Quali e quante tasse si pagano sulla tredicesima? Ecco come funziona la tassazione e qual è l’importo netto in busta paga per lavoratori e pensionati.
La tassazione della tredicesima rappresenta una questione non di poco conto per i lavoratori dipendenti - e anche per i pensionati - perché determina un importo netto in busta paga non sempre chiaro per i contribuenti. Anche per il 2024, infatti, le tasse sulla tredicesima contribuiscono ad abbassare il netto in busta paga o sulla pensione, di più di qualsiasi altra mensilità.
Vediamo nel dettaglio, quindi, come viene tassata la tredicesima e quanto spetta di netto alla fine dei conti totali.
Cos’è la tredicesima mensilità? Si prende «di meno»?
La tredicesima mensilità, detta anche gratifica natalizia, è un’ulteriore mensilità di stipendio erogata generalmente a dicembre. È prevista per la maggior parte dei lavoratori subordinati, sia nel settore privato che pubblico, ed è regolata dai contratti collettivi nazionali di lavoro (CCNL).
La tredicesima non è un bonus, ma una parte del salario maturata mensilmente. Ogni mese, il lavoratore accumula una quota proporzionale dello stipendio che confluisce nella tredicesima. Ad esempio, se il lavoratore è assunto a metà anno, la tredicesima sarà calcolata sui mesi effettivamente lavorati.
Lavoratori dipendenti e pensionati attendono con impazienza la tredicesima mensilità in arrivo entro Natale. È noto, tuttavia, che l’importo della gratifica natalizia non è mai pari allo stipendio, bensì più basso.
La tredicesima, infatti, concorre alla formazione del reddito complessivo ed è tassata ai fini Irpef in base al proprio scaglione reddituale.
Questo significa che la tredicesima netta in busta paga o nel cedolino della pensione è più bassa rispetto all’importo ricevuto nei mesi precedenti, nonostante le intenzioni che prevedevano, per il 2024, una detassazione.
Tassazione della tredicesima: come funziona nel dettaglio
Chiarito che la tredicesima è una mensilità aggiuntiva dello stipendio prevista dal contratto - e non un «regalo» o una doppia mensilità - vediamo ora come viene tassata questa retribuzione differita, il cui importo dipende dalla retribuzione annua lorda (RAL), dai mesi lavorati e dal tipo di contratto di categoria in essere.
Come anticipato, dal punto di vista fiscale, la tredicesima è trattata come reddito da lavoro dipendente e, di conseguenza, è soggetta alla tassazione Irpef e ai contributi previdenziali (ai sensi dell’art. 51 del Dpr n. 917/1986 - Tuir). Tuttavia, la particolarità della tassazione sulla tredicesima risiede nell’assenza di alcune agevolazioni e detrazioni che si applicano normalmente agli stipendi mensili.
Irpef
L’Irpef (Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche) è applicata alla tredicesima con le stesse aliquote previste per i redditi da lavoro dipendente. Le aliquote IRPEF per il 2024 sono:
- 23% per redditi fino a €15.000;
- 27% per redditi tra €15.001 e €28.000;
- 38% per redditi tra €28.001 e €50.000;
- 43% per redditi oltre €50.000.
Per capire come viene tassata la tredicesima in busta paga dobbiamo prima di tutto individuare l’aliquota Irpef riferita al proprio scaglione di reddito. Per farlo occorre verificare l’ammontare dello stipendio lordo annuo (RAL) stabilito nel proprio contratto di lavoro, nella busta paga o nel cedolino. Se nella busta paga o nel cedolino è riportato solo l’importo lordo mensile, basterà moltiplicare per 13 questo valore.
Per esempio, se lo stipendio lordo ricevuto ogni mese è di 1.600 euro, la RAL corrispondente è pari a 20.800 euro. Come abbiamo visto, nel caso di un reddito annuo lordo di 20.800 euro, le tasse sono calcolate applicando un’aliquota del 25%.
Attenzione L’Irpef segue un andamento progressivo particolare. Nel caso di un reddito imponibile, ad esempio, di 33.000 euro, non si paga il 35% di tasse su tutta la cifra, bensì si paga un’aliquota del 23% fino a 15.000 euro, del 25% per la sola parte eccedente tra i 15.000 euro e i 28.000 euro e, infine, del 35% per la parte di reddito che va dai 28.001 euro ai 33.000 euro. |
Detrazioni e agevolazioni
A differenza di quanto previsto per il normale stipendio (o pensione), sulla tredicesima non spettano le detrazioni per lavoro dipendente né quelle per i familiari a carico, aumentando l’impatto fiscale complessivo. Questo fa sì che le trattenute Irpef siano applicate per intero e non mitigate dalle detrazioni come accade per lo stipendio. Ciò implica che l’importo netto appare più basso rispetto al normale stipendio.
Inoltre, nel caso si abbia un reddito imponibile inferiore a 8.174 euro (8.500 euro per i pensionati), si rientra nella cosiddetta no tax area e sulla tredicesima non si pagano le tasse.
Infine, bisogna ricordare che sulla tredicesima mensilità non si applica il bonus 100 euro.
Contributi
Nel calcolo della tredicesima e nell’impatto della relativa tassazione, bisogna anche ricordare che, sia nel settore privato che in quello pubblico, essa è soggetta al versamento dei contributi previdenziali, che variano in base al contratto collettivo applicato e alla categoria di appartenenza del lavoratore.
Per i lavoratori dipendenti del settore privato, l’aliquota contributiva a carico del lavoratore è generalmente fissata al 9,19% dello stipendio lordo (ad esempio per i lavoratori del settore industria), ma può differire leggermente per altre categorie. Nel settore pubblico, le aliquote contributive sono invece strutturate in modo diverso, con una quota che per il pubblico impiego è di 8,80%.
Per la tredicesima dei pensionati si seguono le stesse regole appena descritte.
Tredicesima e tassazione: un esempio per calcolare il netto
Per comprendere meglio il funzionamento della tassazione sulla tredicesima, analizziamo un esempio pratico. Supponiamo che un lavoratore del settore privato percepisca un reddito annuo lordo di €24.000 e abbia maturato l’intera tredicesima (quindi, 12 mesi totali).
Lordo
- La tredicesima lorda è equivalente a una mensilità lorda di stipendio. Con un reddito lordo annuo di €24.000, lo stipendio mensile lordo sarà di €2.000. Quindi, la tredicesima lorda è anch’essa pari a €2.000.
Calcolo delle imposte sulla tredicesima
Le imposte Irpef vengono calcolate applicando l’aliquota marginale. Nel nostro esempio, il reddito annuo di €24.000 rientra nella fascia di tassazione del 27%. Sulla tredicesima di €2.000, l’IRPEF sarà:
- 27% di €2.000 = €540.
Contributi previdenziali
Oltre all’Irpef, vengono applicati i contributi previdenziali, generalmente, come detto, pari al 9,19% per i lavoratori dipendenti del settore privato. Su €2.000, i contributi saranno:
- 9,19% di €2.000 = €183,80.
Importo netto della tredicesima
Sottraendo Irpef e contributi previdenziali dalla tredicesima lorda, il lavoratore riceverà:
- Tredicesima netta = €2.000 - €540 - €183,80 = €1.276,20.
Bonus Natale e tredicesima 2024
Per il 2024, però, c’è una novità per quanto riguarda la tredicesima. Il bonus Natale 2024, noto anche come bonus tredicesima, è una misura straordinaria introdotta dal governo Meloni per compensare l’assenza dello sgravio contributivo sulla gratifica natalizia. Questa iniziativa mira a fornire un sostegno economico aggiuntivo alle famiglie con redditi medio-bassi, particolarmente colpite dall’aumento del costo della vita.
Il bonus è destinato alle famiglie monoreddito in cui il reddito da lavoro dipendente non superi i 28.000 euro annui. Per accedervi, è necessario che il nucleo familiare comprenda almeno un figlio fiscalmente a carico. In caso di nuclei familiari monoparentali (senza coniuge), il bonus è comunque riconosciuto se è presente almeno un genitore con figli a carico. Un ulteriore requisito riguarda la condizione fiscale: l’imposta lorda deve superare le detrazioni spettanti, garantendo così che il beneficio sia percepito da chi ha effettivo bisogno.
L’importo del bonus è fissato a 100 euro netti e viene erogato con lo stipendio di dicembre, in concomitanza con il pagamento della tredicesima. Questa caratteristica giustifica la denominazione di bonus Natale, un aiuto simbolico ma concreto per affrontare le spese del periodo natalizio.
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