Il modello di ricevuta per la prestazione occasionale da scaricare e e tutte le istruzioni utili per non sbagliare la compilazione.
La ricevuta per prestazione occasionale è un documento fondamentale per chi effettua collaborazioni di breve durata o di natura sporadica, senza un rapporto di lavoro subordinato o continuativo. Questo strumento è essenziale per regolamentare e certificare i compensi percepiti da lavoratori autonomi occasionali, garantendo al tempo stesso trasparenza fiscale e conformità alle normative vigenti.
La prestazione occasionale è spesso scelta per incarichi temporanei o collaborazioni di limitata entità, dove non sussistono i presupposti per instaurare un contratto stabile. Conoscere le caratteristiche e le modalità di utilizzo della ricevuta è essenziale sia per il prestatore che per il committente, al fine di evitare incomprensioni o potenziali sanzioni.
Ma come compilare la ricevuta per la prestazione occasionale? Rispondiamo alla domanda con la nostra guida completa che contiene le istruzioni necessarie a capire come si fa una ricevuta per la prestazione occasionale.
La normativa che regola la prestazione occasionale
La prestazione occasionale è regolata dal Codice Civile italiano e da normative fiscali specifiche, che ne delimitano i confini e le modalità di utilizzo. Questo tipo di collaborazione si caratterizza per la natura sporadica e non abituale, ed è destinata a incarichi che non superano determinati limiti temporali e di compenso.
Secondo la normativa vigente, per rientrare nella definizione di prestazione occasionale non si deve superare un compenso annuo di 5.000 euro lordi per singolo committente. Inoltre, la durata complessiva della prestazione non deve configurarsi come continuativa, altrimenti si potrebbe incorrere nella riqualificazione del rapporto in lavoro subordinato o parasubordinato.
La ricevuta per la prestazione occasionale, sulla quale si applica la ritenuta d’acconto, viene utilizzata da tutti i professionisti che, pur non avendo Partita IVA, e quindi non potendo emettere fattura, hanno bisogno di rilasciare una quietanza di pagamento per un lavoro svolto in via, per l’appunto, occasionale.
Lavoro in prestazione occasionale: quando si compila la ricevuta?
La ricevuta per la prestazione occasionale, quindi, la utilizzano i lavoratori autonomi non titolari di partita IVA o anche i professionisti per attività svolte in modo sporadico o saltuario.
La ricevuta è lo strumento attraverso cui il prestatore certifica l’avvenuto pagamento e comunica al committente gli importi percepiti, al netto delle eventuali ritenute fiscali. Per quanto riguarda la fiscalità, i compensi derivanti da prestazioni occasionali sono soggetti a una ritenuta d’acconto del 20%, che il committente è tenuto a versare all’Agenzia delle Entrate come sostituto d’imposta.
Questa ritenuta si applica esclusivamente ai lavoratori non iscritti a un albo professionale o alla gestione separata INPS, per i quali si configurano obblighi previdenziali differenti.
La prestazione occasionale però può non essere la soluzione più vantaggiosa per ogni situazione lavorativa. Infatti, se si ha intenzione di svolgere un’attività continuativa e di pubblicizzarla sui social o tramite siti internet si avrà bisogno di aprire una Partita IVA. Anche le tasse sono minori, il 5% per i primi cinque anni della Partita IVA (regime forfettario) contro il 20% della prestazione occasionale.
Vediamo, allora, come compilare la ricevuta per la prestazione occasionale senza commettere errori. A tal fine alleghiamo alla nostra guida anche il fac-simile della ricevuta per la prestazione occasionale.
Fac-Simile della ricevuta prestazione occasionale: il modello da scaricare
Ecco, come promesso, qui di seguito il modello di ricevuta per la prestazione occasionale da poter scaricare e compilare Il fac-simile è disponibile sia in formato PDF che DOC, così da poterla utilizzare secondo ogni necessità.
Ora vediamo insieme tutte le istruzioni fondamentali per compilarla e inviarla al committente.
Come compilare la ricevuta per la prestazione occasionale
La ricevuta per la prestazione occasionale per essere compilata correttamente non deve mancare di alcune informazioni basilari. Tra queste troviamo:
- i dati anagrafici e fiscali di entrambe le parti (prestatore e committente);
- la descrizione dettagliata della prestazione svolta;
- l’importo lordo pattuito e l’importo netto corrisposto;
- l’indicazione della ritenuta d’acconto applicata, se prevista.
Vediamo, però, nel dettaglio tutti gli step necessari per la compilazione, partendo da due elementi che nonostante in molti trascurano sono di importanza vitale: il numero progressivo e la data.
La data
La ricevuta per la prestazione occasionale deve indicare la data in cui è stato ricevuto il pagamento del corrispettivo. Non bisogna quindi commettere l’errore di indicare la data in cui è stata effettuata la prestazione occasionale; come ribadito in precedenza, infatti, la ricevuta assolve il compito di quietanza di pagamento, quindi con la firma sul documento il prestatore conferma di aver ricevuto il compenso pattuito.
Per questo motivo - soprattutto nel caso in cui non si abbia un rapporto di fiducia con il committente - consigliamo di emettere la ricevuta il giorno in cui si ha effettivamente ricevuto il compenso, così da non certificare la transazione prima che questa sia effettivamente avvenuta.
Numero progressivo
Ogni ricevuta, inoltre, deve avere un numero progressivo a indicare il totale delle prestazioni occasionali effettuate durante l’anno. Il numero progressivo, quindi, identifica inequivocabilmente il documento.
È bene precisare che il numero progressivo si riferisce all’insieme delle ricevute emesse dal prestatore occasionale durante l’anno e non solamente per quelle che si riferiscono a una singola azienda.
Dati anagrafici
La ricevuta non deve mancare poi dei dati anagrafici, sia di quelli del prestatore che di quelli del committente.
Nel dettaglio, oltre al nome e cognome il prestatore non deve dimenticare di indicare sia l’indirizzo di residenza che il codice fiscale.
Lo stesso vale per il committente, sul quale però bisogna fare un appunto: qualora questo sia un professionista, una società, una ditta individuale o anche un’associazione, bisognerà indicare insieme ai dati anagrafici il numero della Partita IVA.
Tipologia dell’attività
Nella ricevuta bisogna poi descrivere il tipo di prestazione occasionale svolta, indicando nel contempo sia i giorni che le ore in cui questa è stata effettuata. In realtà, l’informazione relativa alla durata della prestazione non è obbligatoria.
Tuttavia, è consigliata perché in caso di contestazione da parte dell’autorità finanziaria - la quale potrebbe obiettare che dietro alla prestazione occasionale si nasconda un’attività abituale e professionale che, quindi, dovrebbe essere regolarizzata da un contratto di lavoro subordinato - la ricevuta sarebbe una prova a favore del lavoratore.
Compenso
Dopo aver descritto la prestazione occasionale bisogna indicare il compenso ricevuto. Si parte dall’indicare il corrispettivo lordo di quanto pattuito tra committente e prestatore, sul quale - qualora il committente sia un professionista o un’impresa e agisca quindi come sostituto d’imposta nei confronti del lavoratore occasionale - si applica la ritenuta d’acconto del 20%.
La ritenuta d’acconto rappresenta quindi un acconto ai fini Irpef che il committente effettua per conto del prestatore d’opera, il quale «subisce» la ritenuta.
Questa non viene quindi applicata per le ricevute emesse nei confronti dei privati, nelle quali il compenso lordo con quello netto coincidono (salvo i casi in cui si supera la soglia dei 5.000€ e quindi bisogna applicare la trattenuta previdenziale per la Gestione Separata Inps).
Una volta sottratta la ritenuta d’acconto dal corrispettivo lordo, quindi, bisogna indicare il corrispettivo netto, ossia il compenso effettivamente percepito dal prestatore.
Rimborsi spesa
Al compenso netto si possono aggiungere eventuali rimborsi spesa, ossia i costi sostenuti dal lavoratore autonomo per l’attuazione della prestazione occasionale.
A tal proposito bisogna fare un’importante distinzione:
- qualora il rimborso spese sia documentato tramite scontrino, fattura o ricevuta, questo non concorre alla formazione del reddito del prestatore di lavoro. Per tale motivo, sul rimborso spese non si applica la ritenuta d’acconto del 20% e i costi sostenuti vengono rimborsati al 100% andando così ad aggiungersi al compenso netto;
- se il rimborso spese è forfettario, non essendo così documentato, allora la ritenuta d’acconto si applica e i costi sostenuti saranno rimborsati per l’80%.
Riferimenti alla normativa
Alla fine della ricevuta devono essere riportati in calce i riferimenti normativi sulla prestazione occasionale, ossia quelli a:
- l’articolo 5 del DPR 633/72 sull’esenzione IVA della prestazione occasionale;
- l’articolo 25 del DPR 633/72 sull’assoggettamento alla ritenuta d’acconto.
Infine, il committente deve dichiarare di non aver superato la soglia dei 5.000€, non dovendo così versare alcun contributo alla Gestione Separata INPS.
La marca da bollo
Una volta firmata la ricevuta per la prestazione occasionale (in due copie, una per il committente e l’altra che resta al lavoratore) bisogna apporre la marca da bollo da 2€, ma solo se il valore della prestazione è superiore a euro 77,46.
Questa è a carico del prestatore d’opera, ma va applicata esclusivamente sulla ricevuta che viene consegnata al committente.
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