La Cina sta per scatenare la madre di tutti i colli di bottiglia. E forse il trade dell’anno

Mauro Bottarelli

13 Gennaio 2022 - 20:13

Dopo Ningbo, la politica di Covid-zero minaccia anche i porti di Dalian e Tianjin. Di fatto, bloccando la supply chain globale. Ma se lo Stato interverrà, lo short squeeze sull’immobiliare sarà epico

La Cina sta per scatenare la madre di tutti i colli di bottiglia. E forse il trade dell’anno

La madre di tutti i colli di bottiglia. L’economia globale, già in rallentamento generale, sta per andare incontro a uno shock sulla supply chain che potrebbe rivelarsi letale. Perché quando l’inflazione negli Usa è al 7% e quella dell’Eurozona al 5%, un blocco sulla catena di approvvigionamento combinato a restrizioni da Covid può terminare con un unico epilogo: stagflazione. E la Cina pare avere il dito sul bottone.

Se questo grafico

Densità del traffico di prenotazioni per attracco/scarico a Shanghai e Xiamen Densità del traffico di prenotazioni per attracco/scarico a Shanghai e Xiamen Fonte: Bloomberg

mostra come la parziale chiusura del porto di Ningbo stia già creando congestioni su Shanghai e Xiamen, le notizie che stanno giungendo in queste ore da Est sono decisamente gravi. Altri due porti di importanza fondamentale come Dalian e Tianjin - 25 milioni di TEU nel 2020 - hanno registrato casi di variante Omicron e le autorità, in ossequio alla politica di Covid-zero, starebbero per bloccarne o rallentarne l’attività. Anche perché la città di Tianjin, 100 chilometri da quella Pechino che fra un mese dovrebbe ospitare le Olimpiadi invernali, ha già sospeso tutti i servizi di trasporto pubblico e taxi ed entro la fine della settimana potrebbero arrivare restrizioni decisamente più draconiane rispetto alla possibilità di ingresso e uscita anche con mezzi privati.

E questo secondo grafico

Numero di container in attesa al largo dei porti di Los Angeles e Long Beach Numero di container in attesa al largo dei porti di Los Angeles e Long Beach Fonte: HSBC

mostra quale potrebbe essere l’onda pronta a ingrossarsi e colpire l’intero commercio mondiale: se la Cina rallentasse o addirittura bloccasse anche solo parte dell’operatività di quei porti, i ritardi andrebbero a sommarsi al collo di bottiglia già oggi presente in maniera persistente al largo dei due principali hun della California, Los Angeles e Long Beach. Tradotto, il supermarket a cielo aperto chiamato America, la cui economia si basa al 70% sui consumi, potrebbe conoscere uno shock sulle forniture devastante.

E le conseguenze si stanno già facendo sentire: stando a Reuters, Volkswagen ha chiuso lo stabilimento che co-gestisce a Tianjin con FAW Group per mancanza di personale, stante i casi di positività. Stessa scelta compiuta da Toyota e a giorni potrebbero chiudere anche gli stabilimenti di Sony e Panasonic a Dalian. Praticamente, uno tsunami. Non a caso, questo grafico

Andamento e collocazione geografica dei focolai Omicron in Cina Andamento e collocazione geografica dei focolai Omicron in Cina Fonte: Deutsche Bank

mostra come i focolai di variante Omicron stiano colpendo maggiormente le province a più alta densità di popolazione e con Pil maggiore: il cuore produttivo, insomma.

Ma ecco che fra tanta negatività, qualcuno pare scorgere un’occasione. A operare da canarino nella miniera ci ha pensato il bond denominato in dollari con scadenza luglio 2022 (4,75%) di Shimao, uno dei grandi costruttori caduti in disgrazia sulla scia di Evergrande. Dopo essere precipitato al minimo storico di 26.6 centesimi sul dollaro solo la scorsa settimana, l’obbligazione ha infatti segnato un +14% martedì dopo che un report di REDD paventava un intervento si salvataggio da parte del gigante a controllo statale China Vanke. Di fatto, però, non un cambio di sentiment, bensì un clamoroso short squeeze.

E la cosa non stupisce, visto che oltre il 16% del free float di Shimao risultava sotto short sul finire della scorsa settimana, stando a dati di IHS, il livello massimo dal 2012. E questo grafico

Pair trade fra indici dei costruttori cinese e statunitense Pair trade fra indici dei costruttori cinese e statunitense Fonte: Bloomberg

mette in prospettiva quello che potrebbe tramutarsi nel trade dell’anno, in caso la crisi da Omicron e da supply chain globale spingesse Pechino a intervenire con il bazooka a livello di sostegno pubblico. L’immagine parla chiaro: il solo short di Shimao ha già creato i green shots per un’accelerazione da record del pair trade fra indici di costruttori Usa e cinesi.

E questo ultimo grafico

Andamento della creazione di massa monetaria M1 cinese Andamento della creazione di massa monetaria M1 cinese Fonte: Bloomberg/Barraud.com

ci mostra come, a livello di impulso creditizio, la Cina finora abbia utilizzato il bilancino in fatto di creazione di massa monetaria M1 e M2. Se dovesse esplodere la crisi su larga scala, probabilmente si passerà al badile. Ma con un effetto collaterale che, questa volta, forse non potrà essere evitato del tutto come nel 2021: qualcuno dovrà operare da agnello sacrificale, affinché Xi Jinping possa aprire le paratie del credito senza perdere la faccia. L’Europa, purtroppo, appare il candidato ideale. Non fosse altro per il totale immobilismo strategico delle sue istituzioni. Se poi la Russia chiudesse del tutto il rubinetto dei flussi di gas, si salvi chi può.

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