Prosegue il conflitto russo-ucraino e preoccupa l’arsenale della Russia, ma non tutte le armi potrebbero essere impiegate in guerra. Ecco quali sono e cosa dicono i trattati.
Mentre prosegue la guerra in Ucraina e si intensificano gli scontri tra l’armata russa e la resistenza ucraina, il resto del mondo guarda con non velata preoccupazione l’arsenale di cui dispone la Russia. In molti temono che vengano impiegate sul campo da guerra armi vietate.
Non tutte le armi possono essere usate in un conflitto, benché queste siano ancora fabbricate in molti Paesi. Esistono infatti delle convenzioni che impedirebbero ai Paesi di ricorrere ad armi di distruzione di massa o armi impiegate contro i civili, proibendo l’accanimento contro la popolazione.
Stando a quanto riportato dai media ucraini, sembrerebbe che la stessa guerra in Ucraina non si un conflitto “convenzionale”. Ovvero un conflitto condotto rispettando le norme che disciplinano i metodi e le armi utilizzate dagli eserciti, che segnano il confine tra l’uso di forza e crimini di guerra, quelli di cui Kiev accusa Mosca. È opportuno quindi conoscere i trattati in modo da capire quali armi sono vietate in guerra. Di seguito tutto quello che c’è da sapere.
Quali armi vietate in guerra: armi nucleari, minaccia per la vita umana
La sola esistenza è una minaccia alla vita umana. L’arsenale nucleare in tutto il mondo è in continua diminuzione; eppure, ancora 14.000 sono stoccate in molti Paesi. Le armi nucleari sono le armi più temute in assoluto la minaccia nucleare di Putin di certo non può che far aumentare la tensione e la preoccupazione. Esiste però una convenzione che vieta severamente l’uso di queste armi.
Il Trattato per la proibizione delle armi nucleari (Tpn o in inglese Tpnw) è il segnale evidente degli sforzi internazionali di bandire queste armi da decenni, la prima Risoluzione Onu risale infatti al 1946, quando da meno di un anno il mondo aveva conosciuto il potere devastante della bomba nucleare, sganciata su Nagasaki e Hiroshima. Ma non si è mai giunti a una vera eliminazione.
L’ultimo passo è stato compiuto dalla comunità internazionale il 22 gennaio 2021, quando è entrato in vigore il Tpn. Secondo il Trattato non è vietato solo l’uso delle armi nucleari, ma lo sviluppo e i test, ancora il possesso, l’acquisizione, l’immagazzinamento. Un divieto assoluto.
Secondo il Sipri (Istituto Internazionale di Ricerche sulla Pace di Stoccolma) a oggi la Russia avrebbe un arsenale atomico di 6.255 armi, di cui 1.625 nelle unità operative, tra i quali troviamo i missili ipersonici Zirkon e Khinzal, impiegati (senza testata nucleare) nello scontro in Ucraina.
Quali armi vietate in guerra: cosa dice la convenzione sulle armi chimiche
Oltre alle armi nucleari, a preoccupare la comunità internazionale sono anche le armi chimiche. Anche in questo caso, a causa della pericolosità e degli effetti devastanti che potrebbero avere sulla popolazione, ne è stato vietato l’utilizzo da parte della Convenzione sulle armi chimiche (Cac).
La convenzione ha proibito:
- uso di armi chimiche e dei materiali a esse collegati;
- qualsiasi attività rivolta a sviluppo;
- produzione;
- acquisizione;
- detenzione;
- conservazione e trasferimento.
Insieme al Trattato di proibizione delle armi nucleari e a quello delle armi biologiche, la convenzione costituisce uno dei pilastri fondamentali del sistema di disarmo e di non proliferazione delle armi di distruzione di massa. Domandandosi quali siano le armi chimiche in possesso della Russia, stando all’ultimo report dell’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche (Opac): la Russia avrebbe completato la distruzione delle sue 40mila tonnellate di armi chimiche nel 2017. Eppure, benché questi siano i dati ufficiali, Kiev ha denunciato l’uso di sostanze chimiche sui civili. Un fatto gravissimo che comporterebbe la violazione della Convenzione.
Quali armi vietate in guerra: cosa dice la convenzione sulle armi biologiche
E se Kiev accusa Mosca di utilizzare armi chimiche, la Russia ha accusato l’Ucraina di progettare - in collaborazione con gli Usa - armi biologiche in laboratorio.
Come per le armi chimiche la Convenzione per le armi biologiche impone un rigido divieto. Questa Convenzione è stato il primo trattato multilaterale sul disarmo che vieta la produzione di una intera categoria di armi. Anche in questo caso è vietato lo sviluppo, la produzione, lo stoccaggio, acquisizione o mantenimento di:
- Agenti microbiologici o biologici, tossine dei tipi e nelle quantità che non hanno alcuna giustificazione per profilassi, protezione o altri scopi pacifici.
- Armi, equipaggiamenti o vettori destinati all’uso di tali agenti o tossine a fini ostili o in conflitti armati.
Tuttavia, a causa dell’assenza di qualsiasi sistema di verifica formale di monitoraggio l’efficacia della Convenzione è fortemente limitata.
Quali armi vietate in guerra: cosa dice il trattato sulle armi convenzionali
Non solo armi chimiche e biologiche, ma anche le armi convenzionali sono vietate dai trattati.
A dichiararlo è la “Convenzione delle Nazioni Unite su certe armi convenzionali” (CCW), conclusa a Ginevra nel 1980, ma entrata in vigore solo nel 1983. Alcune armi convenzionali infatti sono state considerate eccessivamente dannose e con effetti indiscriminati, ossia che possono colpire non solo obiettivi militari ma anche civili. La convenzione si divide in 5 protocolli che stabiliscono gli obblighi e le migliori pratiche per la liquidazione dei residuati bellici esplosivi e vietano:
- l’uso di armi intese a ferire tramite frammenti non rilevabili nel corpo tramite raggi X
- l’uso e limitano l’impiego di mine e trappole esplosive
- l’uso di armi incendiarie - come le armi al fosforo bianco
- l’uso e limita l’impiego armi laser accecanti
Ancora tra le armi convenzionali troviamo anche la temibile bomba termobarica, il cui utilizzo contro i civili è severamente vietato. Purtroppo - come in ogni conflitto – i trattati rischiano di non essere rispettati, e sembrerebbe essere questo il caso della guerra in Ucraina.
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