I mercati oggi osservano soprattutto le valute, con l’euro in corsa sul dollaro. Le attese di una Fed meno aggressiva e di una Bce forte sul rialzo dei tassi sta spingendo la moneta comunitaria.
I mercati oggi mostrano una certa euforia e l’euro si fa notare, rafforzandosi sul dollaro.
Un indice delle azioni globali è diretto verso la chiusura più alta in 10 settimane sulla speculazione che la Federal Reserve e altre banche centrali si stanno avvicinando alla fine dei loro cicli di rialzo dei tassi. Per esempio, in un ulteriore segno che i tassi stanno raggiungendo il picco in tutto il mondo, la banca centrale di Singapore ha mantenuto invariate le sue impostazioni politiche dopo cinque manovre restrittive.
In questo contesto, nel Forex l’euro si sta facendo notare, con una corsa sul dollaro. La valuta comunitaria è in primo piano, mentre la Banca centrale europea rimane ostinatamente aggressiva rispetto alle controparti.
Mentre si scrive, l’EUR/USD viaggia sui 1,10, con un rialzo dell’1,85% in una sola settimana. Il salto dell’euro spicca nella panoramica dei mercati di oggi.
Mercati oggi: il protagonista è l’euro, i motivi
L’euro rimane tra le valute più forti spinto dalla Banca centrale europea ancora in modalità aggressiva e che dovrebbe alzare i tassi di 25 punti base nella prossima riunione, senza accennare ancora a eventuali pause.
Nello specifico, guardando i mercati di oggi, la coppia sta consolidando il suo viaggio al rialzo verso 1,1100 dopo aver costruito una base sotto 1,1050 in un clima tornato più che favorevole alla propensione al rischio.
Il dollaro Usa sta affrontando un’enorme pressione di vendita. Un indicatore Bloomberg del biglietto verde è sceso al minimo da febbraio, poiché la valuta statunitense si è indebolita e l’euro è salito al massimo in un anno sulla speculazione che la Fed deciderà ancora un rialzo dei tassi a maggio per poi prendersi una pausa.
In focus c’è anche l’andamento dell’economia Usa, dopo che i verbali Fed hanno annunciato una lieve recessione entro l’anno. I dati provenienti dagli Stati Uniti in questi giorni hanno aumentato le probabilità che la Federal Reserve possa alzare i tassi di interesse per l’ultima volta a maggio o rimanere in attesa.
L’indice dei prezzi alla produzione (PPI), una misura dell’inflazione all’ingrosso, è sceso dello 0,5% a marzo, contro le aspettative di una lettura piatta; il Core PPI è sceso dello 0,1%. Un rapporto ha mostrato che le richieste di disoccupazione iniziali per la settimana terminata l’8 aprile sono arrivate a 239.000, al di sopra delle aspettative e segnando il livello più alto da mesi.
Tutto questo indica che la missione della banca centrale Usa di spegnere l’inflazione e la stessa economia per scoraggiare la domanda e i prezzi si stia concretizzando. Dall’altra parte, invece, la Bce rimane impegnata nella lotta all’inflazione a colpi di rialzi dei tassi. Questo divario tra le politiche monetarie incrementa la forza della moneta comunitaria.
David Forrester, senior strategist presso Credit Agricole CIB a Singapore, ha sottolineato però che la debolezza del biglietto verde potrebbe non essere completamente veritiera al momento, “dato che il mercato è ancora alla ricerca di tagli dei tassi della Fed entro la fine dell’anno e l’inflazione dovrebbe rimanere persistente. I segnali di resilienza dell’economia statunitense vedrebbero il rimbalzo dell’USD, quindi le vendite al dettaglio negli Stati Uniti e i dati sul sentimento dei consumatori dell’Università del Michigan più tardi oggi saranno importanti”.
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