La Fed alza i tassi di interesse di ben 75 punti base, tutto secondo le aspettative di mercato.
La Fed alza i tassi di interesse di 75 punti base, rincorrendo la forte inflazione presente a livello globale. Mercati, come di consueto, molto volatili sia in prossimità dell’uscita del dato e anche durante la conferenza stampa. Stamani i mercati hanno visto forti movimenti sullo Yen e un forte ritracciamento sui mercati azionari, un qualcosa di assolutamente atteso e già previsto nelle analisi precedenti
La Fed alza i tassi, ora è il turno della BoE
Sono 3 gli scalini di rialzo da parte della Fed, 3 step da 0,25% tutti in un solo colpo e questo indica una forte riduzione di liquidità sul mercato. Oggi è anche il turno della BoE che dovrà alzare i tassi di interesse per inseguire l’inflazione più alta delle economie delle majors, un 9% che fa paura ai mercati. L’economia del Regno Unito, tra l’altro, è molto legata al mondo finanziario in quanto a Londra vengono tuttora scambiati più del 50% dei derivati creditizi d’Europa, pertanto è un grave errore considerare la sterlina come una valuta economicamente non competitiva.
Al momento la volatilità ancora non è finita e questa sarà una condizione che ci accompagnerà almeno fino a venerdì, il tutto grazie alla combinazione «minimi di mercato - tassi di interesse». Sia ben chiaro il fatto che, come detto nelle precedenti analisi, i mercati azionari in questo senso potrebbero tentare un rimbalzo sui minimi.
Cosa è successo ieri
Ieri i mercati si sono mossi solo ed esclusivamente sulla volatilità senza cambiare il trend di fondo, soprattutto il mercato azionario. Prima della notizia sui tassi, i mercati azionari erano molto tonici al rialzo, con rialzi consistenti su tutti i mercati, sia azionari che europei ben oltre il punto percentuale. Questa condizione non è cambiata dopo l’uscita del dato e durante la conferenza stampa, in quanto i mercati inizialmente hanno cercato livelli da comprare per poi proseguire questo recupero già iniziato il giorno prima. In sostanza, la Fed ha solamente aumentato la volatilità in quel momento senza cambiare i trend in essere.
Questo è dovuto anche al fatto che sono attesi movimenti sulla BoE durante la giornata di oggi e magari, verso l’inizio di luglio potrebbe esserci un movimento da parte della Bce in merito ai tassi d’interesse. Un periodo sicuramente caratterizzato da forte volatilità su estremi grafici sia su Forex che su indici. L’inflazione rimane comunque il driver principale per i prossimi mesi/anni.
leggi anche
Euro verso la parità? Presto per dirlo
Cosa aspettarsi dal mercato ora?
Nel Forex i mercati sono a favore di dollaro, almeno per il momento. EurUsd gravita intorno ai minimi in area 1,04 e nulla esclude un perseguimento al ribasso nel corso delle prossime settimane. Attenzione ovviamente al fatto che, almeno secondo i livelli visti nelle precedenti analisi, c’è una forte probabilità di vedere un’inversione, pertanto i nuovi minimi potrebbero essere dei punti di rimbalzo.
La chiusura del mese di giugno è fondamentale per stabilire cosa potrà succedere nei prossimi mesi, se continuare con la discesa o iniziare a salire. Per quanto riguarda GbpUsd la situazione è in divenire ma sicuramente più chiara rispetto a EurUsd, ossia la ripresa potrebbe essere più probabile in quanto il mercato ha già quotato dei minimi in area 1,1930 che risultano anomali sui time frame più lunghi.
Anche qui bisogna aspettare la chiusura di giugno su base mensile. Per quanto riguarda il mercato azionario, come già detto in precedenza, è probabile una ripresa dei corsi al rialzo durante l’estate per poi riprendere un trend ribassista forte da autunno in poi. Ricordo in merito che da questi livelli minimi che abbiamo visto di recente su tutti i mercati, sono degli estremi che il mercato fa raramente, quindi le chiusure mensili in questo caso potrebbero essere meno valide rispetto a quelle che vediamo sul Forex.
© RIPRODUZIONE RISERVATA