Azioni banche italiane: la classifica delle migliori nel 2024

Laura Naka Antonelli

21/11/2024

Chi sono i titoli delle banche italiane winner a Piazza Affari di questo 2024? E come si spiega la pioggia di buy?

Azioni banche italiane: la classifica delle migliori nel 2024

Banche italiane grandi protagoniste del 2024 di Piazza Affari, con le azioni che hanno riportato rialzi più che solidi, in alcuni casi veri e propri rally di Borsa.

I titoli dei principali gruppi bancari italiani si apprestano a concludere l’anno sbandierando una performance di forti buy.

Banche italiane: la classifica delle azioni a Piazza Affari. Da UniCredit a MPS, chi ha corso di più nel 2024

Di seguito la classifica delle azioni migliori, che prende in considerazione i titoli quotati sul Ftse MIB di Piazza Affari ma non solo.

La migliore si conferma BPER, seguita da MPS.

Sorpresa quest’anno per le azioni di Banco Desio e della Brianza, la cui performance ha consentito alla banca di conquistare la terza posizione della classifica dei titoli migliori dell’anno, facendo meglio anche di UniCredit.

Dai tassi BCE a scommesse risiko (fantasma): i fattori che hanno scatenato i buy

Tra i motivi che hanno scatenato i buy sui titoli delle banche italiane, sicuramente le scommesse, decisamente dure a morire, di un imminente risiko bancario, che non si è alla fine palesato neanche in questo 2024, così come era avvenuto nel 2023, altro anno in cui si erano accese le speculazioni su un ipotetico matrimonio tra gli istituti di credito made in Italy.

Due anni di grandi puntate su eventuali nozze in arrivo e operazioni, in sostanza, di M&A (mergers and acquisitions, fusioni e acquisizioni), che sono rimaste inchiodate nel regno delle possibilità, comunque portando acqua al mulino delle quotazioni azionarie delle banche italiane in diverse occasioni, grazie ai rumor di turno.

Le puntate bullish sono state sostenute in primis dal dossier MPS-Monte dei Paschi di Siena, la banca senese che il MEF-Tesoro maggiore azionista dal 2017 - anno della ricapitalizzazione precauzionale - ha continuato a privatizzare, fino al terzo atto di qualche settimana fa, che ha visto entrare nel capitale dell’ex Monte di Stato anche Banco BPM.

Di recente, a catalizzare l’attenzione degli investitori, è stata anche la grande mossa lanciata da UniCredit sulla seconda banca tedesca Commerzbank.

Rimane tuttavia in dubbio un M&A tra le due banche - che creerebbe finalmente quella banca paneuropea che il CEO di UCG Andrea Orcel ha più volte auspicato - vista l’ira della Germania, che starebbe secondo alcuni ricattando anche l’Italia su quella spina del governo Meloni che porta il nome di MES-Meccanismo europeo di stabilità.

Ma non si può prescindere dall’effetto positivo dei tassi di interesse dell’area euro che, a causa di quei mini tagli che la BCE di Christine Lagarde ha iniziato ad avviare a partire dal 6 giugno di quest’anno e in altre due occasioni fino allo scorso 17 ottobre, sono rimasti storicamente elevati, continuando a blindare la redditività degli istituti di credito.

Va ricordato infatti che i rialzi dei tassi di interesse tendono a sostenere i cosiddetti net interest income delle banche (NII), contribuendo alla redditività del comparto.

I tagli della BCE sono stati troppo pochi e troppo contenuti per mettere a rischio i margini netti di interesse del settore anche se qualche dubbio, su quanto accadrà in futuro, inizia a innervosire gli operatori di mercato ed esperti del settore. Qualcuno, d’altronde, aveva nelle ultime settimane lanciato un avvertimento anche sul destino dei dividendi.

Di recente, le azioni delle banche italiane hanno di fatto sbandato anche in modo significativo.

Utili e dividendi da capogiro

Altro fattore, forse primo per importanza: l’indiscutibile solidità delle banche italiane, non solo non più paria del sistema finanziario europeo, quando il boom degli NPL-crediti deteriorati aveva fatto scattare continui alert -, ma perfino tra le migliori in Europa, come hanno confermato diversi analisti e come è emerso dagli stessi bilanci degli istituti.

Non è stato infatti solo, se così si può dire, il fattore tassi BCE a scatenare i buy sui titoli delle banche italiane: i vertici degli istituti si sono impegnati a tenere anche sotto controllo i costi, garantendo una solida qualità degli asset, come confermato dagli accantonamenti inferiori effettuati per coprire perdite sui crediti (LLP). Le varie trimestrali hanno così presentato puntualmente utili da capogiro.

Se gli investitori hanno deciso di fare shopping è stato proprio per il trend complessivo degli utili che hanno continuato a salire, spinti anche dal rialzo delle commissioni.

Certo, ad attrarre i buy sono stati i vari annunci sui dividendi erogati e promessi da diverse banche.

A tal proposito, vale la pena di ricordare come il 2024 sia stato finalmente l’anno in cui MPS-Monte dei Paschi è tornata a distribuire i dividendi dopo 13 anni di stop, confermando la narrativa di una nuova Banca Monte dei Paschi di Siena, che si è ripulita da quel marchio di banca vicina al fallimento che l’aveva contraddistinta per molti, troppi anni.

E che dire anche della pioggia di dividendi che continua a essere erogata dai Big del settore?

Occhio in modo particolare ai ghiotti dividendi che sono stati annunciati non molte settimane fa da BPER, che hanno fatto subito felici i propri azionisti, ma anche dalle BIG in assoluto del settore bancario in Italia, ovvero da UniCredit e Intesa SanPaolo?

Sventata minaccia nuova tassa extraprofitti di Meloni (che già non c’era stata)

Guardando al futuro, certo c’è il pericolo che la seconda presidenza USA di Donald Trump rappresenterà in generale per tutto il settore delle banche europee.

Ma se in particolare i titoli delle banche italiane hanno continuato a salire è stato anche per altri motivi che riguardano direttamente l’Italia: intanto, la temuta seconda edizione della tassa sugli extraprofitti (che già non c’era stata l’anno scorso, dopo vari annunci in pompa magna), non si è presentata.

Dall’altro lato, per quanto il ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti si sia vantato di essere riuscito a far fare sacrifici alle banche e la stessa presidente del Consiglio Giorgia Meloni abbia detto che il suo governo ha fatto qualcosa che mai prima nessuno, in Italia, aveva avuto il coraggio di fare, Piazza Affari ha tirato un sospiro di sollievo visto che, di fatto, nella legge di bilancio 2025 non c’è nessuna misura che rischia alla fine di attentare agli utili delle banche. E non è poco.

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