggiore delle perdite nella regione, portando l’indice MSCI Asia Pacific al minimo di tre settimane. Anche i contratti futures per le azioni statunitensi viaggiano in rosso. L’indice dei titoli tecnologici cinesi a Hong Kong si è avvicinato sempre di più a una correzione tecnica.

I titoli del Tesoro si sono stabilizzati negli scambi asiatici dopo essere caduti lungo la curva nella sessione precedente facendo seguito alla debole domanda nella vendita di titoli a sette anni da 44 miliardi di dollari. Il risultato ha accresciuto le preoccupazioni che il finanziamento del deficit statunitense possa spingere al rialzo i rendimenti in un momento in cui la Federal Reserve non ha fretta di tagliare i tassi.

Le scommesse globali sono ora più propense a vedere un costo del denaro più alto più a lungo, mentre gli investitori guardano ai principali dati sull’inflazione Usa del fine della settimana per ulteriori indizi sul futuro del percorso della politica monetaria Fed.

Inflazione e tassi sempre più alti? Mercati pessimisti

L’arresto del rally azionario globale è arrivato sulla scia dei dati che indicano persistenti pressioni inflazionistiche nelle principali economie.

“Un’inflazione globale più calda e vischiosa del previsto sembra togliere aria ai mercati finanziari”, ha affermato Vishnu Varathan, capo economista per l’Asia ex-Giappone presso la Mizuho Bank. “Le azioni sono crollate, le obbligazioni sono crollate e il dollaro si è mostrato forte”.

Il più ampio indice MSCI di azioni dell’area Asia-Pacifico al di fuori del Giappone è sceso dell’1,2%, seguendo l’esempio negativo di Wall Street ed estendendo il calo dell’1,6% rispetto alla sessione precedente.

“Il mercato è caduto sotto l’incantesimo del genio del mercato obbligazionario e dei rendimenti più alti”, ha affermato Tony Sycamore, analista di mercato presso IG Australia Pty Ltd. “L’attenzione si è spostata sulla gestione dei rischi al ribasso nel caso in cui dovessimo vedere dati sull’inflazione negli Stati Uniti o in Europa più solidi del previsto”, ha detto.

Un sondaggio della Fed di mercoledì ha mostrato che l’attività economica statunitense ha continuato a espandersi dall’inizio di aprile fino a metà maggio, ma le aziende sono diventate più pessimiste riguardo al futuro mentre l’inflazione è aumentata a un ritmo modesto.

Dall’altra parte dell’Atlantico, i dati dello stesso giorno hanno mostrato che l’inflazione tedesca è aumentata leggermente più del previsto al 2,8% a maggio, in anticipo rispetto al dato più ampio del blocco della zona euro di venerdì.

L’evento principale della settimana per i mercati, tuttavia, è il rapporto sull’indice dei prezzi della spesa per consumi personali (PCE) di venerdì, la misura dell’inflazione preferita dalla Federal Reserve. Le aspettative sono che rimanga stabile su base mensile.

“Se guardiamo i dati che ci hanno portato a questo punto, ho difficoltà a credere che venerdì arriverà un rapporto PCE più debole del previsto”, ha affermato Matt Simpson, analista di mercato senior di City Index.

I mercati restano in attesa con un certo nervosismo.

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