Il salario minimo in USA il presidente Joe Biden vorrebbe portarlo per tutti a 15 dollari l’ora sebbene già alcuni Stati si siano adeguati in tal senso. In Italia periodicamente se ne parla, ma a che punto siamo? La ministra Catalfo ha commentato con entusiasmo l’iniziativa statunitense.
Salario minimo: negli Stati Uniti il nuovo presidente Joe Biden potrebbe portarlo a 15 dollari l’ora dai 7,25 attuali.
Il salario minimo orario raddoppierebbe quindi migliorando la vita di 27 milioni di lavoratori statunitensi. A dimostrarlo alcuni studi governativi e accademici che spingerebbero il presidente degli Stati Uniti ad andare nella direzione dell’aumento del salario minimo orario.
Ma l’Italia a che punto è sulla questione del salario minimo? Una direttiva europea spingerebbe tutti i Paesi dell’Unione ad adeguarsi agli standard minimi comunitari.
La questione, come sottolinea la ministra del Lavoro Nunzia Catalfo in piena crisi di governo, è ancora aperta. La posizione dei sindacati da sempre è delicata su questo punto laddove il minimo salariale sarebbe garantito con la contrattazione collettiva. È comunque difficile che il salario minimo arrivi alle cifre USA nel nostro Paese.
Salario minimo: aumento in USA a 15 dollari
Il salario minimo negli Stati Uniti arriverà, almeno queste potrebbero essere le intenzioni del nuovo presidente, a 15 dollari l’ora.
Questo determinerebbe un miglioramento delle condizioni di 27 milioni di lavoratori entro il 2025 laddove a causa del Covid anche i poveri sono aumentati.
Sebbene 29 stati americani abbiano già un salario minimo orario superiore a quello stabilito dalla legge federale a 7,25 euro l’ora, almeno in 47 Stati, secondo i dati del Bureau of Labor Statistics, un quarto di tutti i lavoratori guadagna meno di 15 dollari l’ora. L’aumento del salario minimo a 15 euro l’ora è già previsto per i dipendenti federali ed entro il 2025 si potrebbe estendere anche ad altri milioni di lavoratori.
“Nessuno in America dovrebbe lavorare 40 ore alla settimana rimanendo al di sotto della soglia di povertà. 15 dollari portano le persone al di sopra della soglia di povertà. Abbiamo così tanti milioni di persone che lavorano 40 ore alla settimana, alcune con due lavori, che sono ancora al di sotto della soglia di povertà.”
Queste sono le parole del presidente Biden durante un comizio. Secondo l’Ufficio di Bilancio del Congresso 17 milioni di lavoratori potrebbero trarre beneficio dall’aumento del salario minimo a 15 euro l’ora, dal momento che hanno retribuzioni al di sotto di questa cifra, fino a toccare altri 10 milioni di lavoratori con salari leggermente superiori.
L’analisi dell’Ufficio di Bilancio del Congresso evidenzia quale potrebbe essere l’impatto dell’aumento del salario minimo sull’occupazione; ci sarebbe una possibilità di due terzi che si possa registrare, come riporta Il Fatto Quotidiano, un impatto compreso tra zero e un 3,7 milioni di posti di lavoro persi. Una stima di 1,3 milioni di persone che perderebbero il posto di lavoro.
Altri studi basati su evidenze empiriche hanno dimostrato al contrario che non esiste correlazione tra aumento del salario minimo e occupazione negli USA. Intanto da inizio 2021, grazie alle lotte fatte negli anni per la giusta retribuzione, 20 Stati e 32 città e contee hanno aumentato il salario minimo a 15 dollari l’ora.
Nel corso dell’anno anche altre giurisdizioni seguiranno l’esempio. Biden o meno si stima che entro il 2025 il 42% dei lavoratori americani avrà il salario minimo a 15 dollari.
Salario minimo: a che punto siamo in Italia?
La notizia del salario minimo a 15 dollari l’ora in USA è stata commentata con entusiasmo anche nel nostro Paese dalla ministra del Lavoro Nunzia Catalfo, ma in Italia a che punto siamo?
In Italia lo ricordiamo esiste la contrattazione collettiva sebbene molti lavoratori non siano coperti da un CCNL di riferimento. Una recente direttiva europea spinge gli stati membri ad adeguarsi agli standard europei, ma nel rispetto delle tradizioni nazionali, dell’autonomia dei sindacati e della libertà della contrattazione collettiva.
Con la direttiva europea bisognerebbe spingere per coprire con il salario minimo in Italia i lavoratori per i quali non è previsto un CCNL per esempio.
Prima della crisi di governo in audizione in Commissione Lavoro la ministra Catalfo è intervenuta parlando di salario minimo in rapporto proprio alla direttiva UE, come ha fatto anche nelle ultime ore sui suoi canali social ribadendo quanto precedentemente espresso.
Alla notizia di quanto sta accadendo in America la titolare del ministero del Lavoro ha dichiarato la necessità di intervenire per garantire a tutti i lavoratori una retribuzione giusta e dignitosa.
“L’istituzione del salario minimo orario potrebbe essere accompagnata da misure volte ad attenuare gli incrementi del costo del lavoro incentivando la contrattazione collettiva a fissare salari dignitosi. Un esempio in tale ottica è la detassazione - per un certo periodo - degli incrementi retributivi derivanti dai rinnovi dei CCNL. ”
Queste le parole al termine di un lungo post su Facebook della ministra Catalfo in cui ha ribadito il suo impegno per dare un salario minimo orario anche all’Italia e ha concluso.
“Solo con la garanzia di una retribuzione dignitosa e adeguata per tutti i lavoratori potremo realizzare un mercato del lavoro più inclusivo, più equo e paritario, abbattendo le disuguaglianze.”
Di cifre non si parla, sicuramente nelle intenzioni quando il dibattito sul salario minimo in Italia c’è quella di fissarlo a 8 anche 9 euro l’ora, ma la strada è ancora lunga e richiede un serrato confronto con le parti sociali.
Anche la riforma degli ammortizzatori sociali da tempo annunciata è ferma e non sappiamo ancora per quanto lo sarà tra pandemia e crisi di governo.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Argomenti