Solitamente per la pensione di vecchiaia serve avere almeno 20 anni di contributi. Ma in alcuni, limitati casi, ne sono sufficienti 15.
Ancora per qualche anno sarà possibile smettere di lavorare con 15 anni di contributi anziché i 20 anni richiesti dalla pensione di vecchiaia per chi compie i 67 anni di età.
Tuttavia, più passano gli anni e meno sono le persone che riescono a soddisfare i requisiti per andare in pensione con 15 anni di contributi, in quanto si allontana l’orizzonte temporale di riferimento.
Come vi spiegheremo in questo articolo, infatti, lo sconto di 5 anni sui contributi richiesti per andare in pensione è riservato a coloro che hanno almeno un contributo settimanale accreditato nel sistema retributivo, applicato per i periodi antecedenti alla data dell’1 gennaio 1996.
Con il passaggio integrale al sistema contributivo, stimato intorno alla fine degli anni ‘30, questa agevolazione cadrà in disuso e l’unica possibilità per andare in pensione con meno di 20 anni di contributi sarà rappresentata dall’opzione contributiva della pensione di vecchiaia (per la quale però bisogna aver compiuto i 71 anni di età).
A tal proposito, vediamo quali sono oggi le soluzioni per andare in pensione con 15 anni di contributi e quali requisiti bisogna soddisfare per beneficiare dello sconto.
Pensione con 15 anni di contributi, perché è importante
È il D. Lgs. n. 503/1992 - conosciuta anche come la riforma Amato - a prevedere introdotte tre deroghe al requisito contributivo richiesto per l’accesso alla pensione di vecchiaia a 67 anni di età: anziché 20 anni di contributi, infatti, in alcuni casi si può smettere di lavorare dopo soli 15 anni.
In realtà la riforma Amato prevedeva quattro deroghe, ma ormai è diventato impossibile soddisfare i requisiti per l’ultima.
La pensione con 15 anni di contributi rappresenta una soluzione utile per tutti coloro che hanno avuto una carriera con diversi buchi contributivi e che quindi non sono riusciti ad assicurarsi il requisito minimo per poter andare in pensione. Ricordiamo, infatti, che non raggiungendo almeno 20 anni di contributi non si ha diritto a una pensione e gli anni di lavoro effettuati andranno persi.
L’unica possibilità è quella offerta dall’opzione contributiva della pensione di vecchiaia che consente il collocamento in quiescenza a 71 anni di età e 5 anni di contributi, ma l’accesso è precluso a chi ha un’anzianità contributiva antecedente al 1 gennaio 1996 (a meno che non possano sfruttare il computo nella Gestione Separata).
Chi può andare in pensione con 15 anni di contributi (anziché 20)
La riforma Amato indica tre possibili strade per accedere alla pensione di vecchiaia con 15 anni di contributi anziché 20, riservate a coloro che hanno almeno un contributo settimanale versato entro il 31 dicembre 1995:
- la prima riconosce questa possibilità a coloro che hanno maturato almeno 15 anni di contributi entro il 31 dicembre 1992. Va sottolineato che nei 15 anni rientrano tutte le tipologie di contributi, da quelli obbligatori ai figurativi, fino a quelli ricavati da riscatto o da versamento volontario;
- la seconda, invece, interessa coloro che entro la data del 31 dicembre 1992 hanno ottenuto l’autorizzazione alla prosecuzione volontaria dei contributi previdenziali. L’aspetto importante è che non è necessario aver provveduto al versamento per poter approfittare dell’agevolazione in oggetto;
- la terza riconosce la possibilità di andare in pensione con 15 anni di contributi a coloro che hanno un’anzianità assicurativa di almeno 25 anni e che per almeno 10 anni hanno meno di 52 settimane di contributi, ossia coloro che per almeno un decennio, non necessariamente continuativo, non sono riusciti a garantirsi una copertura contributiva piena. Va detto però che dal momento che per accedere a questa agevolazione bisogna avere almeno un contributo versato nel regime retributivo, quindi entro il 31 dicembre 1995, l’anzianità assicurativa richiesta non è più di 25 anni bensì più alta: 29 anni nel 2024, 30 anni nel 2025, 31 anni nel 2026 e così via.
Non bisogna invece commettere l’errore che anche l’Opzione Dini consenta di andare in pensione con 15 anni di contributi: a coloro che soddisfano determinati requisiti, tra cui appunto una contribuzione di almeno 15 anni, viene invece autorizzato un ricalcolo completamente contributivo dell’assegno che in alcuni casi potrebbe risultare più conveniente rispetto al misto.
Pensione con 15 anni di contributi destinata a sparire
Come anticipato, queste tre deroghe sono strutturali nel nostro sistema pensionistico: non è quindi necessaria una conferma da parte del governo e fino a quando ci saranno persone che ne soddisfano i requisiti continuerà a essere in uso.
Il problema è che più passano gli anni e più è fisiologico che la platea si riduce: l’apice lo toccheremo quando nessuno avrà contributi versati entro il 31 dicembre 1995, non permettendo così neppure l’accesso alla terza deroga Amato (che oggi risulta la più utilizzata).
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