Laurea in Giurisprudenza, è ancora utile? Ecco gli sbocchi lavorativi

Isabella Policarpio

26/08/2021

Che lavoro si può fare e possibilità di guadagno con la laurea in Giurisprudenza. Serve ancora? Cosa rivelano gli ultimi dati.

Laurea  in Giurisprudenza, è ancora utile? Ecco gli sbocchi lavorativi

La laurea in Giurisprudenza è ancora utile? Certamente lo è, ma per entrare nel mondo del lavoro richiede qualche sforzo in più rispetto ad altri indirizzi: il conseguimento di un Master di II livello o un periodo di pratica per accedere alla carriera di avvocato e notaio.
Mentre per aspirare al pubblico impiego e alla carriera in Magistratura potrebbero volerci anni di studio e sacrificio.

Gli sbocchi lavorativi della laurea in Giurisprudenza non sono soltanto le tradizionali professioni legali (avvocato, notaio e magistrato), nell’elenco compaiono:

  • il giurista d’impresa, specializzato in legal management;
  • il consulente del lavoro;
  • l’insegnante (con integrazione di alcuni esami di Economia) o la carriera universitaria;
  • l’impiegato nelle istituzioni europee;
  • il commissario di Polizia;
  • l’ambasciatore e la carriera diplomatica.

Ecco una panoramica delle prospettive di guadagno dei laureati in Giurisprudenza secondo le statistiche di Almalaurea.

Laurea in Giurisprudenza, quali sbocchi lavorativi

In base ad aspirazioni personali e competenze, gli sbocchi lavorativi per i laureati in Giurisprudenza sono diversificati, anche se, come vedremo, può essere necessario implementare le conoscenze universitarie con Corsi di alta formazione e Master post laurea.

Sicuramente tra le carriere più ambite ci sono quelle tradizionalmente collegata alla facoltà di Giurisprudenza, cioè avvocato, notaio e magistrato. Nel caso dell’avvocatura, occorre espletare un periodo di pratica e superare un esame annuale molto selettivo; per diventare notaio e magistrato, invece, bisogna attendere lo specifico concorso pubblico, che, insieme a quello per entrare nella carriera diplomatica, sono tra i più difficili in assoluto.

Vi è poi il giurista d’impresa, esperto di pratiche aziendali, che non è un libero professionista ma un lavoratore dipendente. Ci sono poi i concorsi pubblici, ambito nel quale sicuramente i laureati in Giurisprudenza hanno più sbocchi: con questo titolo si può partecipare a quasi tutti i concorsi pubblici, per esempio all’Agenzia delle Entrate, nei Ministeri, nelle Forze dell’ordine e nell’Ufficio del processo.

Chi si laurea in Giurisprudenza potrebbe diventare Consulente del lavoro, professore universitario o insegnate nelle Scuole superiori di II grado, in questo caso integrando alcuni esami mancanti.

Molto ambite le posizioni all’interno delle istituzioni europee (Parlamento, Consiglio e relative Agenzie) che richiedono, però, la conoscenza approfondita di almeno 3 lingue ufficiali dell’Unione europea.

Cosa fare dopo la laurea in Giurisprudenza

Molti giovani laureati potrebbero trovarsi spaesati dopo la laurea dato che, in base ai diversi sbocchi lavorativi, i percorsi da seguire sono notevolmente differenti tra loro.

Chi aspira al posto pubblico, dovrà monitorare i bandi sulla Gazzetta Ufficiale e studiare gli specifici manuali, mentre per le professioni legali è necessario svolgere la pratica e le Scuole di specializzazione.

Per entrare in azienda, invece, può essere necessario iscriversi ad un Master per rendere il proprio curriculum più “appetibile” e acquisire conoscenze tecniche.

Chi, invece, desidera fare carriera nelle istituzioni Ue dovrà sicuramente
approfondire le norme di diritto internazionale ed europee e le lingue straniere.

Con la laurea in Giurisprudenza - integrando con alcuni esami del corso di Economia e i 24 cfu - è possibile fare l’insegnante oppure accedere alla carriera universitaria passando per il Dottorato di ricerca.

Quanto guadagna un laureato in Giurisprudenza

La laurea in Giurisprudenza è, tradizionalmente, uno dei percorsi di studio più lunghi e complessi e che per generazioni ha formato la classe dirigente italiana. Eppure i dati occupazionali e le prospettive di guadagno mostrano uno scenario sensibilmente diverso.

Dal recente Rapporto di Almalaurea - risalente al 2020 - la fotografia degli stipendi medi a 5 anni dalla laurea per gli ex studenti di Giurisprudenza è di 1.468 euro netti al mese, con un tasso occupazionale del 79,7%. I giuristi hanno un’aspettativa di guadagno simile a quella degli Architetti, ma al di sotto dei laureati in Informatica, Ingegneria, Medicina e Chirurgia ed Economia.

Discorso a parte per coloro che aspirano alla professione di avvocato e notaio, i quali, essendo liberi professionisti, devono crearsi una cerchia di clientela, con prospettive di guadagno che possono cambiare di molto in base ad esperienza, settore di competenza e città.

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