“Militarizzare” la campagna elettorale sul tema dello scontro con la Russia serve ad evitare che il dibattito si focalizzi sulle politiche europee, dall’ambiente all’agricoltura.
“Niente può essere escluso, neppure l’invio di soldati in Ucraina. Anche se al momento non c’è consenso su questa decisione, la situazione è in evoluzione. D’altra parte, un po’ alla volta, dopo estenuanti discussioni, in questi sono venute meno tutte le riserve che sono state sollevate in ordine all’invio di armi sempre più potenti alla Ucraina”.
Le smentite da parte statunitense e dello stesso Segretario generale della Nato Stoltemberg alle affermazioni del Presidente francese Emmanuel Macron, espresse al termine di una ennesima Conferenza a sostegno della Ucraina convocata a Parigi, non hanno fatto che rendere ancora più visibile lo strappo, l’accelerazione impressa in modo così improvviso ed inaspettato in ordine alla solidarietà occidentale nei confronti della Ucraina, che cerca di riconquistare i territori invasi dalla Russia con la Operazione militare speciale del febbraio del 2022 e la stessa Crimea, annessa nel 2014.
Ci sono tante ragioni, di ordine interno ed internazionale, ma soprattutto politiche e personali, che hanno indotto Macron a questo passo, che va analizzato con attenzione perché incide profondamente sugli equilibri geopolitici europei e con gli Usa. [...]
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