Riforma fiscale, a settembre si riapre il dossier del Fisco. Abolizione dell’IRAP e riduzione dell’IRPEF: come cambieranno le tasse in Italia? Le ultime novità.
La riforma fiscale è uno dei dossier che impegnerà il Governo nel mese di settembre.
Dopo il rinvio della legge delega, attesa inizialmente entro il mese di luglio, si appresta a ripartire il tavolo per la ridefinizione del sistema fiscale italiano.
L’abolizione dell’IRAP e la riduzione dell’IRPEF sono due dei punti al centro del piano per la riduzione delle tasse in Italia, mentre è esclusa l’introduzione di nuove patrimoniali.
Cosa potrebbe cambiare? Soffermiamoci sulle principali novità in campo.
Riforma fiscale, si riparte a settembre: come cambieranno le tasse in Italia?
La definizione della legge delega sulla riforma fiscale è uno degli appuntamenti più importanti di settembre.
Il tema sarà all’attenzione del Governo dopo la pausa estiva. L’Esecutivo è chiamato a delineare le tappe per ridefinire la struttura delle tasse in Italia, ed è ipotizzabile che alcune novità potrebbero approdare già in Legge di Bilancio 2022.
Al centro del dossier c’è l’IRPEF. Aliquote e scaglioni potrebbero cambiare, con il fine di riequilibrare il prelievo fiscale sui redditi da lavoro, ed è in particolare sul terzo scaglione del 38% che potrebbe concentrarsi l’attenzione del Governo.
Tra gli obiettivi del piano di ridefinizione delle tasse in Italia c’è la limatura al salto d’aliquota per i redditi che superano i 28.000 euro, sui quali la percentuale di tassazione aumenta di ben 11 punti.
Se l’obiettivo di ridurre il peso delle tasse sul ceto medio e più in generale sui redditi da lavoro è condiviso da tutte le forze politiche, resta però il problema della scarsità di risorse a disposizione, anche considerando che per la riforma fiscale non si potrà attingere ai fondi del Recovery Plan.
Nel progetto di riforma fiscale un ruolo centrale sarà quindi attribuito alla lotta all’evasione: recuperare parte di quei 110 miliardi di tasse non versate consentirebbe di poter contare su un tesoretto non di poco conto, senza la necessità di tagliare bonus e agevolazioni.
Necessità di risorse anche per l’abolizione dell’IRAP: servono 3 miliardi per coprire la cancellazione del balzello che grava sulle imprese.
Riforma fiscale, l’IRAP tra le tasse che potrebbero sparire
Piace a tutti i partiti anche la proposta di abolizione dell’IRAP. Nel documento conclusivo redatto dalle Commissioni Finanze di Camera e Senato si propone la cancellazione dell’imposta, che potrebbe essere sostituita da un’addizionale IRES.
Ad esprimere il proprio parere favorevole è stato recentemente l’ex Premier Giuseppe Conte che, ospite al Meeting di Rimini, ha rilanciato il tema della cancellazione dell’imposta.
Se ne parla in realtà da molti anni, ma abolire l’IRAP comporta un costo non indifferente: si tratta di 3 miliardi di euro, risorse necessarie per cancellare l’imposta dovuta da professionisti, società di persone e ditte individuali, stabilendo invece un incremento dell’IRES per le società di capitali.
L’intervento sull’imposta è tuttavia ritenuto prioritario, accanto alle modifiche in materia di IRPEF.
Il lavoro per portare a casa la riforma fiscale richiederà però tempo, e inevitabilmente sarà necessario tener presenti i limiti dettati dalla mancanza di sufficienti risorse economiche.
La definizione della legge delega a settembre consentirà di delineare in maniera più chiara tempi e contenuti della riforma fiscale, appuntamento che si aggancia anche all’approvazione della Nota di aggiornamento al DEF. Restiamo quindi in attesa di ulteriori novità.
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