Mercati sull’orlo di una crisi, i motivi sono 4

Violetta Silvestri

29/06/2024

Terremoto in vista per i mercati? 4 fattori potenzialmente destabilizzanti potrebbero scuotere Borse, obbligazioni e valute. Cosa sta per accadere?

Mercati sull’orlo di una crisi, i motivi sono 4

Un terremoto potrebbe abbattersi sui mercati la prossima settimana, tra le elezioni politiche in Francia e in Regno Unito - con il voto francese atteso come non mai - e la pubblicazione di dati cruciali soprattutto nell’ottica dei tagli ai tassi Fed.

In un clima tornato inquieto nelle Borse mondiali, alle prese con un dollaro forte e per ora stabile nella sua posizione dominante e con aspettative sul costo del denaro Usa che si fanno sempre più pressanti, nuovi shock politici potrebbero aggiungere motivi di instabilità finanziaria.

Gli investitori osservano almeno 4 fattori destabilizzanti la prossima settimana.

1. Elezioni in Francia

Domenica la Francia andrà alle urne, nel primo turno delle elezioni che hanno già avuto un effetto shock sui mercati solo al loro annuncio.

Gli investitori staranno attenti a qualsiasi indizio sui risultati del secondo turno del 7 luglio. Tuttavia, una corsa in 577 circoscrizioni in cui ai candidati basta il 12,5% dei voti per arrivare al secondo turno, che prevede anche gare a tre, significa che potrebbe prevalere l’incertezza.

I timori di un aumento della spesa pubblica si sono in parte attenuati, aiutati dai segnali provenienti dal Rassemblement National (RN) di estrema destra di Marine Le Pen, in testa nei sondaggi, che indicano un atteggiamento responsabile dal punto di vista fiscale.

Il clima però resta molto instabile. Il premio di rischio che i titoli francesi pagano rispetto a quelli tedeschi è ancora più alto di oltre 25 punti base rispetto a prima dell’annuncio delle elezioni. Le azioni delle banche francesi sono vicine a perdite a due cifre.

Un’altra preoccupazione per i mercati è l’alleanza di sinistra, che molti nel mercato ora vedono come una minaccia ancora maggiore dell’estrema destra. Obbligazioni francesi, titoli azionari e l’euro potrebbero subire l’impatto di un esito del voto incerto o estremo.

2. Elezioni in Regno Unito

Meno apprensione, ma interesse comunque elevato nei confronti delle elezioni in Regno Unito fissate per il 4 luglio.

I sondaggi prevedono una schiacciante vittoria del partito laburista all’opposizione, con conseguente rialzo delle azioni e dei titoli di Stato britannici.

I trader prevedono un ritorno alla stabilità dopo le forti turbolenze politiche verificatesi durante i 14 anni di governo dei conservatori e ipotizzano che il leader laburista Keir Starmer potrebbe ricostruire i legami commerciali con l’Europa.

Tuttavia, la Gran Bretagna si trova ad affrontare enormi sfide fiscali per ora senza soluzioni da parte di entrambi i partiti, come osservato dal think tank dell’Institute for Fiscal Studies .

La crescita economica è tiepida, il rapporto debito pubblico/PIL ha raggiunto il livello più alto degli ultimi 63 anni e la tassazione in percentuale del reddito nazionale si sta avvicinando a un record dal 1949.

Se gli elettori si aspettano servizi pubblici migliori senza aumenti delle tasse e gli investitori vogliono che l’indebitamento pubblico si stabilizzi, Starmer potrebbe avere difficoltà ad accontentarli entrambi.

3. Occupazione Usa e messaggio per la Fed

Gli investitori in attesa di sapere quando la Federal Reserve potrebbe iniziare a tagliare i tassi di interesse otterranno un dato economico critico con il rapporto mensile sull’occupazione negli Stati Uniti pubblicato il 5 luglio.

Gli economisti prevedono un aumento di 180.000 posti di lavoro per il mese di giugno. Nel mese di maggio, le buste paga non agricole sono aumentate di 272.000 unità, molto più del previsto, sottolineando la resilienza del mercato del lavoro.

La Federal Reserve ha mantenuto invariati i tassi questo mese e ha posticipato l’inizio dei tagli forse a dicembre, in quanto i funzionari sono alla ricerca di segnali più convincenti che l’inflazione si stia moderando verso l’obiettivo della banca centrale o di prove che il mercato del lavoro stia peggiorando.

L’ultimo rapporto sull’indice dei prezzi al consumo è rimasto invariato.

4. Mercati emergenti in bilico

I dati sull’inflazione nei Paesi emergenti dell’Asia saranno copiosi nel calendario. Con i prezzi al consumo apparentemente in calo per la maggior parte delle economie, sorge spontaneo chiedersi per quanto tempo ancora i decisori politici dovranno mantenere i tassi elevati.

Il punto è che hanno le mani legate, con una Federal Reserve che tergiversa e un dollaro in ascesa che lascia poco o nessun margine per imminenti tagli dei tassi in Asia. Il rischio infatti è che le loro valute vengano ulteriormente martellate.

In Thailandia, questa dissonanza ha scatenato una disputa durata mesi tra la banca centrale e il governo.

Quest’ultimo insiste che un taglio urgente dei tassi rilancerebbe la seconda economia del Sud-Est asiatico, mentre la Banca di Thailandia (BOT) ha affermato che i tassi rimangono adeguati.

Il governatore della BOT Sethaput Suthiwartnarueput parlerà giovedì e probabilmente ribadirà la posizione della banca centrale.

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