Pensioni, cattive notizie per chi ha iniziato a lavorare prima del 1996

Simone Micocci

22/09/2024

Aver iniziato a lavorare prima del 1996 non è sempre una buona notizia, specialmente per chi non riesce a raggiungere la contribuzione minima per la pensione di vecchiaia.

Pensioni, cattive notizie per chi ha iniziato a lavorare prima del 1996

Per chi ha iniziato a lavorare prima del 1996 ci sono diversi vantaggi da considerare ai fini dell’accesso alla pensione, ma anche degli svantaggi.

Molte volte abbiamo messo in risalto il vantaggio di avere contributi maturati prima del 1996 rientrando così nel sistema misto per il calcolo della pensione, quindi per una parte con il retributivo e per l’altra con il contributivo. Intanto va detto che le regole del retributivo sono più vantaggiose, quindi il fatto che venga utilizzato per una parte di calcolo comporta benefici sulla pensione. Va detto anche che chi ha almeno un contributo maturato entro il 31 dicembre 1995 ha diritto all’integrazione al trattamento minimo laddove la pensione sia molto bassa, strumento che invece è precluso ai cosiddetti contributivi puri (ossia a chi ha contributi versati esclusivamente dopo).

Tuttavia, come vedremo di seguito, ci sono anche cattive notizie per chi ha iniziato a lavorare prima del 1996, come ad esempio il fatto che se non viene raggiunto il requisito contributivo minimo per andare in pensione i contributi versati si perdono.

Se hai iniziato a lavorare prima del 1996 devi avere almeno 20 anni di contributi per andare in pensione

Nel caso di coloro che hanno almeno un contributo (settimanale) versato prima del 1996 c’è l’obbligo di aver raggiunto i 20 anni di contribuzione per andare in pensione. È questo il requisito contributivo per la pensione di vecchiaia, il quale è derogabile solamente nel caso di coloro che:

  • alla data del 31 dicembre 1992 hanno maturato 15 anni di contributi;
  • alla data del 31 dicembre 1992 sono stati autorizzati dall’Inps a versare la contribuzione volontaria;
  • hanno un’anzianità assicurativa di almeno 25 anni (il che è scontato dal momento che hanno dei contributi versati prima del 1996) e almeno 10 anni in cui non sono state versate 52 settimane contributive.

Questi rientrano nelle cosiddette deroghe Amato, con le quali si va in pensione con 15 anni di contributi. Contrariamente i 20 anni sono inderogabili, il che significa che basta non arrivare a questa soglia anche solo per una settimana per non raggiungere il diritto alla pensione.

E l’aspetto sconfortante è che i contributi versati si perdono, rappresentando così un vero e proprio spreco di soldi. Basti pensare, per rendersi conto di quanto si perde, che per ogni anno di lavoro è stato versato all’Inps poco più del 30% di quanto guadagnato

Diverso il caso di chi invece ha almeno un contributo settimanale versato dopo il 1° gennaio 1996: per quanto anche questi debbano raggiungere i 20 anni di contributi per andare in pensione a 67 anni di età (senza tra l’altro la possibilità di rientrare nelle deroghe Amato), c’è comunque una sorta di “paracadute” per non perdere i contributi versati nel caso in cui gli anni lavorati fossero meno.

Grazie all’opzione contributiva della pensione di vecchiaia, infatti, il diritto alla pensione può essere rimandato al compimento dei 71 anni di età, quando sono sufficienti appena 5 anni di contributi per assicurarsi una rendita vitalizia. Bisognerà quindi avere un po’ di pazienza, ma perlomeno si evita di perdere molti soldi.

Niente pensione a 64 anni con 20 anni di contributi

Va detto poi che è sufficiente avere un contributo settimanale versato prima del 31 dicembre per vedersi preclusa la possibilità di andare in pensione 3 anni prima rispetto a quanto stabilito dalla pensione di vecchiaia.

I contributivi puri, infatti, possono andare in pensione anche a 64 anni (sempre con 20 anni di contributi), a patto però di aver raggiunto un assegno di importo almeno pari a 3 volte il valore dell’Assegno sociale (2,8 volte per le donne con un figlio, 2,6 volte per chi ne ha almeno due).

Una misura a cui invece non possono accedere coloro che hanno la pensione calcolata con il sistema misto, i quali in alternativa possono smettere di lavorare prima dei 67 anni solo se hanno raggiunto 42 anni e 10 mesi di contributi - uno in meno per le donne - per effetto della cosiddetta pensione anticipata.

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