L’inflazione sta frenando, ma anche nei prossimi mesi saranno fondamentali gli aiuti economici e i bonus per mitigare il caro prezzi e i costi delle bollette: ecco perché.
La corsa dei prezzi ha rallentato, ma l’inflazione resta ancora alta. E lo rimarrà ancora per mesi. Anche se il peggio è passato, la perdita di potere d’acquisto delle famiglie italiane è evidente e serve intervenire per evitare che la situazione possa peggiorare durante l’anno.
Per questo motivo aiuti e bonus - come quelli contro il caro bolletta, per esempio - servono ancora. Magari indirizzandoli solo ad alcune famiglie, come spiega in un’intervista all’Economia del Corriere della Sera Lilia Cavallari, docente di Economia politica e alla guida dell’Ufficio parlamentare di bilancio.
L’inflazione, quindi, non è ancora alle spalle e resterà alta per mesi. Finora è stato cruciale, spiega Cavallari, l’impatto di alcune misure del governo: i bonus in busta paga (da 200 e poi da 150 euro), il taglio del cuneo fiscale, gli aiuti contro il caro bollette. Ecco perché, a suo avviso, sarebbe giusto rinnovare (o almeno rimodulare) alcune di queste misure.
L’inflazione in Italia
La presidente dell’Upb spiega che solitamente in Italia l’inflazione è più bassa che nell’Ue, ma nel 2022 è avvenuto in realtà il contrario. Ora, comunque, la forbice si sta riducendo. E ci si attende che durante l’anno “la nostra inflazione tornerà a essere più bassa di quella europea”.
Chi ha pagato di più il conto dell’inflazione
L’inflazione ha avuto effetti diversi sulle famiglie, soprattutto in base al reddito: “Le famiglie con il reddito più basso sono state più colpite”, spiega Cavallari. Ma non c’è stato un crollo dei consumi. Questo perché “sono state usate le scorte di risparmio accumulate in pandemia”.
In sostanza si è abbassata la propensione al risparmio delle famiglie italiane. In più gli aiuti erogati dai governi “hanno contributo a non far crollare i consumi”. Va comunque sottolineato che in Italia la dinamica di aumento salariale è stata moderata, al contrario di quanto avvenuto in altri Paesi Ue. E anche per i contratti rinnovati gli aumenti sono stati moderati, quindi si ha avuto una “perdita del potere d’acquisto e la diminuzione dei salari reali”.
Inflazione, quali rischi per i prossimi mesi
Per quanto l’inflazione sia in discesa, restano dei segnali preoccupanti in vista dei prossimi mesi, come sottolinea la presidente dell’Upb. Innanzitutto le tensioni geopolitiche con la guerra in Ucraina, ma anche la volatilità delle materie prime, il probabile aumento delle bollette (già annunciato) e la crescita del prezzo del petrolio. Con in più l’incognita di una piena ripresa della Cina che potrebbe portare a una “maggiore domanda di energia sui mercati”.
Perché aiuti e bonus servono ancora
Finora gli aiuti introdotti dai governi Draghi e Meloni hanno aiutato a compensare la perdita del potere d’acquisto delle famiglie. Ma sono destinati a scomparire: seppur è vero che l’inflazione inizia a scendere e il potere d’acquisto verrà recuperato, è altrettanto vero che nel frattempo bisogna “presidiare questo periodo di transizione”.
Secondo Cavallari, in sostanza, vanno prorogati gli aiuti. Anche perché l’inflazione, stando alle previsioni per il 2023, resterà alta, intorno al 5-6%. La proroga delle misure dipenderà dalle risorse disponibili, ma alcuni aiuti e bonus “potrebbero tornare utili, selezionando la platea dei beneficiari”. Interventi mirati, quindi, seguendo le indicazioni arrivate anche dalla Commissione europea.
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