Non si può lasciare l’eredità a chiunque, perlomeno non senza rispettare la quota di legittima. La quota disponibile, invece, può essere lasciata a chi si vuole.
Molte persone credono che la esista una completa libertà di disporre dei propri beni, soprattutto in merito all’eredità. Nonostante questo sembri giusto da un punto di vista logico e morale, la legge prevede dei limiti piuttosto stringenti in merito ai lasciti testamentari, che inevitabilmente condizionano anche il potere in vita sui propri in beni. Non è dunque possibile lasciare l’intera eredità a chi si vuole, a meno che non ci siano eredi in vita.
Quando l’eredità non può essere negata
Il Codice civile, infatti, stabilisce una gerarchia precisa di eredi, ai quali non può essere negata la cosiddetta quota di legittima, nemmeno per volontà del testatore. La quota ereditaria, peraltro, viene calcolata anche in base alle donazioni effettuate in vita, limitando di fatto la disposizione del proprio patrimonio.
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In realtà, non è possibili limitare a priori le disposizioni personali e volontarie sul proprio lascito ereditario. Di conseguenza non è espressamente vietato stipulare un testamento che non rispetta le quote di legittima, anzi questo testamento viene comunque applicato. Le donazioni, soprattutto, non possono essere vietate e pertanto il problema non sembra sussistere.
In realtà però, tutte queste azioni possono essere annullate, o comunque modificate, su richiesta degli eredi legittimari, i quali possono impugnare il testamento o avviare una causa civile per la restituzione dell’eredità che spetta loro per legge.
Ciò, tuttavia, impedisce la disposizione di una specifica quota del patrimonio e non del totale, pertanto la parte restante (detta perciò disponibile) può essere lasciata dal testatore a chiunque preferisca. La legge, infatti, non prevede alcuna restrizione in questo senso. Nel testamento, possono quindi essere incluse anche persone senza legami di parentela, estranei e perfino enti, strutture di beneficenza o qualsiasi altro soggetto designato.
L’importante è che la quota lasciata loro non intacchi la quota legittima, perché in caso contrario gli eredi potrebbero ottenerne la restituzione. Accordarsi in vita con i propri eredi in merito può sembrare una soluzione, ma in realtà non ha alcuna efficacia certa dal punto di vista legale. Gli eredi, infatti, hanno la facoltà di rinunciare all’eredità, ma soltanto dopo la morte del defunto. La rinuncia preventiva, anche se firmata e volontaria è praticamente nulla. In tal proposito, bisogna anche ricordare che è impossibile diseredare un erede legittimario.
Prima di redigere il testamento, quindi, è necessario verificare quanto dovuto per legge agli eredi, a seconda del numero e del grado di parentela dei familiari in vita. La divisione testamentaria, infatti, avviene in percentuali sul patrimonio, comprendenti sia attivi che passivi. Di conseguenza, i beni saranno attribuiti secondo il loro valore. Per lasciare a un soggetto, un bene specifico, invece è sufficiente nominarlo legatario e non erede.
Come lasciare tutta l’eredità a chi si vuole
Il calcolo delle quote di legittima deve quindi essere il più accurato possibile per evitare future problematiche negli eredi designati. Prima di verificare le quote spettanti a ognuno, è opportuno però escludere dal patrimonio tutte quelle componenti reddituali che non rientrano nella legittima, cioè:
- Trattamento di fine rapporto.
- Indennità di preavviso.
- Quote di fondi pensione, che vengono liquidate solo ai beneficiari.
- Rimborsi delle assicurazioni sulla vita.
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Questo significa che tutti i soldi provenienti da queste categorie possono essere indirizzati tramite il testamento a chi si vuole, perché gli eredi legittimari non possono avanzare alcuna pretesa legale in merito. Di conseguenza, può accadere che il lascito complessivo degli eredi legittimari sia inferiore a quello stabilito dal testatore in favore di un terzo. In tal proposito, però, sarà indispensabile dimostrare la provenienza del denaro dal Tfr o dall’indennità di preavviso.
Per quanto riguarda, invece, le quote dei fondi pensione e i rimborsi delle assicurazioni sulla vita, è sufficiente indicare già in vita il beneficiario. Un’altra precauzione, per riuscire a disporre dell’eredità nel modo più libero possibile, è quella di tenere traccia di tutte le donazioni importanti effettuate. Queste, infatti, saranno sottratte dalla quota ereditaria e, nel caso di scompensi ridistribuite.
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