Tra le diverse opzioni disponibili per i coniugi e l’assistenza legale, ecco quanto costa (in media) divorziare.
Il divorzio, ormai consolidato nel nostro ordinamento da vari decenni, contempla diverse tipologie di procedura, in base alle quali cambia quanto costa divorziare, in quanto il costo del divorzio è pari a quello sostenuto per l’assistenza legale nella causa civile o nella negoziazione.
Quanto costa la causa per il divorzio
Farsi assistere dall’avvocato ha un costo variabile a seconda delle ore di lavoro necessarie e dall’onorario del professionista. In ogni caso si tratta di un costo imprescindibile nella causa per il divorzio, di cui è possibile fare una stima grazie ai parametri fissati dalla legge. Questi ultimi non costituiscono il limite massimo delle tariffe, ma vengono applicati in mancanza del preventivo e perciò consentono di individuare l’onorario medio in modo abbastanza verosimile. In ogni caso, tuttavia, se il cliente firma un preventivo con tariffe superiori è vincolato al pagamento.
Per calcolare il costo del divorzio quest’ultimo deve essere considerato come procedimento civile dal valore indeterminabile di bassa complessità. In tutte le cause civili riguardanti il vincolo coniugale (come anche la separazione) il valore del procedimento deve essere ritenuto indeterminabile, mentre in un secondo momento possono essere elencate le singole voci di spesa.
Questo tipo di procedimento civile, comunque, ha un costo medio di circa 4.000 euro secondo i decreti ministeriali a riguardo. Posto che ogni avvocato ha la facoltà di chiedere un compenso diverso, questa cifra può comunque subire delle variazioni a seconda delle circostanze.
Quanto costa la causa di divorzio consensuale o giudiziale
La causa di divorzio che costa meno in assoluto è quello in via consensuale, poiché il lavoro dell’avvocato è sostanzialmente limitato alla redazione dell’atto di ricorso che contiene la volontà dei coniugi. Non sono necessarie udienze successive, perciò l’onorario medio dell’avvocato per questa pratica si aggira intorno ai 2.000 euro.
L’ipotesi più dispendiosa, invece, si palesa quando il procedimento giudiziale è piuttosto lungo e complesso. Si tratta di un’eventualità piuttosto frequente nelle cause di divorzio, perché mancando l’accordo delle parti è necessario approfondire numerosi fattori prima di giungere alla sentenza. Allo stesso tempo gli interessi delle parti sono particolarmente in contrasto, motivo per il quale gli avvocati chiedono in media un onorario di 7.000 euro per la mole di lavoro portata da queste cause. Si tratta naturalmente dei parametri di riferimento quando non è possibile avvalersi del gratuito patrocinio.
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È poi necessario aggiungere alla spesa legale:
- Il contributo unificato di 43 euro per il divorzio consensuale e di 98 per quello giudiziale.
- Le spese processuali (in media da 1.500 a 4.000 euro) a carico del coniuge che ha perso la causa.
- L’eventuale risarcimento stabilito dal giudice, come il risarcimento danni per tradimento.
- L’assegno divorzile e di mantenimento, se presenti.
Divorziare senza causa civile: la negoziazione assistita
Il divorzio ha un costo nettamente minore quando è possibile optare per la convenzione di negoziazione assistita, evitando lunghe cause in tribunale. La negoziazione assistita consente alle parti di risolvere la controversia senza instaurare un vero e proprio procedimento civile, bensì con l’assistenza diretta di avvocati. Questa procedura prevede in ogni caso la partecipazione di due avvocati, uno per parte, dunque non si può dividere il costo dell’onorario di un unico avvocato (come invece è possibile fare in altre procedure).
Questo è previsto dalla legge perché in fase di negoziazione le parti sono in lite, con interessi e dichiarazioni differenti, e sarebbe possibile per un unico avvocato far valere equamente gli interessi di entrambi. In media, un avvocato che assiste una negoziazione chiede un onorario di circa 2.000 euro, quindi si tratta di una modalità piuttosto economica, oltre che più rapida. In genere, in base alla difficoltà dell’accordo l’onorario va, infatti da 1.500 a 3.000 euro (a meno che non ci si avvalga del gratuito patrocinio).
Divorziare economicamente
Esiste anche la possibilità di divorziare senza avvalersi di un avvocato per la negoziazione e tantomeno senza instaurare una causa civile. La legge consente infatti di richiedere il divorzio direttamente al comune, per il quale l’unico costo è rappresentato dal pagamento della marca da bollo.
Questo tipo di divorzio, tuttavia, è possibile soltanto quando:
- I coniugi sono d’accordo.
- Non ci sono figli minori.
- Non ci sono figli maggiorenni non autosufficienti economicamente.
- Non ci sono figli portatori di handicap grave.
- Non ci sono figli con incapacità.
- Non sono necessari patti di trasferimento patrimoniale, come la divisione di beni (ma è consentito l’assegno di mantenimento al coniuge con reddito minore).
Quando queste condizioni sono rispettate, la procedura in comune è senza dubbio la via migliore, poiché ai tempi rapidi si unisce il costo totale di soli 16 euro (per i diritti all’ufficio di stato civile).
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