Mercati, inflazione Usa sopra le stime. Cosa succede ora?

David Pascucci

15 Febbraio 2023 - 13:11

Il dato sull’inflazione americana è uscito al sopra delle stime. Cosa succederà ai mercati?

Mercati, inflazione Usa sopra le stime. Cosa succede ora?

Il dato sull’inflazione Usa è uscito al di sopra delle stime e di poco sotto il dato precedente, insomma un dato non proprio eccezionale considerando il ritmo di discesa visto da giugno a questa parte. Dall’estate del 2022 abbiamo visto una discesa a ritmi di mezzo punto percentuale al mese mentre ieri abbiamo visto una discesa dello 0,1% sul dato precedente, un dato allarmante considerando i timori che alcuni operatori avevano palesato durante l’ultimo meeting di politica monetaria riguardo la possibilità di vedere un’inflazione che poteva addirittura salire nel corso dei prossimi mesi.

Cosa significa tutto ciò? Un aumento dell’inflazione costringe la banca centrale ad aumentare ulteriormente i tassi di interesse e questo starebbe a significare meno liquidità disponibile al sistema bancario e un conseguente rallentamento dell’economia. Paradossalmente è come se si stesse tirando troppo la corda, l’inflazione deve scendere per il bene dell’economia per fare in modo tale che il costo del denaro non aumenti ulteriormente.

Consideriamo anche il fatto che i tassi attuali sono molto alti, sono a ridosso del 5% e questi dovrebbero avere un effetto molto pesante nel lungo periodo e ulteriori aumenti potrebbero essere molto pericolosi per l’economia, soprattutto per un’economia globale sempre più incentrata sul credito e non più sui risparmi. In pratica, la situazione da affrontare è veramente pericolosa nel lungo periodo.

I mercati dopo l’inflazione Usa

A parte la forte volatilità iniziale conseguente al dato, non abbiamo visto dei cambiamenti sui trend di base che già si stavano formando, soprattutto sul mercato valutario. Il cambio che si è mosso di più è stato UsdJpy che si è portato oltre i 133 dopo un forte squeeze rialzista, un movimento forte al ribasso e di nuovo un altro movimento che è andato a prendersi i massimi. Ora il cambio gravita sui massimi in area 133,30 e sembra puntare i 133,60. Stamani è stata la volta dell’inflazione Uk che si è attestata a 10,1%, un dato migliore delle attese che vedevano un calo fino al 10,3%, un calo sensibile che non incide in modo pesante sull’inflazione nel complessivo che rimane ancora su livelli veramente molto alti.

Il mercato del credito in Uk sembra tenere l’inflazione e questo costringe la banca centrale a ulteriori aumenti dei tassi nel lungo periodo, così come la Fed e la Bce. In sostanza, dai dati sull’inflazione che abbiamo visto dobbiamo aspettarci ulteriori aumenti interessanti del costo del denaro e pertanto ancora tensioni su tutti i mercati, dal valutario all’obbligazionario passando per il mercato delle azioni.

Proprio sull’azionario vediamo ancora dei trend strutturalmente rialzisti nel breve con un Nasdaq che ieri ha tentato inizialmente una discesa per poi ricomprare e portarsi verso i 12600. Ricordiamo in merito al Nasdaq che il target di breve è 12740 per poi puntare di nuovo ai 12900, livello che il mercato ha sfiorato e proprio questo “sfiorare” il livello tondo potrebbe indicarci che il mercato potrebbe ancora toccare quel livello.

In sostanza abbiamo dei mercati che non hanno visto grossi cambiamenti, come se questo calo oltre le aspettative fosse in un certo senso scontato, o meglio, che ulteriori aumenti dei tassi siano scontati dai mercati. I mercati europei rimangono ancora sui massimi e sembrano essere meno reattivi rispetto agli Usa ma di base rimane ancora tutto rialzista di breve seppur presentiamo delle eccezioni statistiche su base settimanale su indici come il Ftse Mib con 6 candele consecutive al rialzo e un Dax che testa l’area dei massimi a cavallo tra fine 2021 e inizio 2022.

Situazione tecnica

Su tutti i mercati la situazione è complessa, potrebbero crollare così come poter continuare lentamente i loro trend. Sul Forex abbiamo un mercato molto tecnico, con movimenti di breve chiari solamente agli specialisti di questo mercato visto che ci troviamo in un’inversione ribassista di breve su cambi come EurUsd e GbpUsd e un’inversione rialzista su UsdJpy, il tutto in controtendenza con le dinamiche mensili che vedevano i cambi fortemente improntati a vendere dollari fino a qualche settimana fa.

In questo contesto UsdJpy sembra puntare i 133,60 dopo le forti accelerazioni di ieri, EurUsd rimane ancora sopra 1,07, livello che potrebbe ritestare a breve mentre GbpUsd ben improntato al ribasso di breve sembra puntare verso 1,2050. Questi livelli target per i cambi potrebbero fare da punto di inversione di breve, pertanto si richiede molta cautela per la giornata di oggi. Sull’azionario abbiamo la stessa condizione, ossia probabile proseguimento dei trend attuali sia sui mercati europei che sui mercati americani. Un occhio di riguardo al Nasdaq che sembra voler puntare di nuovo i 12740 per poi allungare verso i 12900.

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