Il sell-off dei tecnologici di inizio settembre sta facendo tornare il Gold/Silver ratio ai livelli di fine 2017. Quali sono le prospettive per i metalli preziosi con le elezioni alle porte e l’inflazione in fase di ripresa?
Tra il 2010 e il 2017, il rapporto Gold/Silver è oscillato tra un valore minimo di 60 a un valore massimo di 80 mostrando un trend sostanzialmente in linea con quello dell’inflazione americana.
Dal 2018 in poi, le due variabili hanno mostrato un trend divergente: all’aumentare del Gold/Silver ratio, l’inflazione americana diminuisce.
Questo trend è stato più evidente con lo scoppio della pandemia. Vediamo perché.
Gold/Silver ratio: un’indicatore per monitorare lo stato di salute dell’economia
Il Gold/Silver ratio, conosciuto anche come Mint ratio, ci dice quante once di argento sono necessarie per un oncia d’oro. Perché è importante?
I trader usano questo rapporto come «cartina al tornasole» per fare «hedging» e implementare strategie di trading guadagnando sulla differenza di prezzo dei due metalli in futuro (andando lunghi su un metallo e corti sull’altro).
Gli operatori hanno a disposizione quattro scenari:
- Gold/Silver ratio in aumento. Sia l’oro che l’argento in aumento. Buy Gold;
- Gold/Silver ratio in aumento. Sia l’oro che l’argento in diminuzione. Sell Silver;
- Gold/Silver ratio in contrazione. Sia l’oro che l’argento in aumento. Buy Silver;
- Gold/Silver ratio in contrazione. Sia l’oro che l’argento in diminuzione. Sell Gold;
Queste strategie, però, devono essere messe in relazione con l’andamento dell’economia. Il Gold/Silver ratio, infatti, è influenzato dall’andamento del ciclo economico.
Durante la fase di espansione economica, l’argento «vince» sull’oro. Questo accade perché l’argento è un asset maggiormente legato al ciclo economico, visto l’ampio utilizzo nel settore industriale (nel settore tecnologico in particolare): perciò un suo maggiore incremento di prezzo rispetto all’oro sta a significare un’imminente fase di ripresa contraddistinta da maggiore inflazione e crescita economica.
In fase di contrazione economica, invece, avremo un Gold/Silver ratio più elevato poiché gli operatori, «spaventati» dalla situazione economica, preferiranno detenere il metallo giallo in virtù del suo ruolo di bene rifugio. Questo potrebbe determinare un incremento del prezzo dell’oro e una contrazione di quello dell’argento, facendo salire il Gold/Silver ratio.
Il Gold/Silver ratio e l’inflazione: due velocità durante la pandemia
Il progressivo impoverimento della «middle class» americana a seguito della divergenza di lungo periodo tra produttività e salari (la prima è salita del doppio rispetto alla seconda), acuito dalla pandemia, ha prodotto una contrazione sia del tasso di inflazione che della crescita economica.
Questo ha costretto la Fed a potenziare il suo intervento in economia «iniettando» maggiore liquidità nel sistema economico.
Questa liquidità, oltre che sostenere i mercati finanziari, si è anche riversata sui metalli preziosi (l’argento da inizio anno ha guadagnato oltre 40 punti percentuali). Questo incremento, che ha seguito il ciclo economico, ha acuito il trend già in atto rispetto al tasso di inflazione.
In questo scenario, infatti, dall’inizio della pandemia, le serie storiche del Gold/Silver ratio e del tasso di inflazione USA (in questo caso il Personal Consumption Expenditure), mostrano due fasi:
- la prima da marzo alla prima metà di giugno con il Gold/Silver ratio superiore a 100 e un tasso di inflazione in marcata contrazione;
- la seconda dalla seconda metà di giugno ad adesso con il Gold/Silver ratio in diminuzione al di sotto di 100 e un’inflazione in ripresa.
Gold/Silver ratio vs inflazione americana. Fonte Bloomberg
Nella prima fase la recessione era alle porte: consumi e prezzo del petrolio in calo dal lato macro e marcata contrazione per il dollaro e Wall Street sul fronte finanziario, hanno indotto gli operatori ad orientarsi più su asset class difensive (come l’oro).
Dalla seconda metà di giugno in poi le cose sono cambiate. Il Gold/Silver ratio è sceso e l’inflazione è salita.
Perché il Gold/Silver ratio è sceso e l’inflazione PCE è aumentata nella seconda fase? I motivi sono essenzialmente tre:
- il potenziamento da parte della Fed della politica monetaria a sostegno dell’economia;
- l’aumento delle vendite al dettaglio USA;
- la riduzione dei contagi da Covid e l’allentamento del lockdown.
La maggiore liquidità a sostegno dell’economia, si è di nuovo riversata nei mercati finanziari sostenendo le quotazioni azionarie (dei tecnologici in particolare) e nei metalli preziosi. Questa volta però, la moderata ripresa dell’inflazione (associata all’incremento delle vendite al dettaglio), il trend rialzista dei tecnologici e l’allentamento delle misure di lockdown, hanno spinto gli operatori a cavalcare maggiormente il ciclo economico acquistando più argento rispetto all’oro.
E adesso?
Dopo essere sceso ai minimi dal 2017, il Gold/Silver ratio attualmente attesta in quota 80 punti.
Questo stato di cose potrebbe durare anche in futuro, nonostante il rafforzamento dal dollaro da inizio mese (storicamente «nemico» dei metalli preziosi) sembrerebbe dire il contrario, in quanto:
- è in atto una rotazione settoriale: la bassa crescita economica induce ad una riduzione delle valutazioni di mercato delle azioni. Adesso le valutazioni di mercato dei tecnologici sono troppo elevate. Le posizioni corte degli operatori su queste asset class stanno causando una contrazione più marcata dell’argento rispetto all’oro;
- rischi politici. Le elezioni sono alle porte e Biden sembra essere in vantaggio. Alcune politiche del candidato democratico (come l’incremento dell’aliquota dell’imposta sulle società dal 21 al 28%), sembrano svantaggiare i mercati finanziari (alcuni prevedono una contrazione di Wall Street dal 10% come risposta a tali misure). Questo potrebbe ridurre maggiormente il prezzo dell’argento rispetto a quello dell’oro determinando un incremento del Gold/Silver ratio.
L’inflazione invece, è il tema dei prossimi mesi. L’incremento sia del debito pubblico che del debito privato con bassa crescita economica potrebbe diventare insostenibile in futuro, perciò è necessario creare inflazione in chiave strategica.
Nonostante la politica monetaria non potrà essere confermata per sempre agli attuali livelli, essa potrebbe giocare un ruolo fondamentale in tal senso sostenendo, questa volta, maggiormente le quotazioni dell’oro rispetto all’argento.
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