Come aprire un’azienda in Italia? Requisiti, obblighi e costi. La guida rapida

Claudio Garau

12 Aprile 2022 - 14:31

Aprire un’azienda in Italia significa intraprendere un percorso ricco di adempimenti e step necessari a operare nel rispetto delle leggi vigenti. Ecco i dettagli per non essere impreparati in materia.

Come aprire un’azienda in Italia? Requisiti, obblighi e costi. La guida rapida

Aprire un’azienda in Italia significa dover intraprendere un percorso articolato e non esente da vari passaggi burocratici. Tuttavia, coloro i quali posseggono una mentalità imprenditoriale non si faranno spaventare dall’insieme di regole previste dalla legge in materia, perché intendono farsi strada in uno specifico settore commerciale di interesse o perché intendono aprire un’attività in un ambito ancora poco ’battuto’ e dunque potenzialmente in grado di generare consistenti profitti nel corso del tempo.

Di seguito vogliamo focalizzarci proprio su come avviare un’azienda e sulla figura dell’imprenditore. Come si fa in concreto ad aprire un’azienda e dunque ad avviare un’attività imprenditoriale in Italia? Quali sono i requisiti? E quali gli step burocratici da non mancare? Ecco le informazioni utili in proposito, nella nostra sintetica guida pratica.

Come aprire un’azienda in Italia: la definizione di imprenditore e di azienda secondo la legge

Vero è che aprire un’azienda per un imprenditore comporta di dover progettare una strategia efficace, ossia un business plan in grado di:

  • ripagare gli investimenti effettuati e gli sforzi fatti nel corso del tempo;
  • consentire di ottenere utili e profitti.

Ma soprattutto, aprire un’azienda comporta per l’imprenditore l’obbligo di rispettare una serie di norme e adempimenti di ambito burocratico, in modo da poter avviare l’attività in piena conformità alle regole di legge.

La figura dell’imprenditore è compiutamente descritta nel Codice Civile, all’art. 2082: “È imprenditore chi esercita professionalmente un’attività economica organizzata, al fine della produzione o dello scambio di beni o di servizi”. Ne consegue che l’impresa altro non è che l’attività propria dell’imprenditore.

Inoltre, nel linguaggio comune si usa l’espressione «aprire un’azienda», ma ricordiamo che detta espressione non è propriamente corretta. La ragione è rintracciabile nel Codice Civile, in particolare all’art. 2555 relativo alla nozione di azienda. In base alla citata disposizione l’azienda è infatti “il complesso dei beni organizzati dall’imprenditore per l’esercizio dell’impresa”. Pertanto, laddove si parli di azienda ci si sta riferendo non ad una determinata società o ditta che opera nel mercato, ma piuttosto all’insieme dei beni strumentali, che quella società o ditta usa per svolgere la propria attività imprenditoriale e per conseguire il profitto.

In ragione di ciò sarebbe più opportuno parlare di come ’avviare un’impresa’ e non di come ’aprire un’azienda’. Tuttavia, come accennato, nel linguaggio quotidiano è molto più frequente l’espressione ’aprire un’azienda’, che dunque qui utilizzeremo - pur tenendo ben presente quanto appena rimarcato.

La rilevanza dell’idea di business, del business plan e della strategia di acquisizione clienti

Tra poco ci soffermeremo sugli aspetti burocratici che caratterizzano l’iter con cui aprire un’azienda, non prima però di aver considerato che, onde dare luogo ad un’attività imprenditoriale, nel relativo progetto sono essenziali i seguenti elementi:

  • un’idea di business;
  • un business plan;
  • una efficace strategia di acquisizione clienti;
  • un capitale iniziale.

Obiettivo primario di un’azienda è dare vita ad un progetto che consenta di guadagnare e, per ottenere il profitto, potrebbe rivelarsi decisivo il contributo di uno o più soci e di un team di lavoro con il quale gestire al meglio tutti gli aspetti organizzativi della nuova realtà imprenditoriale.

Onde conseguire il profitto occorre obbligatoriamente un’idea di business, perciò l’imprenditore deve focalizzarsi su un particolare prodotto o servizio o nuova soluzione da offrire alla collettività, vale a dire ai potenziali clienti. Ma non basta soltanto questo. L’idea imprenditoriale andrà verificata, ossia come si dice in gergo, ’validata’: per questa via, sarà possibile comprendere le potenzialità del progetto di aprire un’azienda.

Di fatto la validazione ha luogo con l’effettuazione di verifiche, sia sul cliente che sul problema e la relativa soluzione. Ciò si rivela essenziale per l’imprenditore, in quanto grazie a dette verifiche egli sceglierà se davvero vale la pena buttarsi in una certa avventura imprenditoriale.

In caso positivo, colui che intende mettersi in proprio andrà a sviluppare e progettare un prodotto o servizio su misura, rispetto alle aspettative e richieste. Con ciò evitando di sprecare tempo e denaro.

Dopo la fase della validazione dell’idea, al fine di aprire un’azienda l’imprenditore deve dettagliare il sopra citato business plan, ossia un documento che indica il percorso di crescita, nonché una efficace strategia di acquisizione clienti, a cui vendere il proprio prodotto o servizio.

In particolare:

  • il business plan includerà dati essenziali dell’azienda come il piano economico finanziario o il business model;
  • la strategia servirà a individuare i migliori canali e metodi per comunicare ai potenziali clienti quali sono i vantaggi dello scegliere il prodotto o servizio offerto dall’azienda.

Le forme giuridiche di un’impresa tra cui scegliere

Anche la scelta della specifica forma giuridica da adottare è essenziale, giacché proprio quest’ultima deve attagliarsi al proprio progetto imprenditoriale e al proprio business plan. In altre parole, la forma giuridica individuata per aprire un’azienda si lega ad alcuni fattori chiave quali la responsabilità o il capitale iniziale richiesto. Proprio la scelta di una società di persone o di una società di capitali determina infatti quelli che sono i costi e gli adempimenti per partire da zero con una nuova attività.

La valutazione della forma giuridica da utilizzare è fondamentale in quanto quella prescelta condiziona l’assetto organizzativo, amministrativo, fiscale e contabile dell’impresa. Dalla scelta della forma giuridica infatti discendono una serie di obblighi civilistici, amministrativi e fiscali e di essi l’imprenditore deve ovviamente tener conto.

In estrema sintesi, le possibili forme giuridiche di un’impresa sono le seguenti:

  • Snc - società in nome collettivo - nella quale tutti i soci rispondono solidalmente e illimitatamente per le obbligazioni sociali;
  • Srl - società a responsabilità limitata - con personalità giuridica e in cui per le obbligazioni sociali risponde esclusivamente la società con il suo patrimonio;
  • Srls - società a responsabilità limitata semplificata - introdotta nel 2012, simile alla Srl se ne differenzia ad es. perché il requisito del capitale sociale è meno rigido e per il taglio di alcuni costi;
  • Spa - società per azioni - in cui il capitale sociale è formato da azioni, con personalità giuridica e autonomia patrimoniale;
  • Sas - società in accomandita semplice - che prevede due distinte categorie di soci, ovvero gli accomandati e gli accomandatari. Essi debbono essere specificati nell’atto costitutivo e si differenziano in base all’estensione della responsabilità;
  • Sapa - società in accomandita per azioni - la quale prevede anch’essa la suddivisione tra tipologie di soci e si identifica, in particolare, come società con capitale sociale diviso per azioni;
  • Società cooperativa, ovvero una forma con finalità mutualistica, legata al soddisfacimento dell’interesse dei soci nello svolgimento dell’attività.

I fattori da considerare per scegliere la forma giuridica più consona al proprio progetto imprenditoriale

Al fine di scegliere la forma giuridica più adatta al proprio progetto, l’imprenditore dovrà valutare fattori quali la tipologia di responsabilità patrimoniale, il grado di rischio, la presenza di eventuali partner, il capitale disponibile, la convenienza fiscale, le prospettive economico-finanziarie, il prodotto o servizio commercializzato e lo specifico contesto in cui l’azienda si inserirà.

In caso di dubbi nella scelta, l’imprenditore potrà rivolgersi ad un esperto commercialista o ad un avvocato specializzato nel diritto societario. Essi sapranno certamente dare le opportune delucidazioni e i consigli adatti alla propria situazione personale ed al proprio progetto.

Per questa via, sarà infatti possibile valutare nel dettaglio vantaggi e svantaggi di ogni forma societaria in riferimento alle specifiche esigenze.

Rimarchiamo inoltre che ogni attività imprenditoriale, in base alla normativa vigente, richiede di essere svolta in una forma giuridica specifica. In ogni caso si tratta dunque di una scelta a cui l’imprenditore che intende aprire un’azienda, non può sottrarsi.

I passaggi burocratici per aprire un’azienda in Italia

A questo punto non potrà sorprendere il fatto che, in base alla forma giuridica scelta per aprire un’azienda, rilevano requisiti e procedure differenti.

In linea generale, considerando come esempio una classica impresa a carattere commerciale, il percorso burocratico del suo avvio si caratterizzerà per i seguenti step:

  • apertura della partita Iva presso l’Agenzia delle Entrate;
  • iscrizione al Registro delle Imprese;
  • comunicazione degli atti alla Camera di Commercio;
  • invio al Comune dell’avviso di inizio attività;
  • scelta del regime fiscale di riferimento;
  • apertura delle posizioni attraverso INPS e INAIL, in ipotesi di assunzione di personale in azienda.

In particolare, ad ogni partita Iva è associato un codice ATECO, ossia un codice che identifica il tipo di attività economica da svolgere. Ovviamente, scegliere il codice ATECO corretto è essenziale, giacché da esso dipendono aspetti che influenzeranno lo sviluppo e la gestione dell’azienda.

Oggi la Comunicazione Unica rappresenta un’importante semplificazione, per quanto attiene lo svolgimento dei passaggi burocratici per aprire la nuova azienda. Detta Comunicazione si compie in modo telematico e, in particolare, include tutte le informazioni legate alla nuova azienda, che saranno inviate ai vari enti fiscali, previdenziali e assicurativi.

Lo ribadiamo: valgono specifici requisiti e procedure per l’apertura di una nuova azienda, ed essi variano in base alla tipologia o forma societaria prescelta. Regole ad hoc sono applicate anche in considerazione del settore, della tipologia di attività e del luogo di avvio dell’attività imprenditoriale.

Infatti non possiamo dimenticare che le imprese composte da due o più soci, siano esse società di persone o di capitali, richiedono un altro passaggio onde essere avviate. Ci riferiamo alla scrittura dell’atto costitutivo e dello statuto, da compiersi presso lo studio di un notaio.

Ecco perché ogni neo-imprenditore farà bene a consultare i portali governativi e a ottenere la consulenza di professionisti specializzati.

I costi per aprire un’azienda in Italia

Il sopra citato business plan serve altresì ad inquadrare con chiarezza gli aspetti economici che riguardano la nuova realtà imprenditoriale. Colui che intende aprire un’azienda in Italia deve sapere con esattezza quali sono le risorse finanziarie a disposizione per iniziare l’attività, ossia deve avere ben chiare le dimensioni del proprio budget / capitale iniziale.

La somma da investire per il proprio progetto cambia in rapporto alla propria idea di business e alle modalità e strumenti prescelti per sviluppare il piano imprenditoriale (ad es. infrastrutture, luogo, personale ecc.). In linea generale, il costo per avviare un’impresa è connesso altresì al particolare tipo di società prescelta.

Tuttavia, possiamo affermare che in tema di spese di avvio di un’impresa, occorre mettere in gioco cifre non inferiori alle decine di migliaia di euro, e la cifra ovviamente sale laddove ad es. il neo imprenditore intenda creare un prodotto o servizio ad hoc.

Tra i costi da includere inizialmente indichiamo, a titolo puramente esemplificativo, i seguenti: imposta di registro, spese per la creazione di un PEC e della firma digitale per tutti i soci, spese notarili per la redazione dell’atto costitutivo e dello statuto, spesa per l’effettuazione della Comunicazione Unica, assistenza del professionista in fase di apertura della p. Iva. ecc.

Vero è che esistono più incentivi per l’imprenditoria, che comportano finanziamenti agevolati, a tasso zero o anche a fondo perduto. Non solo: il neo imprenditore può anche decidere di cercare finanziatori che credano nel progetto e scelgano, perciò, di finanziarlo con proprie risorse economiche. D’altronde, non poche importanti aziende sono nate tramite l’appoggio di qualche lungimirante finanziatore.

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