La recessione ci sarà entro il 2023: è tonfo dei mercati

Violetta Silvestri

13/04/2023

Mercati oggi innervositi dall’annuncio della recessione: anche se lieve, il rallentamento colpirà gli Usa nel 2023, come predetto nei verbali Fed pubblicati ieri.

La recessione ci sarà entro il 2023: è tonfo dei mercati

Mercati oggi di nuovo scossi e in perdita, con la rivelazione di una recessione ormai certa entro l’anno negli Usa.

I verbali dell’ultima riunione della Federal Reserve hanno espresso una chiara preoccupazione che le ricadute della crisi bancaria statunitense spingano l’economia verso la recessione entro la fine dell’anno.

Le azioni Usa hanno chiuso al ribasso, cambiando direzione nel corso della seduta. Il sentiment è cambiato nel pomeriggio in seguito alla pubblicazione delle minute della Federal Open Market Committee con la certezza che, seppure di lieve entità, un rallentamento economico frenerà gòli Usa nel 2023.

L’umore è rimasto cupo anche in Asia, con gli indici principali che stanno chiudendo in rosso.

La recessione è in arrivo: l’annuncio Fed scuote i mercati

I futures sulle azioni Usa sono in ripresa mentre si scrive, ma il clima a Wal Street si è decisamente incupito subito dopo che i verbali della riunione Fed sono stati resi noti.

Il passaggio incriminato, che ha depresso l’umore degli investitori, è stato quello relativo alla previsione di una recessione negli Usa. Sebbene il vicepresidente per la supervisione Michael Barr abbia affermato che il settore bancario “è solido e resiliente”, nel board della banca centrale c’è ormai convinzine che l’economia subirà un duro colpo.

“Data la valutazione dei potenziali effetti economici dei recenti sviluppi del settore bancario, la proiezione dello staff al momento della riunione di marzo prevedeva una lieve recessione a partire dalla fine di quest’anno, con una ripresa nei due anni successivi”, si legge nel riassunto della riunione.

Non solo, alla luce delle turbolenze bancarie, i funzionari hanno commentato che “i recenti sviluppi nel settore bancario potrebbero tradursi in condizioni di credito più rigide per famiglie e imprese e pesare sull’attività economica, sulle assunzioni e sull’inflazione”, ma l’entità degli effetti rimane incerta.

Nel frattempo, una misura chiave dell’inflazione statunitense ha mostrato accenni di moderazione a marzo, ma probabilmente non abbastanza da dissuadere la Fed da un rialzo dei tassi a maggio.

Focus su Asia e Cina

Gli investitori oggi osservano anche alcuni interessanti sviluppi in Asia.

Hong Kong è stata trascinata al ribasso da forti perdite nel settore tecnologico dopo che il Financial Times ha riferito che la giapponese SoftBank stava cercando di scaricare la maggior parte delle sue partecipazioni in Alibaba. Il gigante dell’e-commerce è sceso di oltre il 5%, mentre il rivale JD.com è crollato del 4%.

I dati macro sulla Cina non hanno risollevato gli indici. Le esportazioni cinesi sono aumentate inaspettatamente a marzo, con il primo rialzo in sei mesi, in un ulteriore segnale positivo per l’economia.

Le esportazioni sono cresciute del 14,8% in dollari Usa il mese scorso rispetto all’anno precedente, superando le stime di un calo. Le importazioni sono diminuite dell’1,4% contro un’aspettativa di crollo del 6,4%. Ciò ha lasciato un surplus commerciale di $88,2 miliardi per il mese. Il rimbalzo delle esportazioni è stato una sorpresa, poiché i primi indicatori di questo mese sembravano suggerire che la debolezza fosse continuata.

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