Mercati pronti a grandi movimenti? L’analisi intermarket (Parte 2)

David Pascucci

27 Giugno 2022 - 14:30

Questo format vede l’analisi intermarket con approfondimenti macro circa l’andamento globale dei mercati.

Mercati pronti a grandi movimenti? L’analisi intermarket (Parte 2)

Il mercato è saturo di inflazione e allo stesso tempo con un dollaro americano pericolosamente forte. Ora vedremo invece quali sarebbero le ripercussioni di questi due fattori sui diversi mercati, siano essi mercati azionari, obbligazionari e materie prime. I mercati azionari stanno subendo delle gravi perdite ma il mercato da osservare per i prossimi mesi, soprattutto in ottica di rendimenti sicuri, è proprio il mercato obbligazionario

Inflazione e mercato azionario

L’inflazione, ripetiamo, è l’attuale market mover a livello globale. Nella prima parte, dell’analisi sui movimenti, abbiamo parlato del fatto che il dollaro americano stesse sotto pressione e che le banche centrali si stiano muovendo affinché possano ridurre gli incrementi dell’inflazione su questi livelli che, almeno per ora, potrebbero essere probabilmente i massimi di inflazione dai quali partire per vedere delle riduzioni graduali e molto faticose nel corso dei prossimi mesi/anni.

In questo contesto la prima vittima sacrificale è proprio il mercato di rischio per eccellenza, ossia il mercato azionario. In questo contesto in cui l’inflazione alta è stata prezzata dal mercato e in cui le banche centrali stanno riducendo liquidità, quindi mancherà la “benzina” ai mercati globali.

I mercati azionari sono quelli che hanno beneficiato di questa forte inflazione e sono i primi ad aver beneficiato appieno della grande liquidità immessa nel mercato nel decennio post Lehman Brothers. Saranno quindi i mercati azionari a capitolare oltre i livelli che abbiamo già visto e che stiamo vedendo in questo momento. Secondo quest’ottica, il mercato azionario, sia a livello tecnico che fondamentale, potrebbe vedere ulteriori ribassi oltre quelli già visti ora. Si pensi ad esempio al comparto tecnologico americano, il Nasdaq, che ha subito in primis la crisi delle materie prime e dell’approvvigionamento dei semiconduttori. A oggi ha registrato una performance negativa da massimo a minimo di oltre il -30% e pensare che non sia finita sembra assurdo. Secondo la mia analisi si potrebbe scendere anche nel corso del 2023 e prima di rivedere dei massimi importanti passerà moltissimo tempo. Purtroppo la realtà parla di riduzione graduale della liquidità, pertanto il mercato ha una forte necessità di sicurezza nel lungo periodo

Il mercato obbligazionario e i rendimenti in salita

Il mercato obbligazionario ha visto un forte aggiustamento dei rendimenti con un crollo dei prezzi molto importante e una salita dei rendimenti sorprendente considerando che proprio questi ultimi sono stati a ridosso dello 0% per molto tempo. Complici di questa situazione sono sicuramente le banche centrali che, per immettere liquidità nel sistema, hanno utilizzato proprio i titoli di Stato come collateral per l’immissione di liquidità. In pratica gli ultimi anni sono stati come una pentola a pressione messa sulla lava incandescente, ora è tutto pronto a scoppiare con una veemenza probabilmente senza precedenti. I rendimenti sono già in forte rialzo su tutti i mercati obbligazionari e salgono con una forza che per il momento è stata al di sopra delle aspettative di molti operatori.

Catastrofe in arrivo?

L’analisi tecnica aiuta moltissimo e la sua messa in relazione con grandezze di ordine superiore su base macro ci illustra una situazione non proprio rosea. Per vedere i grafici e fare insieme un’analisi esaustiva vi invito a partecipare alla rubrica Trading Time. In sostanza c’è il forte rischio di vedere un crollo su base pluriennale sia sul mercato azionario che sul mercato obbligazionario. Sarà proprio il mercato obbligazionario quello più difficile da capire in quanto i rendimenti si muoveranno in base alle oscillazioni dell’inflazione.

Pertanto un titolo di Stato a 10 anni che quota un 4% non è detto che sia conveniente in quanto, se si dovesse proseguire con questa inflazione, potrebbe iniziare a essere conveniente solamente quando si troverà al 6%. Questi sono i grandi problemi della mancanza di liquidità. Ovviamente le ripercussioni sull’economia reale sono di una recessione veramente importante soprattutto in quei paesi dove non ci sono state riforme strutturali forti dopo la crisi del 2008. Purtroppo l’Italia è uno di questi. L’analisi tecnica specifica verrà affrontata nella rubrica Trading Time di Money.it che trovate su YouTube in diretta ogni mercoledì dalle 18:30. Questa settimana, in via eccezionale la diretta ci sarà giovedì 30 giugno.

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