Il clima di incertezza domina le finanze globali e la prossima settimana 4 eventi chiave potrebbero rafforzare questo sentiment tra gli investitori. Perché si teme ancora instabilità?
Con l’avvio del secondo semestre, Borse e finanza mondiali restano incerte su cosa accadrà.
I motivi sono molteplici e spaziano dalle incognite geopolitiche alle turbolenze elettorali di Paesi rilevanti a livello economico, come la Francia, fino alle aspettative crescenti su un taglio ai tassi Fed che tarda però ad arrivare.
Gli investitori hanno finora osservato il dollaro forte, spinto dallo slogan della banca centrale di tassi più alti più a lungo, le oscillazioni delle obbligazioni francesi, l’altalena del petrolio, la debolezza dell’euro pressato da tassi più bassi e ripresa economica fragile.
In questo contesto, la prossima settimana si presenta cruciale. In focus ci sono almeno 4 motivi di instabilità e incertezza, pronti a colpire valute, azioni, obbligazioni.
1. Inflazione Usa, quale messaggio alla Fed?
La lettura mensile dell’indice dei prezzi al consumo statunitense di giovedì 11 luglio determinerà se la Fed sarà davvero pronta a tagliare i tassi di interesse nei prossimi mesi.
Secondo un sondaggio Reuters, si prevede che il dato di giugno sia aumentato dello 0,1%, dopo essere rimasto inaspettatamente invariato a maggio.
I dati della fine del mese scorso hanno mostrato che un altro indicatore dell’inflazione, l’indice dei prezzi delle spese per consumi personali, è aumentato del 2,6% su base annua, il che suggerisce che l’inflazione si sta raffreddando, ma l’indicatore era ancora superiore all’obiettivo della Fed del 2%.
Nel frattempo, ci sarà la testimonianza di Powell davanti al Congresso. In una conferenza in Portogallo il governatore ha detto che gli Stati Uniti sono tornati su un “percorso disinflazionistico”, ma i decisori politici hanno bisogno di più dati prima di tagliare i tassi di interesse. Inoltre, ha lanciato l’allarme debito per la prima potenza mondiale. Il suo livello è insostenibile e potenziale fonte di instabilità.
2. Banche Usa al test delle trimestrali
I tassi di interesse più elevati e un contesto economico incerto stanno gettando ombre sugli utili delle banche statunitensi, con l’inizio della stagione dei rendiconti del secondo trimestre.
JPMorgan Chase, Citigroup e Wells Fargo pubblicheranno i guadagni del secondo trimestre il 12 luglio. Bank of America renderà noti i risultati finanziari il 16 luglio.
Il più grande prestatore statunitense, JPMorgan, dovrebbe riportare utili per azione (EPS) di $4,69, secondo le stime LSEG, al di sotto dei $4,75 dell’anno precedente. Si prevede che l’EPS di Bank of America scivolerà a 79 centesimi dagli 88 centesimi dell’anno precedente, sebbene si prevede che l’EPS di Citi e Wells Fargo salirà.
Gli analisti hanno affermato che il commento dei dirigenti sull’andamento dei tassi di interesse sarà importante, soprattutto dopo che i leader del settore hanno parlato del miglioramento delle condizioni per l’investment banking.
3. Quale Governo in Francia?
La Francia torna alle urne domenica per il secondo turno delle elezioni anticipate. Gli investitori si aspettano un Parlamento in stallo.
Le prospettive di una maggiore spesa sotto il governo di estrema destra del partito di estrema destra di Marine Le Pen, o addirittura sotto quello di un governo di sinistra, hanno scosso i mercati a giugno.
Tuttavia, gli investitori sono più ottimisti questa settimana, con il Rassemblement Nationale che ha registrato una vittoria meno ampia di quanto alcuni sondaggi si aspettassero al primo turno di domenica scorsa. Un tentativo trasversale di tenerlo lontano dal potere questa settimana ha ulteriormente ridotto le probabilità di una sua maggioranza assoluta.
Il premio di rischio sul debito francese rispetto a quello tedesco è sceso a circa 70 punti base, dopo aver toccato la scorsa settimana il livello più alto dal 2012, attestandosi a 85 punti base.
Ma un Parlamento in stallo non è di conforto per gli investitori, poiché rischia di creare una paralisi politica che potrebbe rendere ancora più difficile risanare le finanze in difficoltà della Francia, costretta ad affrontare le misure disciplinari dell’Unione Europea.
4. L’Iran più moderato e gli equilibri mondiali
Rispetto alle dinamiche politiche e finanziarie del mondo occidentale, così turbolente al momento, le elezioni in Iran sembra siano passate in secondo piano. Tuttavia, l’esito del voto suscita aspettative e interesse a livello globale.
L’Iran ha eletto Masoud Pezeshkian alla presidenza, in un’inaspettata vittoria per il campo riformista del Paese, in un contesto di profondo malcontento sociale, difficoltà economiche e guerra regionale.
Pezeshkian è anche membro del Parlamento dal 2008, membro dell’Assemblea consultiva islamica e vicepresidente del parlamento. Vuole allentare le restrizioni sociali come la rigida legge iraniana sull’hijab e migliorare le relazioni con l’Occidente, incluso il potenziale riavvio dei colloqui sul nucleare con le potenze mondiali.
Il Paese di 88 milioni di persone ha sopportato per anni un’economia in crisi, dure repressioni del dissenso, un’inflazione elevata e pesanti sanzioni occidentali. Deve anche affrontare crescenti tensioni con gli Stati Uniti per l’arricchimento nucleare iraniano accelerato da Teheran e la guerra tra Israele e Hamas. Proprio in questa ottica geopolitica, la vittoria di Pezeshkian è una notizia rilevante.
Con l’escalation del conflitto in Medio Oriente all’orizzonte, una Repubblica islamica più moderata potrebbe segnare una svolta.
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