Money.it ha intervistato Renato Bissanti, CEO e founder di Secondarya. Con il manager della start-up tecnologica abbiamo parlato degli obiettivi e delle novità che questo nuovo progetto apporterebbe al mondo dell’equity crowdfunding
Parlando di investimenti, negli ultimi anni un settore che ha visto crescere in modo significativo l’interesse degli investitori è quello dell’equity crowdfunding. Il 2018 è stato l’anno dei record in Italia,il 2019 si prospetta ancora migliore a conferma dell’interesse dei risparmiatori verso le start-up e le PMI innovative. Su questo fronte, un aiuto concreto viene dalle agevolazioni fiscali previste dal legislatore .
Come ogni mercato in via di sviluppo, anche quello dell’equity crowdfunding ha degli elementi da migliorare, in primis la possibilità di poter vendere le quote detenute nelle società ad altri investitori.
Negli ultimi mesi diverse piattaforme di raccolta hanno speso molte energie per provare a trovare una quadra. Indubbiamente il processo di rubricazione ideato da Directa SIM e implementato tramite accordi con alcune delle principali piattaforme di crowdfunding ha rappresentato un primo, fondamentale, passo. Tramite questo servizio gli investitori, anche quelli più piccoli, possono vendere o acquistare partecipazioni in start-up e PMI innovative senza doversi accollare i costi del notaio o del commercialista.
La necessità di avere un mercato più liquido, elemento che favorirebbe un’ulteriore crescita dimensionale dell’equity crowdfunding, ha ora portato alla nascita di Secondarya. Ideata da Renato Bissanti, Diego Famulari e Stefano Iannello, la start-up lombarda si prefigge come obiettivo proprio quello di rendere più liquido il mercato dell’equity crowdfunding, creando di fatto un mercato secondario. Per capire nel dettaglio gli obiettivi e le novità di Secondarya, Money.it ha intervistato Renato Bissanti.
Dott. Bissanti cos’è Secondarya e con che scopo nasce?
Secondarya è un sistema tecnologico basato sulla blockchain che nasce a servizio delle piattaforme di equity crowdfunding già esistenti e degli investitori. L’obiettivo è quello di offrire nuovi servizi e soprattutto risolvere determinati problemi in cui incorrono, soprattutto quello relativo allo scambio di quote e alla loro liquidabilità.
Quale è il vostro obiettivo principale? Diventare la Borsa del crowdfunding?
Il nostro vero obiettivo è quello di creare un mercato secondario per lo scambio di equity dove le transazioni avvengano in modo più snello, flessibile ed economico. Inoltre offriremo soluzioni per ridurre il carico e gli adempimenti burocratici. Ovviamente insieme ai nostri legali stiamo studiando come è possibile realizzare questo processo rispettando le norme previste in materia dalla CONSOB.
Cosa manca al mercato italiano dell’equity crowdfunding rispetto agli altri Paesi europei?
Sicuramente la presenza di grandi fondi di investimento. Per fare un esempio, nel resto d’Europa gli investimenti tramite piattaforme di equity crowdfunding si sono attestati in media a 1,2 miliardi di euro, in Italia sono nell’ordine dei 40 milioni di euro. Questo perché in Italia l’equity crowdfunding è un mercato totalmente illiquido e questo allontana i grandi investitori. Attraverso Secondarya ci siamo prefissati proprio l’obiettivo di cambiare questo aspetto e di conseguenza aumentare la liquidità di questo mercato. Inoltre, visto che saremmo i primi Europa a regolamentare il mercato secondario, dopo l’Italia pensiamo proprio di portare la nostra tecnologia anche nel Vecchio Continente.
Quando pensate di poter lanciare questo nuovo ecosistema?
Entro la fine dell’anno pensiamo di poter definire una data indicativa. Sicuramente è ancora troppo presto, anche perché il percorso burocratico che ci aspetta è abbastanza lungo. Abbiamo già dei prototipi funzionanti, ma prima dobbiamo sottoporli all’attenzione della CONSOB. Non nascondiamo però che abbiamo anche l’idea di aprire la nostra tecnologia non solamente al mercato dell’equity crowdfunding, ma anche a quello azionario. L’AIM Italia infatti è molto interessante per noi.
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