Gli asset caldi da monitorare, dai metalli preziosi al Bitcoin, dall’Eur/Jpy ai titoli azionari nella settimana dal 10 al 16 agosto 2020.
La settimana scorsa si è distinta per una forte indecisione dei mercati europei che hanno fornito segnali contrastanti mentre il rally degli indici americani continua senza sosta.
Nel frattempo la salita dei metalli preziosi non ha mai ceduto terreno, il petrolio è rimasto in attesa e alcuni titoli azionari sono finiti sotto i riflettori. Cosa aspettarsi nella settimana dal 10 al 16 agosto?
Europa vs Stati Uniti: due lati della stessa medaglia
La rotazione dei portafogli degli investitori, che tutti gli operatori si attendevano verso i titoli dell’area euro, non è ancora arrivata e gli indici americani continuano il rally registrando una performance settimanale positiva del +1,35% per l’S&P500, ancora sotto i massimi storici e del +0,39% per il Nasdaq Composite.
I titoli del settore tecnologico del Nasdaq si prospettano decisamente sovrastimati rispetto ai competitor europei. Lo stesso vale per le aziende di altri settori, che sono state fortemente penalizzate nella crescita durante la crisi sanitaria e che risultano a sconto nei confronti di alcune società americane attive nello medesimo business. Questo lascerebbe pensare ad una rotazione di portafoglio verso l’eurozona, con un attento ed accurato stock picking, per beneficiare dei vantaggi dei prezzi, eppure non è così.
Gli investitori sembrano ancora compratori di titoli USA, di metalli preziosi, Bitcoin e poco interessati ai bassi rendimenti dei titoli a reddito fisso, ai titoli di Stato e ancora tiepidi nei confronti dell’azionario dell’euro-zona.
Sembra che la politica monetaria espansionistica della Fed, che ha spinto il corso dei mercati sino ad oggi, abbia avuto la meglio sulle contrastate vicende europee legate all’approvazione del bilancio UE e al Recovery Fund.
Nonostante i diversi problemi che attraversano gli Stati Uniti: dall’emergenza sanitaria in crescita, gli scontri commerciali con la Cina, i dati economici negativi, la possibile vittoria dei democratici di Joe Biden alle prossime elezioni, i tweet di Trump con la richiesta di slittamento del voto o le vicende TikTok, gli investitori sembrano avere più fiducia nel sostegno all’economia del Paese a stelle e strisce da parte della Fed piuttosto che nell’Europa, dove i fondi del Recovery Fund non si vedranno prima del 2021.
L’indice S&P500 si avvia quindi verso il test del massimo storico a quota 3.394$ mentre il Nasdaq100 rifiata poco sopra gli 11.000 punti, ma non sembra voler cedere terreno. In Europa invece si assiste ad una fase timorosa degli indici che sembrano avere perso lo smalto che aveva caratterizzato la ripartenza.
Oro e Argento in rally e il Petrolio resta ancora “dormiente”
L’oro e l’argento continuano il rally nonostante la sessione di venerdì contraddistinta per alcune prese di beneficio in area 2.050. Ad oggi i due metalli preziosi si possono considerare come i veri protagonisti del mercato con una performance dal 20 marzo 2020 rispettivamente del 36,27% e del 105% circa.
La crescita del movimento è principalmente dovuta al basso rendimento dei titoli a reddito fisso, che ad oggi non andrebbero a coprire neppure l’inflazione e che non incentivano gli operatori all’acquisto, ma li spingono verso beni reali quali i metalli. Un altro fattore sarebbe infine l’indebolimento del dollaro che favorirebbe un investimento più appetibile e meno oneroso degli asset espressi nella valuta.
Le prospettive appaiono quindi positive per il breve-medio periodo con delle probabile accelerazioni supportate da un costante aumento della volatilità e dei volumi. Nelle ultime dieci sedute infatti l’ATR(14) è passato da un valore di 25,75 a quota 35,48.
Il petrolio risulta invece ancora assente all’appello. La fase di compressione del prezzo sempre più stretta continua a caratterizzare il periodo. Ad oggi il valore si trova molto vicino alla SMA(200) e poco sopra la EMA(21) in una situazione di volatilità quasi inesistente rispetto ai valori medi. Il movimento del petrolio sembrerebbe quasi in attesa di nuovi eventi.
Lo scenario economico ancora incerto, tra segnali incoraggianti come i risultati di alcune trimestrali e alcuni dati pessimi come il Pil americano del secondo trimestre, lasciano il petrolio ancora in dubbio sul movimento da intraprendere.
Il timore di una seconda ondata epidemica con un possibile nuovo lockdown, non sarebbe del tutto da escludere, e questo porterebbe al nuovo crollo del prezzo. Le decisioni dell’Opec+ sulla produzione e il livello delle scorte saranno infine gli indicatori della bilancia per capire se la ripresa del trend partito il 22 aprile 2020 continuerà nella stessa direzione.
Forex: Eur/Usd in fase di consolidamento dopo il test del supporto a 1,1750
Il cambio Eur/Usd si assesta in una fase laterale di consolidamento dopo il rally dell’euro dell’ultimo mese. La major ha rotto la trendline dinamica di lungo periodo che passava sui livelli di 1,17 e, dopo avere violato anche il supporto statico in zona 1,1750, è andata a toccare l’area 1,19.
In questa zona, testata più volte durante la settimana, ha creato una banda di oscillazione tra un minimo a quota 1,1750 ed un massimo in area 1,19. Attualmente il cambio sta rifiatando dopo la lunga salita e non è da escludere il nuovo test della resistenza nella parte alta della fase laterale già nelle prossime sedute.
La debolezza del dollaro, non rappresenta una caratteristica della valuta contro l’euro, ma segna il movimento del biglietto verde contro tutti i cambi. Nelle prossime sessioni si potrebbe quindi rivedere un euro in apprezzamento al nuovo test in area 1,19. Nel caso di una rottura a rialzo il prossimo target sarebbe in area 1,20. Un cambio di scenario a ribasso sarebbe plausibile solo alla rottura del supporto statico a quota 1,1750 e della trendline dinamica di lungo periodo.
Si evidenzia infine un aumento della volatilità delle ultime sedute ed il rientro dell’indicatore RSI(14) sotto la soglia dell’ipercomprato.
Gli asset sotto i riflettori della settimana
Sotto i riflettori di questa settimana tra le valute digitali resta il Bitcoin (BTC/EUR), che ha fatto registrare una performance di oltre il 24% dal 24 luglio 2020, violando il livello a quota 9.300 ed assestandosi in zona 9.920, altra area di resistenza. La corsa della criptovaluta potrebbe essere dettata dalla ricerca di performance che attualmente non si trova nel reddito fisso, ma solo nell’azionario. Il Bitcoin potrebbe quindi essere utilizzato come componente risk on in un concetto di diversificazione di portafoglio da parte degli investitori retail.
Sul mercato forex, tra i cambi legati all’euro particolare attenzione all’eur/jpy che si trova al test a rialzo della resistenza in area 125,50 che potrebbe portare il cambio verso quota 126,50.
Mentre in riferimento ai cambi collegati al dollaro americano sempre in focus resta usd/cad con il recupero del supporto in area 1,33 e il cable (gbp/usd). Una possibile rottura a ribasso porterebbe il dollaro canadese verso quota 1,3150. La rottura a rialzo della trendline dinamica di medio periodo, oltre al livello a 1,35, farebbe presagire un cambio di scenario con un’inversione del trend.
Tra i titoli azionari sotto la lente Abbott Laboratories al test a rialzo della resistenza statica a quota 102,50, Danaher Corporation e Accenture in forte crescita sopra i massimi storici e attualmente ancora in rally. Riflettori puntati anche su Mercadolibre, tra i titoli legati al business dell’e-commerce e Paypal, per le aziende legate ai pagamenti digitali.
Oro e Argento restano sempre i protagonisti del mercato a rialzo con uno sguardo al petrolio e ad un’eventuale allungo fuori dalla fase di compressione.
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